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07/03/2022
di Simone Freddi

Marianna Ghirlanda, candidata alla presidenza di UNA: «Concretezza e collaborazione. Definiamo le priorità del comparto, insieme»

L’attuale presidente del Centro Studi UNA e capo di BBDO in Italia ci illustra il suo programma per il futuro dell'associazione, in vista delle elezioni di fine marzo: «Metto a disposizione la mia esperienza e la mia determinazione»

Marianna Ghirlanda

Marianna Ghirlanda

UNA - Aziende della Comunicazione Unite si appresta a scrivere un nuovo capitolo della propria storia. A fine marzo infatti terminerà il mandato alla presidenza di Emanuele Nenna, e si svolgeranno le elezioni per la formazione del nuovo consiglio direttivo che sceglierà il suo successore.

In questi ultimi tre anni, l’associazione nata nel 2019 per incorporazione di Assocom e Unicom (e da aprile 2020 anche di Assorel), ha raggiunto gli obiettivi per cui era stata creata, riunendo diverse realtà associative della industry, accogliendo numerosi nuovi associati (oggi sono 220) e, di fatto, sedendo in tutti i contesti in cui è importante essere presenti.

Ma ora, nuovi obiettivi si pongono per l'organismo. Obiettivi per cui serve un nuovo presidente adatto ad accettare le sfide che l’attuale contesto di grandi cambiamenti sociali sta imponendo anche al mondo della comunicazione.

Tra le figure autorevoli che hanno dato la loro disponibilità a raccogliere il testimone di Nenna alla presidenza di UNA, c’è Marianna Ghirlanda, attualmente presidente del Centro Studi UNA ed a capo dell’agenzia BBDO in Italia.

Insieme” è la parola chiave usata dalla manager per proporre la propria candidatura a consigliere con proposta di presidenza. A sostegno, Ghirlanda porta una robusta e varia esperienza di oltre 20 anni nel mondo della comunicazione, maturata in sigle indipendenti in Italia e all’estero, oltre che in Google, e di sé stessa dice: «Sono una donna concreta, che non vede l’ora di dare un contributo sempre più grande a questo progetto, mettendo a disposizione la mia esperienza, la mia determinazione, la mia voglia di essere insieme a tanti colleghi a scrivere una nuova importante pagina della storia di questo mercato, senza lasciare indietro nessuno». Le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua candidatura. Ecco cosa ci ha risposto.

Marianna, in che stato di salute si presenta UNA a questo appuntamento con il rinnovo del Direttivo?

«UNA è in piena salute e in crescita. L’associazione è solida anche da un punto di vista economico, mettendoci in una condizione ideale per investire e rilanciare su tutte le cose che stiamo facendo. È tangibile un progressivo aumento del coinvolgimento degli associati negli hub, nelle Territoriali e nei numerosi tavoli di lavoro. Al centro studi per esempio è nato un comitato spontaneo di persone sensibili ai temi all’ordine del giorno che portano un enorme contributo valoriale e progettuale. Credo che queste manifestazioni di interesse e impegno siano il coronamento dello scopo associativo e dimostrino che il percorso intrapreso è quello giusto.»

Qualcuno pensa che, anche se l’attuale presidente Emanuele Nenna non si ricandiderà, la tua proposta per la presidenza di UNA possa leggersi all’insegna della continuità con il percorso compiuto finora dall’associazione. È così?

«Come dicevo prima, il percorso intrapreso è quello giusto, ed è un punto di partenza e non di arrivo. La prima fase è stata quella che ha portato la nostra industry a compattarsi, ad abbandonare schieramenti e pregiudizi, a cogliere il potenziale che c’è nello stare insieme. È un risultato storico quello raggiunto dalla presidenza Nenna, UNA oggi rappresenta l’intero e variegato mondo della comunicazione, e siede in tanti i contesti in cui è importante esserci, con una voce decisa e rispettata. Ora siamo pronti a usare questa voce, e raccogliere i frutti del grande lavoro fatto fin qui.

Perché adesso che siamo tutti insieme, possiamo finalmente riscrivere davvero le regole del gioco. È un gioco grande, il nostro. Che ha un peso economico, oltre che strategico. Parliamo di numeri, di economia, di occupazione

In generale, in quali ambiti l’attività di UNA potrebbe essere ancora più incisiva di quanto non sia già oggi, e quali sono le tue idee per realizzare questo obiettivo?

