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05/02/2020

Chili punta sui big data con la nuova agenzia Chili Media

La divisione è specializzata nella gestione di attività media con un approccio basato sull’uso esclusivo di dati prima parte

La piattaforma italiana di distribuzione di film Chili continua a diversificare il suo modello di business con il lancio di Chili Media, una nuova digital agency che pone l'asset del dato al centro della sua proposta per studiare target profilati secondo le esigenze delle aziende. Nata la scorsa estate come ramo ibrido della divisione Data & Operations, Chili Media diventa dunque nel 2020 a tutti gli effetti una divisione interna alla società di intrattenimento digitale. Chili Media è specializzata nella gestione di attività media con un approccio data-driven basato sull’uso esclusivo di dati propri, ovvero di prima parte. “In Chili il dato ha origine dal contenuto cinema (IP) che abbiamo in piattaforma e dalle emozioni e sensazioni che esso scatena nei nostri utenti”, spiega Roberto De Piano, Director of Data Valorization and Chili Media. Le dimensioni di analisi spaziano dal genere, allo stato d’animo, dalla tecnologia di fruizione (SmartTV, Mobile, Desktop, Tablet, Set Top Box) al luogo, dal tempo alla capacità di banda, dalle modalità di acquisto alle  promozioni scelte, "tutte parte di un unico, complesso ed esteso modello tassonomico”, spiega De Piano. «Il fulcro dell’approccio data-driven sta nell’identificare una vera e propria carta di identità digitale del cliente (in quel determinato momento) al quale comunicare il messaggio più corretto rispetto alle sue esigenze e o al suo profilo". "L’insieme di clienti simili ci permette di creare audience mirate rispetto a precedenti acquisti, intenzioni attuali, comportamenti di navigazione. La componente emotiva/emozionale dell’IP gioca un ruolo fondamentale nell’engagement e la creazione di pubblici simili si traduce in termini di efficacia ed efficienza delle performance. Il valore aggiunto è la capacità di esporre il contenuto e il tono della comunicazione più adatto al target più coerente; la cui attenzione e propensione risultano così essere più elevate rispetto ad un target medio non profilato o profilato secondo altri criteri di digital advertising”, conclude De Piano.

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