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25/05/2023
di Andrea Di Domenico

Wavemaker lancia BEasT, il tool per prevedere e misurare l’efficacia del branded content

Il nuovo strumento permette di valutare con un unico indicatore le attività che coinvolgono influencer, talent, media partnership comparandole tra di loro e con le altre attività media

Luca Vergani, Ceo di Wavemaker Italy

Luca Vergani, Ceo di Wavemaker Italy

In un momento storico in cui la sensibilità delle aziende sull’attenzione ai contenuti di brand da parte dei consumatori è particolarmente forte, Wavemaker Italy annuncia il lancio di BEasT: acronimo di Brand Experience Assessment Tool, è un sistema completo di valutazione, comparazione e potenziale selezione per tutte le attività di branded content, sviluppato dall’agenzia guidata da Luca Vergani con l’obiettivo di aiutare i clienti a prendere decisioni sempre più efficaci in questo campo.

Media partnership editoriali, collaborazioni con talent & creator, attivazioni speciali sono tutte attività che sono sempre risultate complesse da valutare e comparare in maniera univoca in termini di risultati ed impatto a causa della mancanza di una “currency” comune ed un framework completo sul mercato.


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“Con BEasT, per la prima volta, le aziende hanno la possibilità di confrontare le attività di branded content con i progetti che hanno un riscontro più diretto sul business. Offriamo ai brand un sistema completo per aiutarli a prendere decisioni sempre più informate ed efficaci” afferma Filippo Giannelli, Strategy Lead di Wavemaker Italy.

Grazie a un algoritmo proprietario e a una solida metodologia di analisi, BEasT offre la possibilità di mettere a confronto con un unico indicatore attività per loro natura molto diverse per obiettivi, dimensione, tipologia, budget, touchpoint e/o supporto media, valutandone i risultati complessivi, anche rispetto ai costi associati e alle specifiche modalità di amplificazione delle attività.

Come funziona BEasT?

Lo strumento valuta i due momenti principali all’interno del processo decisionale relativo alle attività di branded content e progetti speciali: ex-post ed ex-ante. Più nel dettaglio, spiega Wavemaker in una nota:

Fase ex-post: nella fase ex-post – cioè a progetto concluso – il BEasT permette di post valutare efficacemente ogni attività di branded content, i progetti speciali, le attivazioni social o BTL, con un duplice beneficio: da un lato misura in modo univoco efficacia ed efficienza delle iniziative di branded content, analizzando i risultati del singolo progetto su livelli diversi, quantitativi e qualitativi (visibilità, ingaggio e rilevanza), e ricavandone, per la prima volta, un indicatore sintetico complessivo denominato Roi-x; dall’altra, proprio grazie a questo indicatore, consente una comparazione di iniziative diverse per mix, varietà di kpis e dimensione di investimento a sostegno, che fino ad oggi erano difficilmente confrontabili fra loro.

Nell'immagine: un esempio di confronto tra progetti di branded content usando l'indicatore Roi-x

Fase ex-ante: Nella fase ex-ante – cioè in fase di sviluppo del progetto – il BEasT supporta i clienti nello scouting di potenziali partner e community da coinvolgere, con l’obiettivo di identificare le soluzioni che possano risultare più efficaci rispetto agli specifici obiettivi. Questa valutazione avviene sia su metriche quantitative, stimando i potenziali risultati del pool di partner in analisi, sia su logiche qualitative, indagando il “fit” e la miglior affinità di un determinato player rispetto ad altri, in termini di tone of voice, obiettivi e target di riferimento dell’attività in pipeline. Questa fase, inoltre, permette di valutare il potenziale del singolo partner in termini di visibilità ed engagement in relazione anche ai benchmark di agenzia.

Evolvere verso l'efficienza

Oltre al suo funzionamento basato su una robusta metodologia data driven, la provocazione di BEasT è quella di favorire l’adozione e lo sviluppo di un mindset strategico di misurazione su progetti e iniziative speciali molto diverse tra di loro. Un passaggio fondamentale per evolvere verso una comunicazione sempre più efficiente, in linea con gli obiettivi dei brand e con le aspettative dei consumatori, e per continuare a innovare una industry così in cambiamento come quella del mondo branded.

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