MFE - MediaForEurope chiude un 2025 che Pier Silvio Berlusconi definisce “straordinario”, un anno in cui il gruppo consolida il proprio progetto industriale in Europa e rafforza la leadership editoriale in Italia. «Non siamo più quello che eravamo prima», ha affermato l’amministratore delegato nell’incontro di fine anno con la stampa. «Con sette anni di lavoro, determinazione e coraggio abbiamo dato al gruppo una nuova dimensione. Oggi siamo davvero una multinazionale, l’unica multinazionale italiana nel settore dei media».
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La crescita si articola lungo tre direttrici: prodotto, sviluppo crossmediale e espansione internazionale. Con l’ingresso nella portoghese Impresa e soprattutto il consolidamento di ProSiebenSat.1, MFE raddoppia la propria portata da 110 a 220 milioni di individui raggiunti in Europa, dando forma a un «broadcaster pan-europeo» da oltre 7 miliardi di euro di ricavi complessivi e 729 milioni di euro di risultato operativo. È già allo studio un piano di integrazione che, secondo Berlusconi, «potrà portare a un miglioramento del risultato operativo fino a 315 milioni di euro entro 4 anni».
A livello organizzativo, il Ceo conferma di essere al lavoro su un nuovo modello di governance: «Stiamo lavorando per dare a MFE una nuova organizzazione, perché dobbiamo passare da una holding finanziaria a una società operativa che guida in maniera diretta i diversi Paesi».
Il Ceo ha chiarito anche il metodo con cui intende procedere: «Penso che faremo la cosa più semplice: io porterò in MFE gli uomini e le donne a me più vicini», indicando un rafforzamento della struttura centrale con figure di sua diretta fiducia. Parallelamente, è previsto un intervento sui singoli mercati: «Doteremo di vertici in parte rinnovati i vari Paesi, e questo avverrà di sicuro per la Germania», dove l’integrazione con ProSiebenSat.1 richiederà un cambio di passo immediato. In questo quadro, Berlusconi ha confermato la nomina di Simone Sole a Cfo di MFE al posto di Marco Giordani, diventato nel frattempo Ceo di Prosieben.
Audience e prodotto: Mediaset primo editore per il terzo anno consecutivo
La dimensione industriale europea si accompagna a una forte solidità editoriale in Italia. «Siamo il primo editore per il terzo anno consecutivo, con il 37,5% di share nelle 24 ore sul target individui», ha annunciato Berlusconi. «Cresciamo controcorrente rispetto agli altri broadcaster e resistiamo più degli altri nel confronto con le piattaforme».
Il Direttore del Marketing Strategico di Mediaset, Federico Di Chio, è entrato nel dettaglio: «Nel totale anno siamo davanti a tutti e cresciamo dello 0,7% rispetto allo scorso anno. Nella fascia 21:30 – 23:30 arriviamo al 40,2% sul target 15–64». I risultati autunnali hanno ulteriormente consolidato il primato, con il 38,2% sul totale giornata e il 40,4% nel prime time classico.

Un momento dell'incontro con la stampa a Cologno
Un contributo decisivo è arrivato da La Ruota della Fortuna, che ha dato nuovo slancio all’Access Prime Time: «A novembre ha registrato 5,2 milioni di spettatori medi, a dicembre 5,3 milioni». Nel complesso tutte le reti generaliste segnano performance positive: Canale 5 supera Rai 1 sul totale individui, Italia 1 amplia la leadership sui giovani, mentre Rete 4 supera La7.
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Sul fronte dei GRP e dei consumi video, il gruppo conferma la propria leadership industriale. «Abbiamo raggiunto il 55% dei GRP prodotti e superato per la prima volta i 10 miliardi di video visti», afferma Di Chio. «Più della metà del tempo speso nel video digitale italiano è nostro. Nella logica della Total Audience, il digitale oggi si aggiunge e rafforza gli ascolti TV».
All’offerta multipiattaforma si aggiunge un asset in forte trasformazione: la radio. «La nuova ricerca Audiradio porterà anche l’audio verso una vera total audience», ricorda Di Chio, che ha ricordato l’ingresso di Radio Norba e Radio Norba Music nel perimetro del gruppo. «Mettere insieme televisione, digitale, radio e DOOH ci dà una ricchezza di occasioni di comunicazione unica nel mercato europeo».
Espansione internazionale: Francia e UK restano nel radar
Lo sviluppo di un ecosistema integrato è, nelle parole di Berlusconi, «uno dei nostri elementi più efficaci, e sarebbe molto giusto replicarlo in ogni Paese». Non sarà però un processo automatico: «Ogni mercato è una storia a sé. Abbiamo costruito il modello italiano in anni, passo dopo passo. In Germania e Italia partiamo da piattaforme digitali già molto solide - Joyn e Infinity - ma servirà tempo e tanto lavoro per rafforzare l’offerta in modo comparabile in tutti i Paesi».
Alle domande dei giornalisti su eventuali nuove operazioni in Europa, Berlusconi non nasconde le sue aspirazioni, pur riconoscendo la complessità del contesto. «La Francia sarebbe un sogno: TF1 e M6 sono realtà con cui abbiamo parlato, ma non si è arrivati a niente». Sulla possibilità di guardare al Regno Unito è altrettanto diretto: «ITV ci piacerebbe tantissimo, ma ITV è molto grande e ha tante anime al proprio interno. Se ci fosse uno split tra contenuti e broadcasting sarebbe diverso, ma oggi è molto difficile».
«Soddisfatti, ma non appagati»
Berlusconi ha espresso poi una valutazione sull’andamento del mercato pubblicitario negli ultimi mesi del 2025, sottolineando come lo scenario sia molto complesso nei tre principali Paesi in cui opera MFE. «Non è dal punto di vista del mercato un bel quadrimestre», ha detto. «Tutti e tre i Paesi vedono investimenti pubblicitari in deciso calo: in Spagna il mercato TV ha toccato il –10%, in Germania siamo circa al –8, e in Italia c’è un meno molto più piccolo, intorno al –2%».
Il Ceo ha voluto soffermarsi anche sul tema che considera uno dei nodi più critici per il futuro dell’industria europea: la concorrenza con i grandi player digitali. «Il mondo dei media è sotto stress», ha affermato. «E questo accade anche per la terribile concorrenza dei giganti del web».
«Hanno dei vantaggi enormi», ha spiegato. «Sul fronte delle tasse sono avvantaggiati rispetto non solo agli editori, ma a tutte le aziende dei media. E soprattutto autocertificano i propri dati, mentre gli editori devono utilizzare sistemi accurati che nascono da accordi di sistema».
Per Berlusconi, questa differenza non è solo un tema “di principio”, ma ha conseguenze molto concrete e immediate: «Tutto ciò che riescono a marginare in più grazie a questi vantaggi verrà usato per fare ancora più concorrenza agli editori».
Nonostante un quadro del genere, il Ceo ha confermato che MFE prevede di chiudere il 2025 con risultati economici molto solidi: «Sul risultato finale dell’anno restiamo positivi. Non mettiamo in discussione la capacità di fare utili, di fare un utile più alto dell’anno scorso e di garantire una distribuzione di dividendi simile a quella dell’anno precedente».
Poi la riflessione più ampia, tra realismo e ambizione: «Siamo soddisfatti? Sì. Appagati? Assolutamente no. Abbiamo l’ambizione, la solidità e il coraggio per creare un gruppo capace di competere a livello globale. La TV è il cuore, ma deve dialogare con il futuro. In MFE abbiamo costruito le basi per un nuovo futuro e continueremo a lavorare in questa direzione».