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14/06/2021
di Cosimo Vestito

Podcastory si prepara a lanciare l’audio native, nuova modalità di erogazione degli annunci

Presuppone la conversione audio degli articoli e l’inserimento al suo interno di una o più inserzioni

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Podcastory si prepara a lanciare l’audio native, una nuova modalità di erogazione degli annunci audio perfettamente integrata al testo della pagina e al suo contesto editoriale e grafico. Presuppone la conversione audio degli articoli e l’inserimento al suo interno di uno o più audio roll, e per questo è chiamato anche “audio in-article”.

Partendo da contenuti editoriali, il progetto punta alla costruzione di contenuti audio con voci di qualità e caratterizzati da correlazione semantica anche grazie all’Intelligenza Artificiale. L’evoluzione del progetto e la sua resa operativa, previsti per la fine dell’estate, sono seguiti da un team di ricerca & sviluppo internazionale.


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 “La nuova soluzione è in beta su alcuni editori premium scelti da noi, ma chiunque voglia candidarsi ad entrare nella fase di testing può iscriversi su https://audioboost.podcastory.it/”, spiega Davide Schioppa, Ceo di Podcastory, “Grazie a tutto questo porteremo in Italia il Native Audio, soluzioni front-end per favorire il seeding e l’audio advertising”.

L’obiettivo è creare sul mercato italiano un nuovo sistema di distribuzione audio integrato al contenuto come driver sia per la pianificazione pubblicitaria che per il seeding dei contenuti audio, il che permetterà di offrire un servizio aggiuntivo e prospettare una fonte di ricavi inaspettata per gli editori, spiega la nota.


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“Nella mia carriera”, continua Schioppa, “ho avuto modo di sperimentare direttamente la potenza del native advertising e credo che unire questo mondo a quello dell’audio possa offrire uno scenario completamente nuovo. Portare i contenuti anche fuori dalle piattaforme di podcasting, in questa fase, può aiutare a diffondere la cultura del podcast presso gli utenti, facendo scoprire a tanti la potenza dell’ascolto e, dall’altra parte, potrebbe portare ai brand una reach potenzialmente più ampia.”

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