«Io credo che UNA debba continuare il suo percorso per continuare a crescere ed essere più rilevante. Rilevante per gli associati e per il mercato. La rilevanza verso gli associati passa attraverso vantaggi competitivi concreti che devono essere tangibili e riconosciuti dal mercato, rappresentando ad esempio un beneficio per la partecipazione non solo alle gare pubbliche, ma anche a quelle private. La rilevanza verso il mercato lo fanno le nostre relazioni pubbliche, le attività di lobbying e la capacità di essere vicini alle istituzioni. Le competenze in questo senso saranno fattori chiave del prossimo triennio per rimettere al centro il valore del nostro lavoro.»

Entrando nel merito del “programma”, quali sono i punti-chiave della tua proposta per la presidenza?

«La mia proposta si articola su idee concrete che toccano i punti chiave del nostro business. Per le gare è necessario continuare e far crescere la collaborazione con UPA, perché è fondamentale lavorare con i clienti per far si che le regole cha abbiamo già identificato diventino prassi. Una delle proposte sul tavolo è un organo comune di auto-sorveglianza per creare le condizioni per un mercato più sano e più corretto, e certamente più ricco.

Inoltre, ci serve un codice etico, che diventerà presto urgente: diversity, inclusion e sostenibilità (non solo ambientale) devono permeare il nostro agire, sempre. Altro tema cruciale è quello della formazione, già all’ordine del giorno dell’attuale consiglio, ma che può ancora crescere: il centro studi ad esempio è già al lavoro per un nuovo master.

Poi, naturalmente gli eventi, che devono continuare a crescere, ma soprattutto devono uscire dalla dimensione Milano-centrica e devono essere fonte di ricchezza per i territori: insieme a ADCI stiamo già lavorando a un’edizione estiva del festival IF! a Napoli, progetto pilota per imparare a portare su tutto il territorio nazionale i nostri contenuti e le occasioni di networking.»

All’interno del tuo programma c’è anche spazio per il tema del lavoro? Cosa pensate di fare in questo ambito?

«Quello del lavoro è un tema fondamentale che si articola in due punti. Innanzitutto le attività nell’area “people and culture” dove UNA è già attiva (ad esempio un progetto di mentorship sarà lanciato l’8 marzo) e può rappresentare un hub di servizi agli associati offrendo benefici concreti soprattutto alle agenzie di piccole dimensioni che non possono contare su una struttura propria. Il secondo punto è l’argomento “contratto”, sul quale è importante riprendere i lavori alla luce delle nuove esigenze emerse in seguito alla pandemia.»

I temi sono tanti.

«Sì, e in realtà potrei continuare ancora, parlando di misurazione, di un progetto di convenzione con le banche dati che sta portando avanti il centro studi. Non mancano certo le idee su cosa poter fare, si tratta solo di chiamare quanti più associati possibili a raccolta e definire, insieme, le priorità.»

E in effetti “Insieme” è la parola-chiave che hai scelto come chiave di lettura della tua proposta.

«Insieme è la mia parola preferita. Ed è la parola chiave del DNA di UNA. Non vedo rischi per la nostra vocazione “unitaria” perché è il nostro principale valore a cui teniamo tutti.»

In chiusura, parlaci di te: dal punto di vista umano e professionale, cosa fa di Marianna Ghirlanda la persona giusta per guidare l’associazione?

«Io sono una donna concreta, che non vede l’ora di dare un contributo sempre più grande a questo progetto, mettendo a disposizione la mia esperienza, la mia determinazione, la mia voglia di essere insieme a tanti colleghi a scrivere una nuova importante pagina della storia di questo mercato, senza lasciare indietro nessuno.

Posso aggiungere che ho due figli maschi, un marito e un’estensiva esperienza in associazioni sia professionali che dedicate a temi etici.

Ho un’esperienza professionale che mi ha visto collaborare per una decina d’anni con agenzie indipendenti e di piccole dimensioni in Italia e all’estero, poi ho lavorato in Google per 9 anni e ora da 4 anni sono approdata in BBDO. È stato un percorso che mi ha portato a conoscere il mercato da molti punti di vista, generando in me la convinzione che la comunicazione debba interpretare i cambiamenti e anticiparli o provocarli. Amo questo lavoro, voglio che continui ad essere sexy, che attragga i talenti migliori e che offra loro opportunità di crescita in un mercato etico e sostenibile

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