di Lorenzo Mosciatti

Radio, a maggio la pubblicità cresce del 2%. Amorese: "Tanti spender poco condizionati dai fenomeni contingenti"

Nei primi cinque mesi del 2022, rileva l’Osservatorio Fcp-Assoradio, l’advertising sale del 3,6%. Aumentano gli inserzionisti (+21%), mentre tanti settori spendono di più sul mezzo anche rispetto al 2019

Investimenti pubblicitari sulla radio in crescita del 2% a maggio. Lo rileva l’Osservatorio Fcp-Assoradio nell’ambito delle attività di analisi del comparto coordinate dalla società Reply. Positivo anche il consuntivo dei primi cinque mesi, +3,6% rispetto allo stesso periodo del 2021.

“Dopo un bimestre di inizio anno un po' incerto”, spiega il presidente di FCP-Assoradio, Fausto Amorese, “prosegue con il mese di maggio, in cui è stato raggiunto il terzo risultato utile consecutivo, il buon andamento dei fatturati pubblicitari radiofonici. Nei primi cinque mesi del 2022 sono ampiamente favorevoli quasi tutti gli indicatori che, combinati fra di loro, denotano la solidità del nostro comparto. Oltre alla crescita dei fatturati pubblicitari, registriamo infatti un parallelo incremento degli inserzionisti (+21%) e delle campagne pubblicitarie (+12%)”. La diversificazione della clientela è, nello specifico, un elemento di particolare rilevanza ed attesta la duttilità del mezzo radiofonico in termini di risposta alle esigenze di pianificazione di aziende con caratteristiche differenziate in termini di volume di affari e mercati di appartenenza.

“Le nostre consuete analisi”, prosegue Amorese, “basate su un confronto in volumi di spazi (secondi), confermano nel periodo gennaio-maggio 2022 il favorevole andamento di numerosi comparti economici. Fra di essi si sono distinti in particolare Distribuzione, Abitazione, Finanza-Assicurazioni, Turismo e viaggi, Edilizia e Farmaceutici. Da evidenziare come i settori indicati esprimano un trend positivo anche se correlati allo stesso periodo del 2019, nel quale non si era ancora manifestata la crisi pandemica. Nella sostanza possiamo affermare che per diverse aziende/settori merceologici si è ormai rientrati in un contesto di relativa normalità, nel quale permangono certamente elementi di incertezza, connessi anche al conflitto russo-ucraino in corso, ma prevale comunque una gestione degli investimenti pubblicitari più riflessiva e meno condizionata dai fenomeni contingenti”.

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