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20/01/2025
di Andrea Di Domenico

Inizia l’era Trump: TikTok tra le prime priorità del 47° presidente degli Stati Uniti

Il leader conservatore giura al Campidoglio. Tra le sue prime priorità c’è l'app di video brevi: stop al divieto e una possibile joint venture con investitori americani

Inauguration Day, Donald Trump giura come 47° presidente

Inauguration Day, Donald Trump giura come 47° presidente

Donald Trump ha giurato come 47° presidente degli Stati Uniti, segnando il suo ritorno alla Casa Bianca in un contesto politico e sociale carico di tensioni e attese. La cerimonia, ospitata dalla Rotonda del Campidoglio a causa di un’eccezionale ondata di freddo, ha richiamato l’attenzione globale come poche altre in passato, in vista di un mandato che si preannuncia ricco di conseguenze per l’America e il mondo.

Big Tech schierate alla cerimonia da record

Quella che si sta svolgendo a Washington è una delle cerimonie di insediamento più costose di sempre, con un budget stimato tra i 150 e i 170 milioni di dollari. A contribuire significativamente sono state anche le grandi compagnie tecnologiche americane: Meta, Amazon, Google e Microsoft hanno donato ciascuna 1 milione di dollari o più al fondo per l’inaugurazione, segnando un riavvicinamento strategico alla nuova amministrazione conservatrice.

Lo conferma la presenza dei vertici delle Big Tech alla cerimonia: oltre a Elon Musk, ci sono Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Sundar Pichai e Tim Cook (tra gli ospiti internazionali, anche Giorgia Meloni, unica premier europea invitata). La partecipazione dei leader tecnologici riflette, secondo un giudizio pressoché unanime, le aspettative per una presidenza che potrebbe portare a un clima regolatorio ed economico più favorevole per le grandi tech company americane, in netto contrasto con le pressioni subite negli ultimi anni.

TikTok al centro delle priorità presidenziali

E a proposito di Big Tech, tra i dossier più urgenti sul tavolo presidenziale spicca la questione TikTok. L’app cinese di video brevi, oscurata e poi ripristinata negli Stati Uniti nel corso del weekend, è al centro di una disputa legata alla sicurezza nazionale, con l'accusa che i dati degli utenti americani potessero essere accessibili al governo cinese attraverso la società madre ByteDance.

Donald Trump aveva già annunciato domenica, attraverso il suo social Truth, l’intenzione di firmare un decreto esecutivo per sospendere temporaneamente il divieto sull’app, aprendo così la strada a nuove trattative. Questo provvedimento, che sarà incluso tra i quasi 100 ordini esecutivi che Trump firmerà nelle prime ore del suo mandato, punta a "salvare" TikTok e a creare le condizioni per una soluzione definitiva.

Alla cerimonia di insediamento era presente anche Shou Zi Chew, Ceo di TikTok, un chiaro segnale della rilevanza attribuita dall’azienda alla vicenda. Una delle opzioni sul tavolo per risolvere la disputa è la creazione di una joint venture tra ByteDance e nuovi investitori americani, in cui gli Stati Uniti avrebbero una partecipazione del 50%. “Senza il via libera americano, non c’è TikTok. Con il nostro via libera vale centinaia di miliardi di dollari,” ha affermato Trump, ribadendo l'importanza strategica degli USA per l’app.

TikTok, dal canto suo, si è detto pronto a collaborare con la nuova amministrazione per garantire una soluzione di lungo termine. L’esito della questione resta comunque incerto, benché la determinazione di TikTok di mantenere il servizio negli Stati Uniti e le soluzioni proposte da Trump potrebbero segnare un punto di svolta. Con TikTok e i suoi 170 milioni di utenti negli Usa, insomma, Trump si gioca una delle prime sfida del suo mandato.

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