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12/12/2025
di Cristina Oliva

Simone Rinzivillo (Archetipo): “2026, il digital tra rilevanza e strategie sempre più omnicanali e integrate”

Digital ADV, SEO, AI e social: il Ceo dell'agenzia traccia il nuovo scenario che si sta definendo per il prossimo anno

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Il mondo digitale sta vivendo una fase di trasformazione senza precedenti. L’evoluzione delle piattaforme social, l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e la maggiore complessità del mercato pubblicitario rendono il 2026 un anno cruciale per i brand. Oggi più che mai, visibilità, autorevolezza e capacità di offrire esperienze di valore diventano elementi distintivi per emergere. Ne abbiamo parlato con Simone Rinzivillo, CEO di Archetipo Agency, agenzia specializzata in digital marketing e communication.

Il 2025 ha visto emergere acronimi come GEO, AIO e AEO che hanno attirato molta attenzione nel settore digitale. Alla luce di queste novità e dell’impatto crescente dell’AI, quali scenari possiamo aspettarci nel 2026 per la SEO e la visibilità organica dei brand?

Il 2025 ha introdotto nuovi acronimi, alimentando grandi aspettative nel settore digitale. Tuttavia, la realtà è che la SEO non si è reinventata: i suoi pilastri rimangono gli stessi, ma il contesto in cui operano si è evoluto in modo significativo. L’intelligenza artificiale non sostituisce i principi fondamentali della visibilità organica, ma li riscopre rilevanti e strategici. Oggi, i brand devono essere presenti non solo nei risultati tradizionali dei Motori di ricerca, ma anche all’interno delle risposte generate dalle AI, che aggregano e sintetizzano contenuti da più fonti.

Per emergere nel 2026, un brand deve puntare sulla qualità dei contenuti, che significa informazioni complete, affidabili e strutturate per rispondere in maniera esaustiva ai bisogni degli utenti. La solidità tecnica resta un requisito imprescindibile: architetture scalabili, performance elevate, dati strutturati e navigabilità ottimale sono fondamentali per sostenere strategie SEO moderne e dialogare efficacemente con l’AI. Infine, l’autorevolezza del brand continua a essere un fattore critico, costruita giorno dopo giorno attraverso reputazione, menzioni di qualità e citazioni autorevoli, elementi che oggi diventano determinanti anche per le intelligenze artificiali nella selezione delle fonti.

Il vero vantaggio competitivo nasce dalla capacità di creare un ecosistema digitale coerente e multiformato, dove contenuti, tecnologia e autorevolezza lavorano insieme. Non si tratta di rincorrere sigle o formule miracolose, ma di sviluppare strategie strutturate, coerenti e sostenibili nel tempo. Così facendo, un brand non solo garantisce visibilità immediata, ma consolida una presenza digitale riconoscibile e affidabile, capace di crescere con il cambiamento continuo delle modalità di ricerca online

Secondo un recente rapporto dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, l’Internet advertising ha consolidato la sua posizione come principale veicolo pubblicitario in Italia, rappresentando circa il 50–51% degli investimenti totali del mercato ADV, trainato soprattutto da formati come video, audio ed ecommerce. Alla luce di questi numeri, quali scenari e opportunità si aprono oggi per le strategie di Digital ADV, e cosa cambia per i brand che vogliono investire in pubblicità online?

La pubblicità digitale si trasforma in un viaggio omnicanale: dagli annunci sui social al connected TV, dall’audio allo streaming, ogni touchpoint diventa parte di un percorso coerente che accompagna l’utente dall’awareness alla conversione. Il 2026 richiederà anche una visione omnicanale e multipiattaforma: l’advertising non si limita più a social e search, ma include Connected TV (CTV), audio, DOOH, streaming e ambienti digitali emergenti, creando punti di contatto coerenti e sinergici lungo tutto il customer journey. Questo approccio consente ai brand di raggiungere le persone nei momenti più opportuni, senza interrompere l’esperienza ma arricchendola con contenuti rilevanti e coinvolgenti.

Al contempo, la crescente attenzione alla privacy e alla gestione dei dati proprietari rende fondamentale l’utilizzo di strategie basate su firstparty data, consenso attivo e targeting contestuale. L’abilità di integrare queste informazioni con strumenti AI avanzati permette di ottimizzare le campagne in tempo reale, migliorando ROI, performance e allocazione dei budget, ma sempre nel rispetto della trasparenza e della fiducia verso l’utente.

