14/12/2020
di Simone Freddi

Wavemaker, 2020 a -5%. Luca Vergani: «Meglio del mercato grazie alla consulenza nel digitale»

La crescita delle attività nell'ambito dell'online, non solo nella comunicazione ma anche nell'ecommerce, consentono alla prima agenzia media in Italia di mitigare il calo dei ricavi nelle aree tradizionali. Il Ceo: «Digital Trasformation centrale anche nel 2021»

Per Wavemaker, la più grande agenzia media operativa in Italia con un amministrato stimato da Recma in oltre 1,8 miliardi di euro a fine 2019, il 2020 si chiuderà con una contrazione dei ricavi nell'ordine del 5%. Un risultato migliore rispetto all'andamento del billing (in calo nell'ordine del 10%, in linea con il mercato) grazie alla crescita delle attività consulenziali in ambito digitale, non solo nella comunicazione ma anche nell'ecommerce.

Un ambito, quella del supporto alla digital transformation dei propri clienti, che sarà al centro della strategia della società di GroupM (Gruppo Wpp) anche nel 2021, come ha spiegato stamattina il Ceo Italy Luca Vergani.

«A differenza di quanto accaduto a primavera, il secondo lockdown non ha avuto un impatto elevato sulla spesa pubblicitaria delle aziende italiane. Anzi, vediamo saltare fuori degli extra budget che consentiranno al mercato pubblicitario di chiudere l'anno, in recupero, intorno al -10%», ha detto il manager, le cui previsioni sono dunque più ottimistiche rispetto a quelle rilasciate oggi della Nielsen, che parlano invece di -12%.

Per le agenzie media, ha continuato il Ceo, «la pandemia ha generato una accelerazione di processi che erano già in atto. Ad aprile con l'obiettivo di aprirci a nuove linee di business abbiamo lanciato la divisione dedicata all'ecommerce, e i clienti che ci hanno coinvolto sono diversi, a partire da Montenegro e Galbusera, che abbiamo acquisito proprio in questo ambito. Crescono anche le attività legate al Crm, al content a cui ormai abbiamo dedicato 50 persone, all'in-housing, alla gestione integrata della presenza su internet. Tutte aree in cui siamo remunerati in ambito consulenziale, e che non vengono fotografate nelle consuete metriche della spesa pubblicitaria».


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«Ormai il 40/45% del nostro giro d'affari è rappresentato da attività consulenziali», ha aggiunto Vergani, secondo cui anche guardando al 2021 , mentre il mercato pubblicitario recupererà «il 60-65% di quanto perso quest'anno» con un'ulteriore polarizzazione degli investimenti verso il digitale e la tv, «un ambito che vedo come particolarmente interessante per noi è il supporto alla digital transformation delle aziende. Servizi come Seo, ecommerce, programmatic, presenza digitale a 360 gradi ci permettono di essere più a contatto con la vita aziendale, capire più in profondità le esigenze dei nostri clienti e diventare un partner sempre più forte per la crescita del loro business».

Sul fronte gare, si attende l'esito della consultazione di Kiko. No comment da Vergani su questo pitch, che a quanto risulta a Engage potrebbe vedere proprio l'agenzia di GroupM in posizione di vantaggio. Intanto, soddisfazioni recenti nel new business sono arrivate dal settore delle medie aziende, con nuovi clienti come Alici Delicius e Lurpak (burro salato). Un'altra attività in crescita con interessanti sviluppi è la pianificazione centralizzata verso l'estero di una serie di importanti clienti, come «Lavazza, Banca Intesa e Technogym, che abbiamo appena difeso prendendo anche il digitale, che gestiremo anche a livello internazionale dall'Italia», ha detto Vergani.

Intanto però c'è il Natale, che quest'anno Wavemaker ha scelto di celebrare in modo originale con i propri clienti: «Il nostro regalo saranno dei buoni per il food delivery, in modo da sostenere il settore della ristorazione, che è una delle categorie più toccate della crisi. Li faremo con Just Eat, che ha dichiarato di voler assumere i rider e ridurre le commissioni ai ristoranti». In tema di inclusione e sostegno, Wavemaker ha inoltre scelto di sostenere la Onlus CMB Italia partecipando attivamente al progetto “Apriamo gli Occhi”, che consiste in una serie di laboratori creativi con l’obiettivo di creare interazione, sviluppare empatia tra bambini normodotati e quelli con disabilità o a rischio disabilità; in quest’anno così particolare a causa del Covid19, il progetto Apriamo gli Occhi si è trasformato in laboratori virtuali così da garantire continuità al lavoro svolto in classe o ampliare l’accesso alle scuole, così da far sentire i bambini uniti dando loro continui stimoli e strumenti di crescita e per promuovere la cultura della diversità.

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