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05/11/2014
di Teresa Nappi

Paola Sersale: «Native? Un ponte sui diversi screen»

La head of sales di 4W MarketPlace ci spiega perchè il native è importante per collegare utenti e aziende sui vari device. La struttura, intanto, è al lavoro su novità sul fronte mobile, attese per i primi mesi del 2015

In-feed, Paid Search, Recommendation Widget. Sono alcuni dei formati individuati da IAB come maggiormente rappresentativi della pubblicità nativa, un mercato che in USA quest'anno si stima arriverà a toccare un valore complessivo di 2,85 miliardi di dollari.

In attesa di capire meglio i contorni del fenomeno in Italia, su Engage mag 26-27 abbiamo fatto il punto su come tale forma di comunicazione sta prendendo piede nel nostro Paese, raccogliendo i pareri dei protagonisi del settore intorno a questo tema.

La parola a Paola Sersale, Head of Sales di 4W MarketPlace.


In uno scenario caratterizzato dalla frammentazione degli schermi, il native advertising può rappresentare una soluzione vincente per raggiungere il proprio target. Ne è convinta Paola Sersale, Head of Sales di 4W MarketPlace, realtà che si propone sul mercato come multi-screen marketing solution.

«Più di altre forme di comunicazione, quella nativa si presta perfettamente alla realizzazione di obiettivi di engagement sui diversi screen, sfruttando formati  integrati nel layout editoriale, diversi per desktop e per mobile, ma basati su un’unica strategia e con un unico obiettivo: creare un collegamento forte tra utente e investitore attraverso la condivisione di contenuti pubblicitari contestualizzati, completamente immersi nella fruizione editoriale dell’utente», commenta la manager.

A fronte della rilevanza ormai riconosciuta a questa forma di comunicazione, 4W MarketPlace è costantemente al lavoro sullo sviluppo di soluzioni innovative in questo segmento e oltre a quelle che già offre ai propri clienti si prepara ad annunciare novità con l’arrivo del nuovo anno.

Secondo lei, quali sono attualmente le forme di native adv vincenti?

«Noi non abbiamo dubbi: il recommendation widget è la risposta perfetta su desktop, l’in-feed su mobile. Si tratta di formati nativi che rispondono esattamente ai requisiti propri di questa forma di comunicazione:  attinenza ed integrazione – ognuno sul proprio screen di riferimento -  e creazione di maggior valore dell’esperienza di navigazione dell’utente. Tutto ciò porta ad intercettare il lettore nel momento in cui manifesta un suo interesse, durante la consultazione di una pagina o la lettura di un articolo, per proporgli un contenuto attinente, nel formato più coerente con il layout editoriale, che non interrompa la sua attenzione ma al contrario lo accompagni in un percorso per lui interessante».

Anche a fronte delle considerazioni fatte, come si articola la vostra offerta in questo segmento di mercato?

«Da tempo ci siamo strutturati in modo da offrire al mercato soluzioni per native adv multi- screen, ed oggi contiamo su un network  che raggiunge 9 milioni di utenti al mese.  In particolare, su mobile siamo presenti con formati in-feed e abbiamo notevolmente potenziato il network con l’ingresso degli m-site del Consorzio PPN (tra i quali La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, La Stampa, Ansa, ndr). Dallo scorso aprile abbiamo lanciato la nostra offerta per desktop con formati recommendation widget su oltre 200 websites di editori di primaria rilevanza tra i quali La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Il Secolo XIX, Il Tempo».

Ad oggi, i progetti native sviluppati e realizzati per i vostri clienti quanto pesano sul fatturato 2014?

«Siamo partiti col progetto native lo scorso aprile (2014), quindi diciamo che rispetto al fatturato globale del periodo, la percentuale relativa al native adv è pari al 15%». Infine, prevedete lanci per lo sviluppo di questa attività nel prossimo futuro?  «Certamente. Stiamo concentrando le nostre energie nello sviluppo della parte mobile, in termini di gestione dei formati e di un ulteriore ampliamento dell’inventory. Le novità nei primi mesi del 2015».

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