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25/07/2025
di Lorenzo Mosciatti

TikTok rischia la chiusura negli USA: senza l’algoritmo dei suggerimenti, niente vendita

La posizione degli Stati Uniti si inasprisce. Il Segretario al Commercio Lutnick dichiara: “Non si può avere un controllo cinese su qualcosa che gira su 100 milioni di telefoni americani. O l’algoritmo viene venduto, o TikTok verrà spento”

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Negli Stati Uniti torna a crescere la pressione su TikTok. E questa volta, il nodo dell’algoritmo dei suggerimenti sembra diventare una linea rossa non più aggirabile. Lo ha dichiarato il Segretario al Commercio Howard Lutnick in un’intervista a CNBC, sottolineando che senza il controllo statunitense sull’algoritmo, TikTok rischia di essere oscurato. Una presa di posizione che segna una svolta nei toni della trattativa: “Non si può avere un controllo cinese su qualcosa che gira su 100 milioni di telefoni americani. O l’algoritmo viene venduto, o TikTok verrà spento”.

La frase è chiara e netta. Ma resta da capire se sarà seguita da atti concreti o se si tratti di una mossa negoziale in un contesto più ampio, quello dei rapporti commerciali e tecnologici con la Cina. In ogni caso, la pressione intorno all’app cinese – e al suo futuro negli USA – torna a salire.

L’algoritmo al centro della questione

Al centro delle trattative tra Washington e ByteDance – la società cinese proprietaria di TikTok – c’è una questione cruciale: chi controllerà l’algoritmo dei suggerimenti che determina cosa vedere sulla piattaforma?

Non si tratta solo di un pezzo di codice, ma di una sofisticata tecnologia basata su intelligenza artificiale che analizza il comportamento degli utenti per costruire un flusso di contenuti personalizzato. È il motore stesso dell’app, ed è ciò che ne ha determinato il successo tra gli utenti, in particolare nella fascia più giovane.

Per questo, ByteDance è finora apparsa riluttante a includere l’algoritmo in un’eventuale cessione: rappresenta il cuore della sua proprietà intellettuale e una delle tecnologie più strategiche nel portafoglio dell’azienda. Inoltre, qualsiasi vendita dell’algoritmo dovrebbe ottenere anche il via libera da parte del governo cinese, che classifica quel tipo di AI come tecnologia soggetta a controllo all’export.

Il conto alla rovescia

La deadline è fissata al 17 settembre, data in cui scadrà l’ultima proroga concessa dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la vendita delle attività statunitensi di TikTok. La proroga arriva dopo una serie di ordini esecutivi (contestati sul piano legale) con cui il Presidente Trump ha provato a gestire gli effetti della legge approvata nel 2024, che vieta TikTok negli USA se rimane sotto il controllo di una società cinese.

In questo scenario, la dichiarazione di Lutnick segna un irrigidimento della posizione americana: non basterà una vendita parziale o senza algoritmo. Un eventuale passaggio di proprietà sarà considerato valido solo se include anche il trasferimento della tecnologia chiave.

Una vendita (quasi) pronta, ma con molte incognite

Secondo quanto dichiarato dal Presidente Donald Trump nelle scorse settimane, ci sarebbe già un gruppo di acquirenti pronto a rilevare TikTok negli Stati Uniti: “Un gruppo di persone molto ricche”, ha detto a Fox News, lasciando però nell’incertezza i dettagli.


Leggi anche: TIKTOK, TRUMP: «TROVATO UN ACQUIRENTE, PRESTO L’ANNUNCIO». TUTTI I POTENZIALI COMPRATORI


Il consorzio in questione dovrebbe comprendere Oracle, Andreessen Horowitz, Silver Lake e altri fondi di private equity. Blackstone, che inizialmente era della partita, avrebbe abbandonato.

Secondo alcune fonti, una nuova versione dell’app – priva dell’algoritmo originale – potrebbe arrivare negli USA entro settembre, ma non è chiaro quanto riuscirebbe a replicare l’esperienza utente attuale.

Il contesto geopolitico

La questione TikTok, però, non riguarda solo la tecnologia. È parte di una partita molto più ampia tra Stati Uniti e Cina, fatta di dazi, tensioni geopolitiche e trattative complesse. Proprio in questi giorni sono in corso nuovi negoziati commerciali, con una tregua temporanea destinata a scadere a fine agosto. E TikTok, che conta oltre 170 milioni di utenti solo negli USA, è diventata una pedina di valore nel braccio di ferro tra le due superpotenze.

Secondo alcune analisi, l’amministrazione Trump potrebbe usare la minaccia di chiusura dell’app per ottenere concessioni su altri fronti, come le tariffe sui prodotti cinesi.

Un colosso pubblicitario difficile da sostituire

Nel frattempo, TikTok continua a generare ricavi imponenti. Solo nel 2023, secondo MarketWatch, la piattaforma ha incassato oltre 10 miliardi di dollari di pubblicità negli USA, con una proiezione tra i 12 e i 13 miliardi per il 2024. L’engagement elevato e il pubblico giovane la rendono un asset irrinunciabile per molti brand.

Secondo Bloomberg Intelligence, la valutazione del ramo statunitense di TikTok si aggirerebbe tra i 40 e i 50 miliardi di dollari se l’algoritmo fosse incluso nell’accordo. Senza di esso, il valore potrebbe scendere alla metà.

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