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09/06/2021
di Teresa Nappi

Il VOD in Europa crescerà del 12% ogni anno tra il 2021 e il 2024. Lo dice uno studio di ITMedia Consulting

Secondo il report, il modello di business che sarà maggiormente favorito dalla nuova normalità è quello dello SVOD a discapito delle pay-tv

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Tra il 2021 e il 2024 il video on demand registrerà in Europa un tasso di crescita medio annuo del 12%.

A dichiararlo è ITMedia Consulting, attraverso il report “Video on Demand in Europe: 2021-2024 - The new normal”, disponibile per tutti dal 10 giugno.

Il 2020 ha visto, in particolare, lo SVOD crescere a uno dei tassi più veloci mai registrati in Europa e nel mondo con il maggior numero abbonati aggiunti che in qualsiasi altro momento della storia.

L'accelerazione del cord-cutting e il passaggio al video streaming durante la pandemia, insieme all'espansione aggressiva dei servizi direct-to-consumer (D2C) di nuova generazione, ha portato a una migrazione più rapida del previsto verso i servizi on demand su scala globale.


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Secondo il report, il trend 2020 proseguirà nei prossimi anni, anche se un po' più lentamente, e porterà a un sostanziale aumento dei ricavi, favorendo in particolare un unico modello di business, sotto forma di servizio video in abbonamento, lo SVOD, appunto.

In termini di quote di mercato, nel periodo di tempo preso in esame, il TVOD crescerà molto meno, diminuendo di importanza con il passare degli anni. Di conseguenza, nel 2024 lo SVOD rappresenterà l'87% dei ricavi totali, mentre il TVOD rappresenterà il restante 13%.

I dati del report di ITMedia Consulting sanciscono dunque che, per la prima volta in assoluto, le persone pagheranno di più per i servizi video online a livello globale che per la pay-TV, e il conseguente aumento della spesa per lo streaming video fa sì che il video online diventi la principale fonte di entrata da tv e video a livello globale.

Pay-tv contro SVOD: la battaglia si gioca principalmente nello sport

Un settore che registrerà l'ingresso massiccio degli OTT nel mercato dei contenuti sarà lo sport. Il panorama dei big 5 del calcio in Europa (Regno Unito, Germania, Spagna, Italia e Francia) cambierà radicalmente nei prossimi anni.

Il VOD, in appena 48 mesi, passerà dal 6% della spesa totale per i diritti media al 24%, superando ampiamente il miliardo di euro. A partire dal prossimo anno più della metà del totale dei contenuti di calcio della massima serie e della Champions League sarà disponibile agli abbonati ai servizi a banda larga.

In questo scenario, i ricavi dei diritti tv sportivi dovrebbero raggiungere oltre 71 miliardi di euro entro il 2024 in tutta Europa. Di questa enorme cifra, i più redditizi saranno ancora i diritti calcistici, che dovrebbero passare da 11 a 27 miliardi di euro durante questo lasso di tempo.

Ciò sarà determinato principalmente dal pubblico dei primi 5 campionati europei in Asia e Nord America. Quello che emerge in sostanza è che il vecchio e quasi monopolistico sistema delle poche pay-tv che detengono i diritti della stragrande maggioranza dei principali campionati europei sembra essere messo in discussione, a favore dell'avvento degli OTT, come Amazon, DAZN e così via.


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Al contempo, la proposta di valore dei servizi VOD per i consumatori europei ha cambiato rapidamente le loro aspettative: poter consumare contenuti (premium) sempre, ovunque e su qualsiasi dispositivo, senza interruzioni come la pubblicità o senza una settimana di attesa per il prossimo episodio della serie tv, a un costo molto inferiore rispetto alla tradizionale pay-tv, con un'interfaccia facile da usare e una buona esperienza utente, ha provocato un cambiamento per gli abbonati nella percezione del valore dei servizi di media tradizionali e delle loro offerte.

Netflix ha raggiunto un nuovo traguardo nel 2020 in Europa: dopo essere stato il servizio con il maggior numero di abbonati, ha raggiunto il 6,1% dei ricavi dei gruppi televisivi in Europa, dietro solo a Comcast, che gestisce il servizio di pay-tv Sky.

Questo scenario ridefinito scenario porterà alla crescita dei servizi VOD che ITMedia Consulting prevede per i prossimi anni.

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