• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play
08/03/2022
di Alessandra La Rosa

IAB Europe ricorre in appello alla decisione della Data Protection Authority belga sul TCF

L’autorità di Bruxelles aveva bollato il Transparency & Consent Framework dell’associazione come non conforme al GDPR

Dooffy, CC0, via Wikimedia Commons

Dooffy, CC0, via Wikimedia Commons

IAB Europe ha presentato appello alla decisione dell’APD belga, che aveva lo scorso mese accusato il Transparency & Consent Framework (TCF) dell’associazione di non essere conforme al GDPR.

Il TCF è uno strumento ideato da IAB per offrire al mercato uno standard di riferimento per la gestione dei consensi, nel momento in cui – con il GDPR – è diventato necessario chiedere autorizzazione agli utenti sulla raccolta, l’utilizzo e la condivisione dei loro dati personali. Oggi su questo strumento si basano le Customer Management Platform (CMP) della maggior parte dei siti internet europei e non solo.

Il mese scorso, però, l’impianto su cui è costruito il TCF è stato messo in dubbio dalla Data Protection Authority belga, che nel funzionamento del framework ha riscontrato molteplici violazioni del GDPR. L’APD ha inoltre sostenuto che le attività condotte attraverso il framework rendevano di fatto IAB Europe responsabile della protezione dei dati personali e responsabile delle potenziali violazioni del GDPR. In quanto tale, è stata contestata anche la mancata determinazione di una base giuridica per il trattamento dei dati, il non aver nominato un responsabile della protezione dei dati, il non aver condotto una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati e il non aver tenuto un registro delle attività di trattamento.


Leggi anche: IAB EUROPE MULTATA PER 250.000 EURO DALLA DATA PROTECTION AUTHORITY BELGA: IL TCF NON È GDPR COMPLIANT


L’autorità ha dunque stabilito per IAB Europe una multa di 250 mila euro, e l’obbligo di rendere la piattaforma totalmente conforme al GDPR nell’arco di sei mesi.

IAB Europe si è mostrata subito contraria a questa decisione e alle affermazioni dell’autorità belga, ed ha ora deciso di ricorrere in appello. In particolare, l’associazione contesta l’affermazione secondo cui essa sarebbe titolare della registrazione delle Stringhe TC (segnali digitali creati per racchiudere le scelte degli utenti su come i loro dati possono essere processati) e contitolare della diffusione di queste stringhe e di altro tipo di trattamento di dati condotto da chi usa il TCF sotto il protocollo OpenRTB.

L’appello depositato, spiega IAB Europe, comprende anche una richiesta di sospensione dell’esecuzione delle sanzioni dell’APD. Ciò significa che le richieste dell’autorità belga a IAB Europe verranno messe in pausa fino all’esito dell’appello.

L’associazione ha messo a disposizione una pagina di FAQ in cui fornisce maggiori informazioni sulla questione, accessibile a questo link.

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI