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25/08/2023
di Francesco Leone

Ecco perché la foto segnaletica di Donald Trump è già il simbolo della sua nuova propaganda elettorale

Dallo scatto alla strategia comunicativa fino al ritorno su Twitter (ora X): tutto quello che c’è da sapere sulla foto che è già diventata icona dell’anno

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Non appena è stata scattata è diventata de facto la foto dell’anno. Il volto è illuminato dall’alto, il flash bianco colpisce la chioma bionda come un riflettore televisivo, Donald Trump è in abito blu, camicia bianca e cravatta rossa, i colori della bandiera statunitense, ma della spilla elettorale non c’è traccia. Lo sguardo è inarcato, le sopracciglia aggrottate. Non sorride, piuttosto sembra pronto all’attacco: il mento rientrato, gli occhi iniettati di sangue. È un’immagine cruda, priva delle bandiere e dei fronzoli che sono stati le cornici preferite dal 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, come per le foto a Mar-a-Lago o alla Trump Tower, o durante il suo mandato, e che comunicano il potere e il bagliore dorato del successo.

Donald Trump, la vicenda legata alla foto segnaletica

Ma partiamo dai fatti: questa è la prima foto segnaletica di un presidente americano, scattata dall'ufficio dello sceriffo della contea di Fulton (Ga) dopo la quarta incriminazione (si attende il processo ndr.) di Donald J. Trump.

Il 24 agosto 2023, il Tycoon è stato messo in stato di fermo in Georgia all’interno di un’indagine per cui è accusato insieme ad altre 18 persone di aver tentato di sovvertire i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 2020. Dopo essere stato condotto nel carcere di Atlanta in custodia cautelare è stato rilasciato grazie al pagamento di 200mila dollari di cauzione.


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È una foto storica, definita "drammaticamente senza precedenti" da Sean Wilentz, professore di storia americana all'Università di Princeton. "Di tutti i milioni, forse miliardi di foto scattate a Donald Trump”, dice il professore nelle dichiarazioni riportate dal New York Times, “questa potrebbe essere la più famosa”.

“È possibile”, ha aggiunto, “che in futuro questa foto segnaletica appaia come il finale di un arco politico negli Stati Uniti iniziato decenni fa, con il ‘Non sono un truffatore’ di Richard Nixon”.

In quanto tale, questa foto è un simbolo: quello dell'uguaglianza di ognuno davanti alla legge, ma può assumere anche un connotato diverso, ovvero il ricordo, prima, di una presidenza che durante il suo tramonto ha infranto le norme e, dopo, di quest'epoca, ossessionata dai social media e dallo scontro polarizzante.

Era una foto necessaria? È doveroso sapere che negli ultimi anni, diversi dipartimenti di polizia e redazioni giornalistiche in tutto il Paese hanno riconsiderato la pratica di rendere pubbliche le foto segnaletiche, considerandole pregiudizievoli in un momento in cui la colpevolezza di un soggetto non è ancora stata dimostrata.

I procuratori in capo agli altri tre casi che riguardano Trump, sia statali che federali, ad esempio, si sono astenuti dal produrre foto segnaletiche dell’ex presidente, dato che è una delle persone più riconoscibili al mondo e che non è considerato a rischio di fuga. In questo caso, sono entrate in gioco le leggi della Georgia, che hanno imposto lo scatto.

Dal tweet su X alla propaganda elettorale

A poco più di un anno dalle elezioni presidenziali statunitensi, questa foto rischia di diventare inevitabilmente il nuovo simbolo chiave della propaganda di Trump. L’ex presidente, che cerca la rielezione nel 2024, ha utilizzato la sua foto segnaletica per veicolare un messaggio. Il tutto avviene in un tweet, poco dopo che lo scatto è stato reso pubblico dalle autorità, e uno degli elementi più ironici della vicenda è che il Tycoon ha scelto di tornare proprio su Twitter (ora X ndr.): la piattaforma che lo aveva bandito a vita per incitamento alla violenza durante l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021, e che adesso lo ha riaccolto dopo il recente sblocco dei profili e delle politiche di ban operato da Elon Musk.

Quello di Donald Trump su X è un invito all’azione. Il pay off è “Interferenza elettorale, arrendersi mai!” seguito dalla sua foto segnaletica e un link per la raccolta fondi. All’interno del sito si legge "Oggi, nel carcere notoriamente violento della contea di Fulton, in Georgia, sono stato ARRESTATO nonostante non avessi commesso NESSUN REATO (...) Se puoi, per favore dona un contributo per sfrattare il disonesto Joe Biden dalla Casa Bianca e SALVARE L'AMERICA durante questo capitolo oscuro della storia della nostra nazione”.


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E proprio nel corso della storia, le foto segnaletiche sono state utilizzate come armi in diversi modi. A volte per suggerire colpevolezza, vergogna, per abbattere i famosi, come nel caso di O.J. Simpson, o addirittura sono divenute simboli di orgoglio, soprattutto per coloro che si sono opposti agli abusi di potere e alle ingiustizie legali, come nel caso delle foto segnaletiche di Martin Luther King Jr. e John Lewis, o anche di Jane Fonda, la cui foto segnaletica del 1970, dopo essere stata arrestata con la falsa accusa di contrabbando di droga, con il pugno alzato contro la guerra del Vietnam, divenne una chiamata all'azione per una generazione di donne attiviste.

Tutti elementi ben noti a Trump e al suo team di consiglieri. È molto probabile, infatti, che il tutto sia stato pianificato e pensato ad hoc: da come l’ex presidente sarebbe dovuto apparire nella foto segnaletica, a quale espressione avrebbe dovuto usare.

Dopo la prima incriminazione, il team di Trump aveva già creato una propria foto segnaletica scherzosa: nel meme una finta tabella di altezza, un cartello con un nome fasullo e lo slogan "Not Guilty" (letteralmente non colpevole), un artefatto già pronto a popolare tazze di caffè e t-shirt, come nelle migliori propagande ideologiche.

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