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30/08/2021
di Cosimo Vestito

Ecco com'è cambiato il ruolo del marketing strategist dopo la pandemia, secondo Warc

La ricerca svela insight e opportunità relativi a questa figura professionale, la cui importanza sta crescendo sempre più

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Il percorso di carriera nelle professioni strategiche in ambito marketing si sta diversificando, ma resta una mancanza di diversità nelle assunzioni. È quanto emerge dal rapporto “The Future of Strategy 2021” pubblicato oggi da Warc.

Lo studio, giunto al nono anno di pubblicazione, è basato su un sondaggio globale condotto a maggio e giugno e su interviste approfondite di Warc con marketing strategist impiegati in aziende e agenzie. Il focus di questa edizione ha riguardato il loro ruolo in evoluzione in seguito all’impatto del Covid-19 e i diversi percorsi che i giovani strategist possono intraprendere per costruire le loro carriere.


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Il documento svela insight e opportunità del ruolo, la cui importanza sta crescendo sempre più, trattando argomenti quali il numero di persone impiegate, budget, progresso della carriera, competenze, diversità, equità e inclusione.

Le principali evidenze del report sono:

  1. L’anno passato ha rivitalizzato il dialogo attorno alele questioni DEI, ma rimane una disconnessione tra la discussione stessa e l’azione all’interno dell’area strategica. L’86% degli strategist globali ha affermato che i team che lavorano sulla strategia hanno bisogno di una maggiore diversità per quanto riguarda le assunzioni, ma meno della metà adotta un framework per agire in questo senso e solo il 27% ha obiettivi concreti relativi all'assunzione di candidati appartenenti a minoranze e altri gruppi discriminati o marginalizzati;
  2. Gli strategist sono più impegnati e produttivi che mai, avendo incrementato la loro velocità di lavoro ed essendo diventati più vicini ai clienti mentre questi stavano attraversando il ciclo di crisi e ripresa. Oltre il 60% ha sentito di aver accresciuto la propria influenza durante la pandemia, una fase che ha visto un aumento di responsabilità di questa figura per quanto riguarda la direzione e la risoluzione di problemi in scenari senza precedenti;
  3. Il cambiamento nella tipologia e nel volume di lavoro degli strategist in seguito alla pandemia potrebbe accelerare una tendenza di lungo termine nei passaggi di carriera. Mentre i giovani strategist hanno più probabilità di ottenere il loro prossimo impiego in un'agenzia, quelli a metà del proprio percorso professionale hanno un desiderio crescente di esperienze più ampie e nuove sfide. Il 60% dei rispondenti è d’accordo sul fatto che i propri piani siano cambiati negli ultimi dodici mesi, il che potrebbe segnalare un significativo cambio nel futuro del peso della strategia nelle organizzazioni;
  4. Questo potrebbe essere complicato dalla diminuzione delle opportunità di formazione all’interno delle agenzie. Comunque, gli strategist continuano a pensare che la migliore esperienza sia sul lavoro nel mondo reale. In fase di assunzione, il 66% dei manager cerca una mente curiosa piuttosto che competenze specifiche;
  5. C’è una divergenza tra pianificazione upstream (lungo periodo) e downstream (breve periodo), con la maggior parte degli strategist che cerca opportunità upstream per avere un impatto più largo possibile. I professionisti stanno guardando sempre più a carriere in aziende, agenzie di consulenze e come freelance per trovare questa opportunità.

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