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21/09/2022
di Alessandra La Rosa

Google: partiti i test di Privacy Sandbox con milioni di utenti. Ufficializzati i nomi dei primi partner

Come funzionano le tre API che compongono la suite e quando saranno disponibili? Facciamo il punto con due top manager internazionali di Big G

 

Bilanciamento e collaborazione. Su queste due parole chiave si fonda l’impegno di Google verso la sua personale visione del futuro cookieless, che si chiama Privacy Sandbox ed è la suite di soluzioni con cui Big G punta a offrire un’alternativa ai cookie terzi per il targeting e la misurazione della pubblicità.

Dopo l’ufficializzazione del rinvio a fine 2024 della dismissione dei cookie terzi sul suo browser Chrome, i lavori su Privacy Sandbox nei laboratori di Google sono continuati con una nuova roadmap. Una tabella di marcia che oggi, in occasione del DMEXCO, giunge a un’importante step: l’ufficializzazione dei primi partner che hanno accettato di prendere parte alla sperimentazione delle soluzioni della suite.


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I nomi di queste società sono stati condivisi con Engage in occasione di un ristretto incontro con la stampa internazionale svoltosi negli scorsi giorni, in occasione del quale Hanne Tuomisto-Inch, Head of Privacy and Chrome Partnerships EMEA, e Ben Galbraith, Senior Director of Web and Mobile Privacy di Google, hanno fatto il punto sulle ultime novità di Privacy Sandbox.

Tra questi partner troviamo anche alcune società europee, come Criteo, Outbrain ed RTB House, insieme a vari produttori di device tra cui Samsung, Oneplus, Oppo e Xiaomi. Questo perché i device, insieme al browser, diventano un elemento preziosissimo all’interno di Privacy Sandbox per il targeting e la misurazione privacy-safe delle campagne.

Hanne Tuomisto-Inch, Head of Privacy & Chrome partnerships EMEA di Google

Hanne Tuomisto-Inch, Head of Privacy & Chrome partnerships EMEA di Google

La suite Privacy Sandbox si compone attualmente di tre API: Topics, Fledge e Attribution Reporting.

Topics consente alle aziende di mostrare pubblicità rilevante agli utenti sulla base della loro attività sul browser, senza Google o società esterne abbiano informazioni sugli specifici siti visitati. Alla base del suo funzionamento c’è la produzione da parte del browser Chrome di una lista di 5 argomenti (“topics”) a cui si riferiscono i siti maggiormente visitati dall’utente (ad esempio un sito di Yoga verrà catalogato come argomento “fitness”). Quando l’utente visiterà un sito che partecipa al programma, un argomento da ognuna delle 3 settimane passate verrà condiviso con esso e i suoi partner pubblicitari, in modo da erogare pubblicità attinente. L’intero processo avviene interamente sul singolo dispositivo, senza il coinvolgimento di server esterni, di Google o altri.


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Fledge, invece, è uno strumento di remarketing. Anche in questo caso, l’intero processo avviene all’interno del dispositivo attraverso il browser: dalla visita di uno specifico sito e la memorizzazione dei suoi partner pubblicitari, all’asta pubblicitaria che includerà opportunità di partecipazione anche per quei buyer memorizzati: niente, sottolinea Google, uscirà fuori dal device.

Attribution Reporting, infine, è uno strumento per la misurazione della pubblicità che, attraverso informazioni immagazzinate su browser e dispositivi, consente di ottenere una reportistica sull’attribuzione dei risultati delle campagne, sia a livello generale (ad esempio la quantità media di acquisti) che di singoli eventi (ad esempio quali click hanno portato a conversioni).

Attualmente, ha spiegato Hanne Tuomisto-Inch, «sono in corso i primi test per le versioni web delle tre API, che coinvolgeranno alcuni milioni di utenti Chrome in tutto il mondo, inclusa l’Europa».


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«I test sulle app Android cominceranno più avanti nel corso di quest’anno – ha aggiunto Ben Galbraith –: sia per Chrome che per Android potrà capitare a utenti scelti a caso di ricevere un avviso della partecipazione al test delle nuove soluzioni di privacy di Google, ma potranno scegliere di non partecipare con un semplice opt-out».

Ben Galbraith, Senior Director, Product Management, Private Platforms & Experiences di Google

Ben Galbraith, Senior Director, Product Management, Private Platforms & Experiences di Google

Dopo questi test, il lancio delle tre API su Chrome è previsto nella seconda parte del 2023 (su Android le tempistiche sono più incerte), offrendo il giusto lasso di tempo per l’adozione da parte del mercato prima della dismissione dei cookie terzi nella seconda parte del 2024.

L’obiettivo, ha dichiarato Hanne Tuomisto-Inch, è di «creare una soluzione che riesca bilanciare i benefici di utenti e industria, offrendo ai primi i vantaggi di una pubblicità personalizzata senza i rischi per la privacy, e ai secondi i benefici del performance advertising senza la necessità di tracciare l’audience«. Un bilanciamento per raggiungere il quale Google intende mettere a punto una soluzione “collaborativa” con il contributo degli operatori, per rispondere al meglio alle esigenze di tutti.

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