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29/05/2023
di Francesco Leone

Connected Tv, il rapporto degli italiani con la pubblicità: lo studio di The Trade Desk e YouGov

Alti costi e troppa scelta frenano rinnovi e iscrizioni, 3 italiani su 5 sono favorevoli ad inserimenti pubblicitari laddove sino ad oggi non erano contemplati, in cambio di un minor costo dell’abbonamento

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Come è cambiato il rapporto tra gli italiani e la pubblicità alla luce degli ultimi sviluppi in fatto di tendenze e novità nell’ambito delle piattaforme di streaming? Uno studio condotto da The Trade Desk e YouGov ha analizzato come stanno evolvendo le abitudini di fruizione dei contenuti streaming in relazioni alle nuove opportunità per il marketing e la pubblicità.

Dal report “Italia Connected Tv” emerge che il tema economico è quello che pesa di più sulle tasche dei telespettatori italiani: secondo la ricerca, dal campione degli intervistati è emerso che il 45% afferma di aver annullato l’iscrizione a diversi servizi di streaming e un altro 19% ha affermato di non voler rinnovare l’abbonamento in futuro.

È proprio in questo scenario che le soluzioni “ad supported”, ovvero quelle che offrono un canone mensile gratuito o ridotto a fronte di inserimenti pubblicitari, sembrano essere maggiormente gradite. A tal proposito, il 67% degli spettatori italiani intervistati con un account Netflix e il 69% degli abbonati a Prime Video afferma, infatti, di essere ‘molto’ o ‘abbastanza’ propenso a scegliere l’opzione più economica, quando questa sarà disponibile.


Guarda il video: LA CTV SOTTO I RIFLETTORI: MEDIA PLANNING E BUDGET PUBBLICITARI


In termini di propensione alla spesa quasi due terzi (circa il 65% ndr.) dei consumatori intervistati dichiara un tetto di spesa 30 euro al mese per accedere a più servizi streaming, questo accresce il potenziale per le piattaforme free o a basso costo grazie all’inserimento dalla pubblicità.

La conferma giunge dalle risposte del 59% dei telespettatori italiani intervistati: questi preferirebbero un servizio gratuito finanziato dalla pubblicità, oppure un servizio meno costoso sostenuto da spot pubblicitari che però siano rilevanti e limitati. Dallo studio, poi, emerge anche come il 35% dei telespettatori italiani intervistati afferma di volere “meno pubblicità in generale”, il 40% di gradire “meno interruzioni pubblicitarie” e il 37% di desiderare “interruzioni pubblicitarie più brevi”.

In sostanza, secondo lo studio portato avanti dall’ advertising technology platform globale in sinergia con società internazionale di ricerche di mercato e data-analyst, si può concludere che 3 italiani su 5 sono favorevoli ad inserimenti pubblicitari laddove sino ad oggi non erano contemplati, in cambio di un minor costo dell’abbonamento.

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