Paramount ha formalizzato un’offerta ostile da 108 miliardi di dollari per acquisire l’intera Warner Bros. Discovery, rilanciando dopo l’accordo vincolante annunciato da Netflix nei giorni scorsi. Il tentativo, presentato come un’operazione “superiore in ogni dimensione”, mira a ribaltare l’intesa tra Netflix e WBD, e porta con sé implicazioni industriali, finanziarie e politiche.
Come riportato dall’ANSA, l’amministratore delegato David Ellison ha spiegato che l’offerta di Paramount sarebbe “migliore per gli azionisti e più vantaggiosa per l’industria dell’intrattenimento”, sostenendo che quella di Netflix rappresenti un’“offerta inferiore” e “anticoncorrenziale”.
Secondo Variety, la proposta di Paramount prevede un’offerta in contanti da 30 dollari per azione e riguarda l’intero perimetro di Warner Bros. Discovery, inclusi gli asset televisivi come CNN, TBS e TNT, non compresi nella proposta di Netflix.
Come riportato da Bloomberg, tra i principali sostenitori dell’operazione figurano: il Public Investment Fund dell'Arabia Saudita (fondo PIF), il Qatar Investment Authority, il fondo L’imad di Abu Dhabi, Affinity Partners, il veicolo di investimento guidato da Jared Kushner, genero di Donald Trump, il fondo RedBird Capital e Larry Ellison, padre di David Ellison.
I fondi del Golfo e Affinity Partners hanno accettato di rinunciare a qualsiasi diritto di governance, una scelta che punta a evitare il coinvolgimento del CFIUS sui capitali esteri. Come ricorda l’ANSA, nella prima versione dell’offerta che Paramount aveva lanciato per l’acquisizione, era presente anche Tencent, sulla quale il consiglio di amministrazione di Warner Bros. aveva espresso perplessità. Paramount ha quindi escluso il gruppo cinese e chiarito che anche i fondi sovrani sauditi avrebbero rinunciato a ogni forma di governance.
Il ruolo del presidente USA e le possibili implicazioni politiche
L’offerta Paramount arriva dopo le perplessità espresse da Trump su un eventuale via libera all’accordo tra Netflix e WBD. Come riportato dall’ANSA, il presidente aveva commentato che l’operazione “potrebbe essere un problema” dal punto di vista antitrust, evidenziando il rischio che Netflix, con Warner Bros., “cresca ancora” concentrando troppo potere nel mercato dello streaming.
Tuttavia, parlando con i giornalisti, Trump ha evitato di prendere posizione nel confronto diretto tra i due gruppi. Come riferito da The Wrap, il presidente ha dichiarato: “Nessuno di loro è particolarmente un mio grande amico" e ancora: "farò ciò che è giusto per il Paese”. Interpellato sul coinvolgimento del genero Kushner nell’offerta di Paramount, Trump ha precisato: “Non ho mai parlato con lui della cosa”.
Paramount sostiene di offrire un percorso più rapido e sicuro
Paramount afferma che la propria proposta garantirebbe un processo regolatorio più semplice rispetto all’intesa siglata da Netflix. Nella comunicazione agli investitori, riportata da Variety, il gruppo indica un tempo di chiusura stimato entro 12 mesi, contro i 12–18 mesi previsti da Netflix.
Ellison, rivolgendosi ai dipendenti in un memo diffuso e pubblicato da The Wrap, ha sostenuto: “La nostra offerta è superiore a quella di Netflix in ogni dimensione" e garantendo "un percorso regolatorio più chiaro e un futuro pro-Hollywood, pro-consumer e pro-competition”. Paramount ha inoltre ribadito l’impegno a rafforzare la produzione cinematografica, annunciando l’intenzione di distribuire oltre 30 film nelle sale qualora l’operazione andasse in porto, in contrapposizione alla strategia streaming-first tipica di Netflix.
Una decisione che ora passa agli azionisti di Warner Bros.
Come racconta The Wrap, nella giornata di lunedì Warner Bros. Discovery ha dichiarato che “esaminerà attentamente” l’offerta e fornirà una raccomandazione agli azionisti entro 10 giorni lavorativi, come previsto dalla normativa statunitense. Secondo Variety, l’offerta Paramount garantirebbe agli azionisti 18 miliardi di dollari in contanti in più rispetto a quella di Netflix.