Nella sezione “Opinioni”, Engage ospita articoli di approfondimento scritti da professionisti dell’industria del digitale e della comunicazione. In questa occasione Arianna Giuffrè, Senior Influencer Campaign Manager di Metapic parla dopo i recenti fatti legati al settore dell'influencer marketing di come sia possibile una comunicazione pubblicitaria etica e corretta e del ruolo in questo delle piattaforme attive nel settore
Complici i recenti fatti di cronaca, come si dice, l’Influencer Marketing è finito sotto la lente di istituzioni ed enti regolamentatori. In ordine cronologico, Agcom ha definito le “linee guida per il rispetto delle previsioni del Testo unico” rivolte agli influencer (delibera n. 178/23/CONS), a cui ha fatto seguito il Disegno di Legge sulla “destinazione di proventi derivanti dalla vendita di prodotti” che, in sei articoli intende disciplinare “gli obblighi d’informazione” per il settore.
Azioni ulteriori che, in verità, non aggiungono tantissimo a quanto già previsto per le cosiddette “sponsorizzate” sui social network ma che, dopo il polverone mediatico degli ultimi tempi, erano comunque necessarie. Rafforzare le regole, però, potrebbe non determinare maggior rispetto perché, come capita spesso, chi dovrà vigilare faticherà non poco.
È l’Agcm, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, da non confondere con Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha gli obblighi di vigilanza sul settore e di comminare le sanzioni. E, di fronte a un comparto particolarmente affollato ed eterogeneo, l’impresa risulta ardua.
Il disegno di legge e la delibera dell’Agcom intervengono su aspetti lievemente diversi in un contesto comune che coinvolge l’etica del messaggio pubblicitario, e, a ben vedere, dovrebbero confortare non solo i consumatori ma anche i brand inserzionisti e gli stessi influencer.
Le piattaforme di influencer marketing come garanti
Ed è anche vero, come hanno fatto notare in molti, che le regole, in Italia come nel mondo, esistono già, ciò che serve è un’entità capace di farle rispettare e una consapevolezza che spesso i brand non hanno, semplicemente perché non sono informati.
Una comunicazione pubblicitaria etica e corretta, insomma, non solo è possibile ma è già realtà per i brand e le agenzie che si affidano alle piattaforme di Influencer Marketing che a una dashboard automatizzata affiancano un team “umano”. Un team, e non un bot, che ha proprio il compito di vigilare sulle campagne proprio per garantire trasparenza e rispetto delle regole della comunicazione pubblicitaria.
Per esempio, Metapic, rete globale che copre 15 mercati, serve più di 2mila clienti e può contare sulla collaborazione di più di 100mila influencer, introduce fin dal contratto stipulato con i suoi un vero e proprio codice etico.
All’atto dell’iscrizione in piattaforma, gli influencer sanno che devono inserire nel copy la dicitura “adlink” e che deve essere indicato il nome del brand che stanno sponsorizzando. Nel contratto Metapic, inoltre, è chiaramente indicato il divieto di diffondere contenuti sensibili, in qualche modo offensivi o che non rispettano la normativa europea a tema privacy o marketing. Nello stesso impegno, inoltre, è chiaramente prevista la facoltà da parte del team Metapic di rimuovere i contenuti e invalidare le campagne che non rispettano le regole.
La chiara definizione delle regole di ingaggio in fase contrattuale insieme alle funzionalità antifrode incluse nativamente nella piattaforma sono la massima forma di tutela della campagna che possiamo offrire agli inserzionisti che lavorano con noi. Per i brand scegliere Metapic significa avere la garanzia completa di una comunicazione di marketing etica, trasparente e nel pieno rispetto delle regole attuali e future.
Oltre al rispetto delle regole, infatti, un brand che si affida a un influencer network può contare sulla certificazione dei dati di traffico e di engagement e su una corretta, su report precisi e sulla puntuale attribuzione delle conversioni. Tutto su Metapic è trasparente e accessibile in ogni momento, determinando il rapporto più corretto possibile tra inserzionista e influencer ed evitando possibili azioni scorrette da parte di questi ultimi relativamente ai contenuti, ai dati di traffico o alle attribuzioni.