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08/10/2021
di Caterina Varpi

Connected tv, il video il formato pubblicitario preferito dagli utenti italiani. I dati di Criteo

Alberto Torre, Managing Director di Criteo in Italia: «La CTV permette di lavorare bene in ottica di targeting per andare a identificare audience qualificate»

Alberto Torre

Alberto Torre

La connected tv cresce in Italia: la metà dei consumatori italiani afferma che i servizi di video streaming hanno influenzato le loro decisioni di acquisto e oltre la metà conferma di aver acquistato un servizio a seguito di un annuncio video. Sono queste alcune delle evidenze che emergono dallo studio "The State of Video & Connected TV" di Criteo, azienda tecnologica che offre la Commerce Media Platform leader a livello globale. La ricerca ha coinvolto, nel secondo trimestre 2021, 9.000 clienti a livello globale, inclusi 1.000 italiani, per indagare le loro abitudini di visualizzazione e preferenze pubblicitarie per i servizi di video streaming.

Per quanto riguarda il nostro Paese, l'evoluzione della CTV continuerà anche nei prossimi mesi, con risvolti anche dal punto di vista pubblicitario, come spiega a Engage Alberto Torre, Managing Director di Criteo in Italia: «La CTV avrà uno sviluppo interessante anche in Italia. Abbiamo l'esempio del mercato statunitense dove la connected tv è importante e tutto ci dice che il trend crescerà anche da noi. Si tratta di un device a tutti gli effetti che permette di lavorare bene in ottica di targeting per andare a identificare audience qualificate».


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Il video è il formato pubblicitario preferito dagli utenti italiani. I 5 trend della ricerca

Vediamo più nel dettaglio quali sono le cinque tendenze emerse dalla ricerca.

  1. Per 3 spettatori su 5 cresce la fruizione di video a pagamento, mentre per oltre la metà la visualizzazione di servizi di streaming gratuiti. Il 59% trascorre più di 5 ore a guardare contenuti a pagamento e un terzo passa più di 5 ore a settimana a visualizzare contenuti gratuiti.
  2. Quasi la metà degli spettatori italiani (52% della Generazione Z, 50% dei Millenial, 45% della Generazione x, 42% dei Boomer) apprezza il video streaming perché consente loro di guardare contenuti nuovi e originali. Il 18% degli spettatori concorda sulla migliore qualità dell’offerta dei servizi di video streaming e il 19% su un miglior rapporto qualità-prezzo rispetto alla televisione via cavo o satellitare.
  3. Il 54% degli intervistati reputa di primaria importanza il costo dell’abbonamento nella scelta di un servizio di video streaming, il 51% degli spettatori la possibilità di accedere a contenuti di alta qualità e il 48% quella di cancellare il proprio abbonamento in qualsiasi momento. 3 spettatori su 4 sono contenti di guardare questi servizi con un abbonamento interamente o parzialmente finanziato dalla pubblicità.
  4. Il video è il formato pubblicitario preferito dagli spettatori italiani, metà di loro apprezza gli annunci video perché sono più coinvolgenti. Nello specifico, la maggior parte preferisce gli annunci pre-roll rispetto a quelli mid-roll.
  5. 2 consumatori su 5 affermano che le loro decisioni di acquisto negli ultimi 12 mesi sono state influenzate dai servizi di video streaming. 2 su 3 cercano prodotti e servizi principalmente sul proprio laptop, tablet o smartphone e oltre la metà conferma di aver acquistato un servizio a seguito di un annuncio video.

I device più utilizzati per guardare servizi di video streaming sono la smart TV per l’83%, il laptop o il PC per il 59%, lo smartphone per il 56%, il tablet per il 42% e la console di gioco per il 18%.

Netflix, YouTube e Amazon Prime Video sono i servizi di video streaming più utilizzati in Italia, scelti rispettivamente dal 66%, 54% e 55% degli spettatori.

Infine, in termini di predisposizione al pagamento a fronte di un servizio, i consumatori tendono a pagare di più per i servizi via cavo che per lo streaming: metà degli spettatori di video streaming spende meno di 26 euro al mese, mentre solo 3 su 10 spendono una cifra inferiore ai 26 euro al mese per servizi via cavo/satellite.


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Gli annunci video spingono le ricerche e gli acquisti

Il video si conferma il formato pubblicitario preferito dai consumatori italiani: il 48% considera gli annunci video coinvolgenti, mentre il 39% divertenti. Al 50% degli spettatori piace vedere annunci video che mostrano prodotti e servizi rilevanti, mentre per il 46% è importante che forniscano informazioni utili e pertinenti. Il 24% preferisce che gli annunci vengano visualizzati dopo i contenuti video, mentre il 21% prima, in entrambi i casi per non essere interrotti nella visione.

I servizi di video streaming influenzano inoltre la scoperta dei prodotti e le decisioni di acquisto tra generazioni: rispettivamente il 51% della Generazione Z e il 45% dei Millenial dichiarano che li aiuta a trovare nuovi prodotti e servizi mentre il 48% della Generazione Z e il 52% dei Millenial rivelano che influenzano le proprie decisioni di acquisto.

Gli annunci video svolgono un ruolo primario nell’incentivare le ricerche e gli acquisti: dalla ricerca risulta infatti che 2 spettatori su 3 cercheranno i prodotti e i sevizi che vedono negli annunci video e quasi 3 consumatori su 5 ne confermeranno l’acquisto.

Infine, 3 consumatori su 10, principalmente la Generazione Z e i Millenial, sono disposti a condividere i propri dati con gli inserzionisti per ricevere e visualizzare annunci video più pertinenti e personalizzati.

«Con i consumatori che oggi trascorrono una parte significativa della loro giornata guardando servizi di video streaming, si aprono grandi opportunità per i marketer di creare connessioni significative con i consumatori e aumentare il ROI tramite la pubblicità video e la TV connessa - continua Alberto Torre. - Si tratta di un trend da cavalcare per offrire valore ai consumatori e generare risultati tangibili in un momento che ci auguriamo di ripresa».

Per questo settore nel nostro Paese, in ogni caso, non mancano criticità, tra cui «Una relativa scarsezza di inventory disponibile. Sulla CTV si fa fatica ad avere volumi importanti. Si tratta in ogni caso di una questione di tempo. La connected tv è in fase di sviluppo e non sarà una bolla di sapone. Criteo crede fortemente nella CTV e la vede come un'opportunità molto importante. E' un device aggiuntivo che si va a sommare a device più consolidati ed è in linea con la nostra proposizione complessiva», conclude Torre.

La metodologia della ricerca

Lo studio è realizzato da Criteo coinvolgendo un panel di 9.000 clienti in tutto il mondo, di cui 1.000 in Italia. Gli intervistati sono consumatori che possiedono una smart TV o un dispositivo Internet TV e guardano servizi di video streaming a pagamento o gratuiti.

Definizione dei gruppi di età:

  • Generazione Z: sotto i 25 anni
  • Millenial: 25-38 anni
  • Generazione X: 39-54 anni
  • Boomer: 55-73 anni

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