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18/09/2015
di Teresa Nappi

Roberto Barberis (4w MarketPlace): «Il Native adv ha un potenziale enorme»

Con un'offerta di formati ampia e un'expertise consolidata nel settore, la società, offre la possibilità di pianificare campagne che guardano con favore a engagement e performance

Insieme al programmatic, il native advertising è una delle tendenze evolutive più notevoli dell’attuale scenario della comunicazione interattiva: il "native" rappresenta il cuore di un movimento interno alla pubblicità digitale, che esce dai suoi tradizionali confini di “banner” - semplice trasposizione online della pubblicità visiva tipica dei mezzi cartacei - per assumere le sembianze del contenuto che lo ospita, diventandone “parte”. In questo modo, il messaggio viene trasmesso in forma più piacevole, fluida e - secondo la maggior parte degli studi - efficace. Su Engage mag numero 11/2015 abbiamo dedicato un ampio focus al native advertising, raccogliendo opinioni e presentando alcune tra le strutture che possono vantare un'offerta di soluzioni avanzate in questo campo. Tra queste c'è 4w MarketPlace: la parola al ceo Roberto Barberis.


Con un'offerta "Native da sempre", 4w MarketPlace vanta ormai una grande expertise su formati e opportunità offerte da questo tipo di comunicazione pubblicitaria. L’ultima soluzione presentata in questo segmento dalla sigla è il Video Native Widget, lanciato ufficialmente lo scorso aprile e che sta registrando importanti risultati. Di questo e dell’approccio di 4w al native parliamo con Roberto Barberis, nominato ceo dell’advertising network in seguito all’integrazione di ProAdv-Simply, operazione ufficializzata con un importante rebranding della struttura.

Nella prima parte dell’anno 4w MarketPlace ha lanciato il Video Native Widget. Quali sono i riscontri che sta registrando il formato?

Il mercato sta dimostrando forte interesse per questo formato e sono ottimi i riscontri che stiamo ottenendo, sia dagli editori che dagli investitori. Il publisher riconosce il duplice valore che questo formato gli offre: contenuti video di qualità gratuiti, che arricchiscono la proposta del suo sito e lo caratterizzano stimolando l’incremento del traffico, e al contempo la remunerazione derivante dal pre-roll associato. Questo è quanto abbiamo potuto rilevare anche dalle numerose adesioni da parte degli editori al progetto. L’investitore invece ha l'opportunità di pianificare il suo video in un contesto di correlazione che ne valorizza il messaggio. Le campagne di questi primi mesi hanno dimostrato infatti risultati di maggior engagement sul cliente, in linea con la case study che abbiamo presentato al Seminar IAB dedicato al native advertising.

La vostra offerta native non si limita comunque a questo. Quali sono le soluzioni che proponete?

L’offerta 4w è da sempre “Native”. Affermatasi con gli annunci testuali, ha poi sviluppato negli anni una vasta proposta di formati che comprendono il widget di raccomandazione con gli annunci correlati, l’in-text video ed il widget video. Questa varietà di formati e di posizionamenti, insieme all’expertise di 4w, offre all'investitore la possibilità di pianificare utilizzando i diversi strumenti di engagement e performance quali retargeting, geo-localizzazione, audience-targeting per migliorare i risultati della campagna. Il Native adv ha un potenziale enorme e i nostri clienti possono verificare quanto l’impiego dei diversi formati, magari in soluzioni combinate tra loro che sfruttino meccanismi di ingaggio differenziati, portino al successo della campagna.

Quali ritiene siano i principali benefici del native adv e del content marketing per un brand?

Il semplice fatto di essere inseriti all’interno di un contesto editoriale rende la pubblicità meno invasiva rispetto ai formati classici. Inoltre, la correlazione contenutistica esalta la comunicazione pubblicitaria, che viene percepita come di maggiore utilità dal fruitore.

Infine, è recente l’integrazione di 4w MarketPlace con ProAdv-Simply. Come procede?

L'operazione procede velocemente e positivamente, le due realtà parlavano di fatto già una lingua comune ed avevano obiettivi e metodologie simili. Il team si è integrato perfettamente, in piena sintonia e stiamo procedendo con gli ultimi merge tecnologici.

[L'intervista ad è tratta da Engage mag #11 del 2015. Clicca qui per sfogliarlo]

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