Moderazione automatica dei commenti, qualificazione intelligente dei lead, controllo sulla qualità del dato. Per Elevatee, martech company italiana in forte espansione, l’intelligenza artificiale è molto più di una buzzword: è una leva concreta per rendere il marketing più efficiente, sostenibile e orientato al risultato.
«Il nostro obiettivo è semplice: meno sprechi, più valore generato per ogni singolo contatto», afferma Eduardo Galletti, Chief Marketing Officer di Elevatee. «L’AI ci permette di filtrare, comprendere e intervenire nel momento giusto, dove serve, senza sacrificare il controllo umano».
Il commento giusto al momento giusto: ReactCommentAI
Una delle prime applicazioni sviluppate internamente da Elevatee è ReactCommentAI, uno strumento basato su GPT-4 che analizza i commenti degli utenti sotto gli annunci pubblicitari – in particolare sui social – per gestirli in tempo reale.
Il sistema riconosce i commenti positivi, critici, sarcastici o potenzialmente dannosi, decidendo autonomamente se nasconderli, rispondere, o lasciarli visibili. Il risultato è una gestione dinamica della reputazione, capace di tutelare l’immagine del brand e migliorare in modo significativo l’esperienza utente.
«Un commento lasciato in balia del feed può influenzare decine o centinaia di potenziali clienti», spiega Rino Fiore, Global Sales Director. «Con ReactCommentAI non solo moderiamo, ma rispondiamo nel tono giusto, mantenendo viva la conversazione e proteggendo il valore della campagna».
Secondo il team di Elevatee, questa automazione riduce la pressione sui team di gestione community, spesso sovraccaricati durante i picchi di visibilità, e consente una presenza costante e coerente sui canali social.
LeadQualify: quando la quantità non basta
Un altro ambito in cui Elevatee ha scelto di applicare l’AI è la qualificazione dei lead, spesso sottovalutata nei funnel di acquisizione ad alto volume.
Con LeadQualify, modulo della piattaforma proprietaria Dialogo, la tecnologia interviene nel momento in cui l’utente lascia i propri dati, analizzandoli in tempo reale per valutare la coerenza e la qualità dell’informazione: nome, numero di telefono, canale di provenienza e compilazione.
«Abbiamo smesso da tempo di ragionare solo sui numeri», spiega Andrea Trotta, CTO. «Il problema non è quanto raccogli, ma quanto riesci davvero a lavorare. L’AI ci aiuta a capire subito se un contatto ha senso per il cliente, e a scartare in automatico quelli inconsistenti».
Il sistema non si limita a convalidare dati, ma apprende dai comportamenti passati e migliora la sua capacità predittiva nel tempo. Ogni dato diventa così parte di un processo continuo di ottimizzazione, senza interventi manuali.
Per Elevatee, però, l’automazione non è sinonimo di abbandono del controllo. Tutti i flussi sono supervisionati da team interni, che aggiornano regolarmente i criteri e monitorano le performance. «L’AI è uno strumento, non un’entità autonoma», puntualizza Galletti. «Il nostro approccio è ibrido: ci affidiamo alla macchina per gestire la complessità e alla sensibilità umana per prendere le decisioni strategiche».
Un equilibrio che permette a Elevatee di offrire soluzioni scalabili e altamente personalizzate. Nessun flusso è identico all’altro: ogni progetto viene calibrato sul contesto del cliente, sul settore e sulla sua audience.
Una visione che guarda avanti
Elevatee guarda con attenzione alle prossime evoluzioni dell’intelligenza artificiale, puntando su modelli conversazionali più raffinati, chatbot contestuali e strumenti in grado di adattare dinamicamente le creatività in base alla qualità del traffico.
«Il futuro della lead acquisition sarà sempre più guidato dalla capacità di capire chi abbiamo davanti e di cosa ha bisogno”, conclude Fiore. “Non si tratta solo di acquisire i dati degli utenti, ma di dare un significato a ogni singola interazione, in modo più preciso di come farebbe un essere umano. È lì che l’AI fa davvero la differenza».