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20/04/2020

Il futuro post Covid-19? Cauto ottimismo tra gli italiani

Dallo studio di Beintoo emerge un quadro positivo sul piano economico e con qualche preoccupazione destata dalle occasioni sociali di aggregazione

Nell’Italia del lockdown da alcuni giorni si parla in modo più concreto della cosiddetta fase due, un periodo in cui si inizieranno ad ingranare le marce per far ripartire, lentamente e con le giuste precauzioni, il motore economico-sociale del nostro Paese. Uno studio di Beintoo mostra come gli italiani guardino ancora al prossimo futuro con sguardo positivo. La società ad tech specializzata in mobile advertising e location intelligence recentemente acquisita da Publitalia '80 (ne abbiamo parlato qui) ha, infatti, condotto una ricerca, nel periodo compreso tra l’1 e l’8 aprile 2020, per esplorare i possibili cambiamenti nelle abitudini degli italiani durante la fase di ripresa (qui l'infografica completa).

C'è cauto ottimismo verso la fase due

Gli italiani hanno risposto alla domanda "Come ti senti rispetto al futuro?" mostrando un atteggiamento omogeneo su tutto il territorio che possiamo definire complessivamente come “ottimista-incerto” per l’85% degli utenti. Emerge chiaramente una situazione di "cauto ottimismo". Da una parte il 39% si dichiara ottimista, dall'altra l'atteggiamento pessimista è poco diffuso: gli italiani guardano ancora al futuro con sguardo positivo, nonostante il periodo di lockdown. Le abitudini dal punto di vista sociale probabilmente subiranno qualche cambiamento nel segno del compromesso. Pur rimanendo all’interno di un quadro di ottimismo, gli utenti della regione Lombardia risultano più cauti nel pensare alla dimensione sociale: solo il 33% prevede infatti di tornare ad abbracciare o dare la mano, contro il 39% della popolazione italiana. La Lombardia, dunque, avendo subito il lockdown prima del resto d'Italia, sta forse scontando un maggior impatto dell'emergenza sulle ritualità e interazioni sociali. Sull'uso dei guanti e della mascherina anche nella fase due, complessivamente, è emerso un atteggiamento cautelativo, il 43% ha infatti affermato che userà questi presidi “solo in alcune circostanze”. Sul piano economico il quadro sembra piuttosto positivo. Il 62,4% della popolazione afferma infatti che “spenderà di più o come prima”. Considerando invece la discriminante dell’età, il 64,6% degli under 35 mostra una maggiore propensione agli acquisti, rispetto al 59,5% degli over 35 che ha fornito la stessa risposta (“di più o come prima”). Nonostante il periodo di crisi, pertanto, gli italiani complessivamente si mostrano desiderosi di far ripartire l’economia a pieno regime. Preoccupano, invece, le occasioni sociali di aggregazione, probabilmente perché connotate negativamente come opportunità di contagi. La frequenza dei luoghi di svago subirà, quasi sicuramente, gli effetti dell’instabilità creata da questa pandemia. Il 46,8% alla domanda "Tornerai a frequentare stadi, palestre, cinema, ristoranti?" risponde infatti “no, passerà del tempo”. Questo dato è stato rilevato in misura maggiore soprattutto tra gli over 35, con una percentuale del 49,7%, e nella regione Lombardia (48%).

La ricerca

L’indagine è stata svolta in ambiente mobile, utilizzando il formato adv rich media proprietario denominato “Question”, ovvero un sondaggio, composto in questo caso da cinque domande a risposta multipla, erogato su un campione di utenti rappresentativo della popolazione italiana per età, sesso e distribuzione geografica. “La user experience semplice ed immediata del nostro formato, ci ha permesso di esplorare in ambiente mobile tematiche psicologiche, sociali ed economiche di grande impatto in questo momento storico. Oltre 3000 utenti, infatti, hanno aderito spontaneamente alla survey, e circa l’80% ha risposto a tutti i quesiti, confermando così le innumerevoli possibilità di utilizzo di questo strumento non solo nell’ambito del mobile advertising ma anche in quello della ricerca” afferma Fabio Cacciatore, direttore creativo di Beintoo. In questo progetto è stato coinvolto Matteo Cantamesse, docente di Psicologia Sociale della Comunicazione Mediata e Psicologia dei Media Digitali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e co-founder di Spice Research, che ha analizzato i dati raccolti ed evidenziato alcuni pattern, allo scopo di ottenere un’interpretazione più dettagliata dello stato dell’arte.

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