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23/07/2020
di Alessandra La Rosa

Publicis Groupe meglio delle attese nel Q2: fatturato organico a -13%

In Europa la società francese registra un calo del 23,5%. Sadoun: «Il gruppo ha solide basi per superare la crisi» del Covid-19

Gli effetti del Coronavirus si fanno sentire sul bilancio del secondo trimestre 2020 di Publicis Groupe ma meno di quanto si pensasse.

A livello organico la holding pubblicitaria ha visto diminuire il suo fatturato del 13% nel trimestre, il primo periodo interamente segnato dall'emergenza sanitaria. In discesa a due cifre l'Europa (-23,5%), mentre in Asia il dato è a -5,7% e negli Stati Uniti "solo" del -6,8%. Considerando il primo semestre, a livello organico la società francese lascia sul campo l'8% dei ricavi con il Vecchio Continente a -16,5%.

Secondo il chairman e chief executive di Publicis Groupe, Arthur Sadoun, gli andamenti sono migliori rispetto alle stime del mercato, ossia il -23% della spesa pubblicitaria della spesa pubblicitaria globale prevista da Zenith e il -30% pronosticato dalla WFA per il Q2.

I ricavi netti del gruppo sono aumentati del 2,6% nel trimestre, a 2,3 miliardi di euro, spinti dalle performance in Nord America dove il dato è aumentato del 23,9% a 1,5 miliardi grazie in particolare all'acquisizione di Epsilon. Nel semestre, i ricavi netti sono aumentati del 9,7% a 4,7 miliardi di euro, con l'Europa che ha visto un calo del 16% a 1 miliardo di euro.

Lo scorso marzo, in occasione della pubblicazione della prima trimestrale dell'anno, la società ha annunciato un piano di taglio dei costi da 500 milioni di euro.

Per Sadoun, i risultati dimostrano che Publicis è un gruppo che ha «solide basi per superare la crisi», aggiungendo che la holding ha «una struttura finanziaria molto robusta e una forte posizione di liquidità che ci consentirà di attraversare questi tempi di incertezza».

Una solidità in cui ha giocato un ruolo anche il business model del gruppo che combina creatività, media, dati e tecnologia: un modello, secondo il manager, che ha aiutato a ridurre l'impatto del Covid-19 sui conti.

«Per prima cosa, abbiamo i prodotti e i servizi che i clienti cercano. Nelle scorse settimane, abbiamo visto un aumento della domanda per tutte le competenze che hanno guidato la nostra strategia: dati di prima parte, creatività, media digital-first e tecnologia», ha spiegato Sadoun.

«Secondo, in un mondo in cui la nostra struttura ha bisogno di essere lineare, agile e gestibile da remoto, stiamo operando davvero come una piattaforma. La nostra organizzazione ha provato la sua efficienza è abbiamo finalizzato l'implementazione del nostro country model. Questo ci ha consentito di reagire rapidamente e rispondere in maniera immediata ai bisogni dei nostri clienti in maniera fluida».

Una struttura in cui ha giocato un ruolo anche la piattaforma Marcel, che con il suo lancio a livello globale è arrivata ad aiutare 60 mila dipendenti del gruppo a condividere esperienze e collaborare sugli incarichi assegnati dai clienti.

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