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23/04/2015
di Lorenzo Mosciatti

Francesca Pinzone, Public-Ideas: «E' la concretezza a fare buone performance»

Per la realtà l’ecommerce rappresenta uno dei settori di punta. Grazie anche ai lavori svolti in questo segmento di mercato e alla capacità di integrare i big data, il Gruppo ha chiuso il 2014 a +15%

Il mercato e-commerce italiano è in crescita, come confermano i dati diffusi nel corso della decima edizione del Netcomm eCommerce Forum. Infatti, dopo aver ottenuto un incremento del 16% nel 2014, il commercio elettronico si stima che registrerà per il 2015 un’ulteriore crescita del 15% che porterà il mercato a superare i 15 miliardi di euro. Intanto, il mobile commerce si conferma tra i principali fenomeni italiani: gli acquisti tramite smartphone crescono del 78% nel 2014e stanno registrando un’ulteriore crescita del 68% nel 2015, con unvalore triplicato in due anni, da un totale di 610 milioni nel 2013 a 1,8 miliardi di € nel 2015. I reteiler sono chiamati a un impegno costante per offrire esperienze d’acquisto quasi perfette attraverso tutti i tipi di canale. A soddisfare questo tipo di esigenza concorre anche il marketing, che attraverso le proprie leve e l’uso della tecnologia per la lettura dei Data, può contribuire alla spinta di un settore rispetto al quale, nonostante tutto, persistono ancora dei gap. Engage ha dato la parola ai protagonisti del settore, come Francesca Pinzone, Country Manager di Public-Ideas Italia.  (Leggi il servizio completo dedicato all’eCommerce su Engage mag)


Nonostante la forte crescita del mercato ecommerce, è opinione abbastanza comune che persistano delle barriere ancora molto radicate e un’inadeguata strategia di presidio di questo canale di vendita da parte delle aziende: «Sono tanti i gap che ancora sussistono. Molto spesso notiamo ancora scarsa competenza a livello digital, oppure rileviamo che mancano ancora dei reparti strutturati in funzione del digitale  perché ancora si pensa che le attività messe in piedi offline possano essere replicate online». Ad affermarlo è Francesca Pinzone, Country Manager di Public-Ideas Italia, realtà per la quale «l’ecommerce rappresenta uno dei settori di punta che ci ha permesso di ampliare il parco dei programmi e delle attività a portfolio», dichiara la manager.

Allora qual è la base per avviare un’attività di ecommerce di successo? E come può il marketing aiutare il settore?

Bisogna innanzitutto partire da una buona fruibilità del sito: se un sito non è ottimizzato e responsive per ogni tipo di piattaforma e il funnel di conversione o la customer experience vengono disattesi, difficilmente si potrà mettere in piedi una strategia a supporto. Se invece l’ecommerce possiede tali requisiti, uniti ad un catalogo prodotti numericamente interessante e dati di traffico di una certa rilevanza, allora il ventaglio della attività a pieno supporto delle vendite che possiamo proporre è molto ampio: dal presidio dei Comparatori di prezzo,  ai siti di codici sconto, dai Cashback fino al Retargeting che è un canale estremamente importante da presidiare per gli operatori di ecommerce, e non solo. Sarà poi importante sensibilizzare il cliente sui differenti valori di remunerazione, sull’importanza dell’attivazione di molteplici leve promozionali, ognuna delle quali con proprie specificità: i Comparatori lavoreranno prettamente a cpc, mentre per un buon presidio dei siti di Codici Sconto sarà importante avere voucher dedicati, oltre a strumenti promozionali aggiornati anche in virtù degli eventi stagionali, la possibilità di combinare obiettivi di DB building con obiettivi di vendita al fine di poter includere gli Emailers, differenti tipologie di tracking per il presidio del Retargeting e così via. Senza trascurare attività di branding a supporto che possiamo offrire e che si rivelano vincenti all’interno della strategia di marketing globale.

Oltre a quanto detto, come descriverebbe il di Public-Ideas di intercettare questa domanda?

Studiando le peculiarità di ogni singolo merchant in primis e poi attivando tutte le leve propedeutiche per raggiungere obiettivi di sales, di acquisition e di branding. Seguiamo poi attentamente le evoluzioni del mercato digitale entro il quale i big data sono diventati uno strumento di misurazione quasi imprescindibile per gli operatori. Quindi abbiamo nuovamente fatto leva sul nostro robusto reparto di R&D introducendo il Data-Driven Performance Marketing, grazie al quale riusciamo a identificare un Common User ID, cioè un codice che identifica in modo univoco un utente e che ci permette di seguirlo, nel pieno rispetto dell’anonimato, calibrando specifiche attività di marketing crossdevice.

Come avete iniziato il nuovo anno e quali obiettivi vi siete posti per il 2015?

Abbiamo iniziato l’anno celebrando gli ottimi risultati di chiusura del 2014 per tutto il gruppo: 34 milioni di euro di fatturato, in crescita del 15% rispetto al 2013, e un incremento dei programmi di performance marketing del 13% sul 2013 (1.200 programmi nel 2014). Anche il network dei publisher ha registrato risultati in aumento (+13%) e l’EBITDA è salito al 20% del margine lordo. Il 2015 è il decimo anno di attività e siamo fiduciosi di poter mantenere questo trend positivo.

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