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26/02/2024
di Simone Freddi

TV connessa: la scarsa trasparenza su posizioni e contenuti ostacola la crescita della pubblicità

Un report di DoubleVerify e IAB Europe evidenzia come solo il 30% degli inserzionisti ed editori in Europa e UK abbia piena visibilità sulle posizioni pubblicitarie in cui vengono visualizzati gli annunci

Foto di Connonbro Studio (via Pexels.com)

Foto di Connonbro Studio (via Pexels.com)

Mentre continuano a crescere rapidamente l’interesse e gli investimenti nella Connected TV (CTV), un nuovo report condotto da DoubleVerify e IAB Europe rivela che la pubblicità su CTV è ostacolata dalla mancanza di trasparenza e dalla necessità di controlli più approfonditi in termini di correlazione tra annunci e contenuti editoriali.

Solo il 30% degli inserzionisti e degli editori ha trasparenza totale sulla CTV

Dalla ricerca, condotta in Europa e Regno Unito, emerge come solo il 30% degli inserzionisti e degli editori ha visibilità totale sulle posizioni pubblicitarie della CTV, mentre il 27% non sa se i propri messaggi pubblicitari siano adeguati ai programmi nei quali gli annunci vengono inseriti.


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Uno studio precedente di DV ha rivelato che un terzo delle impression viene raccolto in ambienti CTV con la TV spenta, aggravando il problema delle frodi pubblicitarie che sono triplicate dal 2020 al 2022. Tuttavia, secondo lo studio più recente, mentre le verifiche sugli acquisti di CTV sono sempre più considerate a supporto di risultati di qualità, solo il 37% degli inserzionisti e il 41% degli editori dispone di una protezione antifrode. Analogamente, solo il 44% degli inserzionisti e il 39% degli editori verifica se i propri messaggi pubblicitari siano stati visualizzati o meno.

La trasparenza resta una sfida, ma il futuro della CTV è roseo

Nonostante ciò, c'è ottimismo sulla CTV, con il 95% degli inserzionisti e l'89% degli editori che credono nell'addressability e nell'azionabilità come vantaggi chiave.

Per gli inserzionisti, in particolare, la TV connessa rappresenta un canale allettante per ampliare e incrementare il pubblico raggiungibile attraverso la TV tradizionale. La metà degli intervistati (51%) ha citato le dimensioni (scala) come una delle proprie priorità principali; e anche se i CPM (Cost Per Mille, costo per mille impression) sulla CTV sono di solito maggiori di quelli relativi ad altri canali digitali, il 51% degli inserzionisti vede l’investimento in CTV anche come un modo per ottimizzare i costi rispetto alla TV tradizionale.


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Da parte degli editori, invece, l’attenzione viene posta sulla possibilità di fornire al mercato un’offerta qualitativamente elevata e target di pubblico qualificato. La priorità principale per il 51% degli editori che hanno risposto al sondaggio è quella di convincere nuovi partner ad iniziare a fare pubblicità sulla CTV.

In tale scenario, la collaborazione tra inserzionisti ed editori e l'integrazione della CTV nel media mix sono considerate fondamentali per ottimizzare l'efficacia pubblicitaria, secondo gli autori della ricerca, che si è avvalsa anche dei contributi di The Heineken Group, easyJet, Samsung Ads Emea, Omnicom Media Group UK, GroupM, the7stars, e-dialog, Microsoft Advertising, Magnite, PubMatic e Yahoo.

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