In un momento in cui più che mai il Paese avrebbe bisogno di fare sistema per rilanciarsi, presso molte aziende sembra permanere una certa “esterofilia” nella scelta dei partner pubblicitari, non del tutto giustificata specialmente se i valori su cui fanno leva per la propria comunicazione sono quelli del “Made in Italy”.
E' ciò che ha voluto sottolineare, con il consueto tono sarcastico, il noto pubblicitario Cesare Casiraghi, fondatore e direttore creativo dell'agenzia di comunicazione integrata casiraghi greco&, in un annuncio pubblicitario pubblicato martedì sul Corriere.
“Aziende italiane che parlano di prodotti italiani, di orgoglio italiano, e scelgono agenzie pubblicitarie straniere! Quando si dice la coerenza.”, recita l'annuncio firmato dall'agenzia, che si chiude con il payoff della casiraghi greco&: “agenzia di pubblicità italiana al 100%”
Ma con chi ce l'ha Casiraghi? Non c'è un destinatario in particolare ma è una tirata d'orecchio “di sistema”, ci ha detto il pubblicitario, che abbiamo contattato telefonicamente per un commento. Nessun riferimento, in particolare, a Barilla, che in queste settimane è impegnata in una vistosa e articolata campagna pubblicitaria per il lancio della nuova Pasta Classica “100% grano italiano” realizzata insieme a un'agenzia olandese, la 72andSunny Amsterdam. «Non mi permetterei mai di criticare le singole e legittime scelte di un'azienda, tantomeno di Barilla – ci ha risposto il creativo -. Ognuno deve essere libero di selezionare il proprio partner in funzione dei propri bisogni e obiettivi. Noi, dal canto nostro, facciamo dell'essere un'”agenzia 100% italiana” un elemento distintivo del nostro posizionamento da oltre 15 anni, e dunque la nostra non è una campagna strettamente legata all'attualità».
«D'altro canto – ha detto Casiraghi a Engage - in un momento in cui tante aziende si stanno facendo portabandiera di determinati valori, e chiedendo ai consumatori di scegliere l'italianità, un po' di coerenza farebbe piacere. Se ti professi vegano poi non dovresti mangiare carne a cena», osserva con ironia il creativo.
Nessuna accusa in particolare, dunque, ma piuttosto la denuncia della carenza, oggi più attuale che mai, di quella voglia di “fare sistema” che a parere di Casiraghi è un problema annoso dell'Italia, e non solo nel settore pubblicitario. «Questo è un Paese che fatica storicamente a fare squadra, a dotarsi di un “progetto” idoneo a valorizzare il talento e le competenze locali in un percorso di crescita comune. In molti Paesi con cui ci confrontiamo questo succede molto di più, e i risultati si vedono. Non sto parlando di «sovranismo» ma di una visione d'insieme, in cui anche il settore della pubblicità potrebbe e dovrebbe fare la sua parte», conclude il creativo.