La combinazione di creatività, automazione e misurazione avanzata definisce i vantaggi competitivi dei brand più efficaci: contenuti che raccontano storie, annunci che si adattano al contesto, esperienze coerenti che guidano la conversione.

Con l’aumento dei costi di acquisizione clienti e la crescente difficoltà di acquisire nuovi contatti, come può la marketing automation diventare uno strumento strategico per il 2026?

La marketing automation sarà sempre più una leva strategica per valorizzare ogni contatto e guidare il customer journey in modo efficace. In un contesto in cui acquisire nuovi clienti diventa sempre più complesso e costoso, i contatti e i clienti già acquisiti rappresentano un patrimonio di valore: segmentandoli in modo intelligente e personalizzando le comunicazioni, i brand possono aumentare la customer lifetime value e consolidare relazioni durature.

Integrata con le strategie di acquisizione organiche e paid, la marketing automation permette di costruire percorsi omnicanale coerenti, dove ogni touchpoint, dal primo contatto all’acquisto e alla retention, contribuisce a rafforzare il brand e a stimolare l’engagement. I contenuti diventano strumenti strategici, modulati sui comportamenti e sugli interessi dei singoli utenti, trasformando ogni interazione in una opportunità concreta di business.

L’adozione di strumenti basati su intelligenza artificiale consente di anticipare i bisogni, proporre contenuti su misura e attivare campagne in tempo reale, ottimizzando budget e performance.

Così, la marketing automation non genera solo efficienza operativa, ma si traduce in valore concreto per il brand: maggiore fidelizzazione, incremento del lifetime value e risultati di marketing più sostenibili.

Con i social media che si trasformano in veri e propri ecosistemi di vendita, l’emergere di personal brand esperti e il crescente controllo degli utenti sui feed, come stanno cambiando le strategie di marketing digitale? Quali leve devono sfruttare i brand per massimizzare le conversioni, costruire autorevolezza e creare contenuti di valore in questo nuovo scenario?

I social media stanno vivendo una trasformazione radicale: non sono più semplici canali di traffico verso siti esterni, ma ecosistemi di vendita completi, dove dall’interesse iniziale all’acquisto tutto avviene in piattaforma. TikTok, Instagram, YouTube e Facebook consentono agli utenti di scoprire, valutare e acquistare prodotti senza mai uscire dall’app, trasformando il funnel tradizionale in un percorso end-to-end interno alla piattaforma.

In questo contesto, i brand devono ripensare le strategie di conversione: l’obiettivo non è più solo generare traffico, ma ottimizzare ogni punto di contatto all’interno dei social, dai contenuti alle call-to-action, fino al checkout nativo. Questo approccio riduce i costi di acquisizione e consente di costruire esperienze fluide e coerenti, dove intrattenimento, storytelling e conversione si integrano in modo naturale.

Il ruolo dei creator evolve parallelamente: oggi, autenticità e competenza contano più dei numeri di follower. I brand collaborano con esperti autorevoli, in grado di educare, ispirare e guidare il pubblico, trasformando il creator marketing in un asset strategico. Le partnership diventano co-creazioni di contenuti e prodotti, valorizzando la competenza del creator e rafforzando la reputazione del brand.

I feed controllati dagli utenti introducono un ulteriore cambiamento: non è più l’algoritmo a decidere cosa vedere, ma l’utente stesso. In questo scenario, la qualità dei contenuti diventa essenziale. I brand devono puntare su contenuti significativi, rilevanti e coerenti, capaci di generare attenzione intenzionale e fidelizzare l’audience, evitando strategie di engagement superficiali o artificiose. Lo storytelling assume un ruolo centrale, raccontando storie nelle quali il pubblico possa riconoscersi e identificarsi, creando un legame emotivo duraturo.

Qual è il termine che meglio descrive come sarà il 2026 per il Digital Marketing?

Se dovessi scegliere un termine per sintetizzare il 2026, direi “rilevanza”. In un panorama digitale sempre più frammentato e guidato dall’attenzione intenzionale degli utenti, il successo non dipenderà più dalla quantità di contenuti o dalla semplice presenza online, ma dalla capacità di offrire messaggi, esperienze e contenuti significativi, utili e coerenti con i bisogni del pubblico. La rilevanza si costruisce integrando strategie di digital marketing e communication, generando engagement autentico e conversioni reali.

I brand che sapranno costruire percorsi coerenti e offrire valore concreto consolideranno la loro reputazione, stimoleranno conversioni e instaureranno relazioni durature con il pubblico, trasformando ogni interazione in un’opportunità strategica.

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