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11/01/2022
di Andrea Salvadori

UPA preoccupata per l'impennata dei costi energetici. Sassoli: «Possibile ricaduta sugli investimenti pubblicitari»

Agli inizi di febbraio l’associazione renderà pubblici i risultati della survey che condurrà nelle prossime settimane tra gli inserzionisti

Lorenzo Sassoli de Bianchi

Lorenzo Sassoli de Bianchi

UPA esprime per bocca del suo presidente preoccupazione per l’andamento degli investimenti pubblicitari in Italia nel 2022. Non tanto per la recrudescenza della pandemia, in parte mitigata dalla campagna vaccinale, quanto piuttosto per le spinte inflazionistiche che stanno investendo l’economia e per i maggiori costi che le imprese devono sostenere per l’approvigionamento energetico. 

«Sappiamo bene che quando c’è da tagliare, la prima voce su cui intervenire è spesso quella della comunicazione pubblicitaria», ha detto Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’associazione degli utenti, nel corso della presentazione dell’edizione 2022 di Best Brands. «Per questa ragione sono personalmente molto preoccupato, dal momento che è sicuro che l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime peserà sui bilanci di tanti inserzionisti». Upa prevede poi un tasso di inflazione, già attualmente al +4%, in aumento del 6% nel 2022. 

Secondo Sassoli, comunque, dopo l’ottimo andamento del 2021, «anche nel primo trimestre del nuovo anno la spesa pubblicitaria delle aziende vivrà una fase espansiva, anche perché tanta gente passerà più tempo in casa e sarà così più esposta ai mezzi di comunicazione, dalla televisione al digitale. I timori sono più legati a quello che avverrà dopo». Per conoscere la prima stima di Upa sull’andamento del mercato nel 2022 bisognerà ad ogni modo aspettare gli inizi di febbraio, quando l’organismo renderà pubblici i risultati della survey che abitualmente conduce tra le sue associate. 


Leggi anche: IL MERCATO PUBBLICITARIO ITALIANO NEI PRIMI 10 MESI DEL 2021


Tutto questo, ricorda Sassoli, «non ci deve far dimenticare i tanti segnali di fiducia che ci ha lasciato il 2021. L’Italia ha vinto il Nobel della fisica, ha ottenuto tanti successi sportivi, ha visto una sua band rock conquistare una fama internazionale e ha registrato una crescita senza precedenti del Pil. E ora tifa per un suo regista che concorre per l’Oscar, oltre a celebrare la prima donna che in Europa assumerà il comando della Stazione Spaziale Internazionale». Una fiducia nel futuro che però il paese, ragiona il presidente di Upa, «non può permettersi di gettare al vento, perché non dobbiamo dimenticare che siamo sempre sul filo della lama del rasoio. Il passaggio politico delle prossime settimane (l’elezione del presidente della Repubblica, ndr) dovrà dunque essere gestito bene e con intelligenza. In caso contrario rischiamo di uscire rapidamente dalla bolla positiva in cui ci troviamo oggi». 

«Ci muoviamo dunque in uno scenario di “prevedibile imprevedibilità del futuro”, con la consapevolezza però che la comunicazione pubblicitaria ha il compito di rafforzare la marca nel medio e nel lungo periodo, e non deve dunque venir sacrificata», chiosa il presidente. Soprattutto oggi che «la produzione dei beni durevoli si sta spostando sempre più ad Oriente, mentre l’Occidente è chiamato a competere sui servizi se vuole ambire a mantenere una prosperità sociale ed economica. In questo scenario, le aziende devono comunicare di più e meglio, investendo ancora di più sul digitale in quanto componente essenziale legata al mondo dei servizi».

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