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La Francia è il primo Paese in Europa a vietare la pubblicità per i combustibili fossili. È stato infatti definitivamente adottato il disegno di legge 'Climate & Resilience', che tra le altre cose sancisce lo stop, a partire dalla seconda metà del 2022, alle campagne pubblicitarie di prodotti come benzina, gasolio e altri derivati di origine estrattiva.
Per il gas fossile, invece, il divieto scatterà a giugno del 2023, momento in cui è prevista la fine della cosiddetta “tariffa regolamentata” di vendita del gas (contratti di fornitura a prezzi fissati una volta l’anno dallo stato) e la completa liberalizzazione del settore. Fino ad allora, la pubblicità è considerata indispensabile per far conoscere fornitori alternativi ai player consolidati.
Inoltre, da questo divieto sono escluse sponsorizzazioni, spot su iniziative di mecenatismo e comunicazioni istituzionali e finanziarie. Limiti che sono stati subito additati da associazioni ambientaliste come Greenpeace.
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Secondo quanto riporta ANSA, a questo divieto ne seguirà un altro a partire dal 2028, stavolta inerente la pubblicità per i veicoli più inquinanti, che probabilmente - il punto non è ancora pienamente chiaro - saranno quelli per cui è già stato deciso lo stop della vendita dopo il primo gennaio 2030, ossia quelli omologati, secondo gli standard WLTP, con emissioni di CO2 superiori a 123 g/km.
Tali decisioni naturalmente hanno impensierito non poco il mercato pubblicitario, considerando che all’interno dei comparti interessati dal divieto ci sono anche importanti spender.
La nuova legge 'Climate & Resilience' francese sancisce anche l’obbligo di indicare, all’interno degli annunci pubblicitari, l'impatto climatico dei prodotti: l’applicazione sarà immediata nei settori dell'automotive e degli elettrodomestici.