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22/06/2023
di Andrea Di Domenico

Ecommerce B2b, la crescita rallenta dopo la pandemia. Transato a 468 miliardi di euro, +3% sul 2021

Differenti livelli di dotazione tecnologica tra le imprese, standard di filiera eterogenei e bisogni diversi da settore a settore frenano lo sviluppo del comparto secondo l’Osservatorio Digital B2B del Politecnico di Milano

Ecommerce B2B: tra le aziende italiane solo un ordine su cinque è scambiato tramite strumenti digitali

Ecommerce B2B: tra le aziende italiane solo un ordine su cinque è scambiato tramite strumenti digitali

Non decolla l’ecommerce B2B in Italia: secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Digital B2B della School of Management del Politecnico di Milano, nel nostro Paese, nel 2022 il valore degli acquisti in cui gli ordini sono scambiati in formato digitale dalle imprese ha raggiunto i 468 miliardi di euro. Il dato è in crescita del 3% sul 2021, ma considerando la crescita complessiva dell’economia l’incidenza è ferma al 21% sul totale del transato B2B italiano.


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È la prima volta dal 2015 che l’incidenza rimane stabile rispetto all’anno precedente, suggerendo l’inizio di una fase di consolidamento degli investimenti realizzati durante la pandemia, quando diverse aziende hanno introdotto nuovi strumenti e canali digitali. Nonostante un livello di adozione mediamente alto delle tecnologie per le transazioni digitali (tra EDI, Portali B2B e Piattaforme B2B, Marketplace B2B e siti propri B2B), la penetrazione dell’eCommerce B2B risulta ancora bassa, con appena un ordine su cinque scambiato tramite strumenti digitali.

L’Italia vanta un primato europeo nella fatturazione elettronica, avendo introdotto l’obbligo generalizzato, ma resta da completare l’ultimo tassello per la digitalizzazione completa del ciclo dell’ordine, quello della fase di consegna, che è ancora ferma al palo: oggi solamente il 34% delle imprese italiane emette Documenti di Trasporto digitali e solo una su quattro li riceve. Tra i processi amministrativo-contabili delle imprese, le attività interne sono le più digitalizzate, anche se il livello raggiunto non è ancora soddisfacente: il 65% delle imprese possiede un software gestionale ERP, il 60% certificati di firma informatica, il 53% software di conservazione digitale e sempre il 53% software per la gestione elettronica documentale. Ma a spingere verso il basso la digitalizzazione sono le PMI che registrano una diffusione di mediamente 24 punti percentuali in meno rispetto alle grandi imprese.

“La digitalizzazione nel B2b è un processo lento e complesso”, ha spiegato Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Digital B2b, giovedì a Milano nel corso del convegno “Digital B2b: chi si ferma è perduto!”. L’Italia non ha ancora raggiunto una piena maturità digitale, ha spiegato il ricercatore, “a causa di differenti livelli di dotazione tecnologica tra le imprese, standard di filiera eterogenei e bisogni diversi da settore a settore. A livello normativo, dopo l’obbligo di fatturazione elettronica, gli enti governativi faticano a trovare un nuovo innesco per proseguire la trasformazione digitale. Le imprese che durante la pandemia avevano introdotto nuovi strumenti digitali ora hanno difficoltà a inserirli in una logica strategica e integrata. A questo punto, è fondamentale non fermarsi e tracciare un percorso di evoluzione sinergico tra istituzioni e imprese”.

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