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OneDay Post-it

A cura di OneDay

Piccole news ad alto impatto raccontate da OneDay Group! Dagli approfondimenti sull'ecommerce, passando per le novità dal mondo della comunicazione, fino ai temi che riguardano le nuove generazioni. Post-it è uno spazio di condivisione perchè è grazie alla contaminazione che nascono idee innovative e non convenzionali!

20/01/2022
di Matteo Altieri, Founder e CEO di House of Talent

Una televisione a misura di NewGen: come cambiano le regole e i costi delle produzioni tv

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La generazione Alpha, prima ancora della GenZ, è la prima generazione nativa digitale che in simbiosi con il proprio smartphone, si affida a motori di ricerca, social network, e community online per tutte le sue attività quotidiane.

Una generazione che grazie ai nuovi servizi di streaming ha scoperto un nuovo tipo di televisione: quella non commerciale, priva di pause pubblicitarie. Con l’avvento di piattaforme digitali come Twitch e YouTube, e con l’incredibile boom del settore del gaming, si potrebbe pensare che le NewGen abbiano abbandonato del tutto la tv per passare più tempo su tablet e playstation, ed in parte è così.

Nei canali principali la cosiddetta “Tv per Ragazzi” ha troppe cose che non funzionano: è tradizionalista, parla un altro linguaggio, e non è attenta alle reali esigenze dei giovani telespettatori. Un esempio tra tutti è stato il recente nuovo format di mamma Rai, “Voglio Essere un Mago”, sospeso per flop a due puntate (su cinque) dal termine. Un programma costato migliaia di euro, che ha registrato record negativi di share e di gradimento.

IL CASO DE “IL COLLEGIO”

“Il Collegio” è uno dei programmi di punta di Rai2, un docu-reality dove una ventina di adolescenti (13 - 17 anni) sono chiusi per un mese intero dentro un collegio con ambientazioni del passato. Le lezioni scolastiche si alternano a momenti di vita vera, con la nascita di antipatie, amicizie e amori.

È il 2017 quando va in onda la prima edizione de Il Collegio, ed è forse la prima volta in cui dei ragazzi normali, degli adolescenti in cui è facile immedesimarsi, diventano prima volti della tv e poi, in pochissimo tempo, delle vere e proprie star del web. Perché, finita la trasmissione di quattro puntate, la vita vera di questi ragazzi continuava ad essere mostrata attraverso i social media.

House of Talent nasce così: prendendo sotto la propria ala alcuni dei ragazzi usciti da “Il Collegio”, quelle persone che la trasmissione aveva usato, reso famose, e che poi aveva abbandonato.

Le principali produzioni italiane sono in mano a delle ‘major’ che monopolizzano quasi del tutto il settore e che spendono cifre importanti (si parla di decine di milioni di euro), e dove tutto viene esternalizzato. Le reti commerciali danno ancora troppo valore alle pubblicità mandate in onda prima, durante e dopo una trasmissione, ma il mercato ci mostra che le pubblicità non sono più il focus del guadagno (altrimenti realtà come Amazon Prime Video e Netflix sarebbero fallite miseramente).

Ed ecco l’errore delle reti: esternalizzare qualcosa che dovrebbero fare proprio, ovvero il format, la produzione, la gestione commerciale dei volti per una nuova pubblicità da far anche attraverso i social media. Insomma, dovrebbero valorizzare totalmente il proprio contenuto.

House of Talent è stata la prima realtà a riconoscere il vero valore dei ragazzi di un docu-reality della Rai, guardando al di fuori della scatola televisiva; ha creduto in loro, li ha messi al centro, e ha investito su di loro a 360°, gestendo i diritti commerciali delle collaborazioni nate con i brand. Stiamo parlando di persone vere, ragazzi e ragazze di talento, che amano cantare, ballare, studiare recitazione, interagire coi propri follower. Persone rese note dalla tv e immediatamente dimenticate dalla tv.

I NATIVI DIGITALI E LA TELEVISIONE: COSA VOGLIONO I RAGAZZI?

Cari produttori televisivi, il mondo è cambiato e non ve ne siete accorti!

Qualche anno fa una serie televisiva come “Zack e Cody al Grand Hotel”, per citarne una, faceva sognare i piccoli telespettatori di Disney Channel: tutti i bambini avrebbero voluto essere proprio come loro, tutti volevano vivere al Grand Hotel! Poi i bambini sono cresciuti, hanno preso in mano un cellulare con connessione a internet, e la loro illusione è finita: il Grand Hotel non esiste. Zack e Cody non esistono. Si chiamano Dylan e Zack Sprouse, hanno un’altra vita, sono degli attori, tutto era finzione.

Per un ragazzino l’amarezza è tanta, pari solo alla scoperta della verità su Babbo Natale. Ed ecco allora svelato il segreto per conquistare il nostro nuovo, giovanissimo pubblico: mostrare persone e non personaggi. Offrire autenticità e realtà. Chiamiamo i protagonisti con il loro vero nome e cognome, creiamo dei reality show che siano davvero pieni di reality, perché gli adolescenti sono abituati a vedere la vera vita degli influencer attraverso IG stories e dirette TikTok, e si aspettano la stessa cosa nelle sit-com e negli show in tv.

I social ci hanno abituato a sapere tutto di tutti e la televisione si deve adattare a questa nuova regola se vuole restare credibile.

HOUSE OF TALENT E LA NUOVA TV PER RAGAZZI

Nel 2017 House of Talent si presenta come la prima crew di influencer, talent e creator in Italia a credere in un management di gruppo. Lo sviluppo del business è cresciuto in fretta, e oggi riusciamo a gestire e supportare i nostri ragazzi con produzioni costruite internamente.

La unit produzione non è nata a tavolino, ma è stata l’evoluzione naturale di un business già esistente: dopo aver lavorato per diversi anni su format social, ha trasformato il know-how acquisito nel digitale e lo ha portato in televisione per conquistare il target kids e teen, trasformando i format editoriali digitali in format televisivi. Nascono così prodotti nuovi comeTalent Reverse (un talent-reality in cui dodici giovani influencer si scambiano di ruolo con genitori o fratelli), Super Style(consigli di outfit e stile per ogni occasione nella vita di un adolescente) e Super House”, la sit-com in onda su Super! e prodotta interamente da House of Talent in cui tre giovani talent danno vita ad esilaranti gag tra risate e ospiti sempre nuovi.

I ragazzi di House of Talent vivono in un loft di 333mq nella città di Milano, fatto da ampie vetrate con vista sulla metropoli: un grandioso studio di registrazione, uno spazio unico e coloratissimo, con tanto di palco, luci, videocamere e microfoni. House of Talent riesce a infrangere le regole di mercato pensando fuori dagli schemi, dando vita a una tv nuova e stimolante. ottimizzando i costi di produzione in modo onesto e intelligente.

I principali produttori televisivi sono consapevoli che spendono molto di più di quello che dovrebbero, avvalendosi del lavoro di cinquecento persone quando, probabilmente, ne basterebbero cinquanta. Ma non è impossibile costruire una produzione snella, che si attiva sul momento e andando dritta al punto, e dando il giusto valore alle cose: questa è una lezione che ci è stata data dal mondo digitale.

House of Talent produce contenuti di qualità moderni, a basso costo e in brevissimi tempi di produzione, ma soprattutto, parla lo stesso il linguaggio dei suoi telespettatori. Format low cost, tutti italiani, realizzati da nativi digitali per nativi digitali.