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di Teresa Nappi

Prime Real Time diventa DigitalBloom. L’annuncio del rebranding a Engage Conference

Il Ceo Cristina Pianura intervenuta nel corso della quinta edizione dell’evento di Engage, alza il velo sul nuovo nome dell’ad tech partner: «Segna il nostro cambio di approccio e filosofia al programmatic selling»

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Prime Real Time cambia nome e sceglie di annunciarlo in anteprima in occasione di Engage Conference.


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Nel corso della mattinata di lavori della quinta edizione dell’evento di Engage, il Ceo Cristina Pianura alza il velo sul nuovo nome della ormai ex Prime Real Time: si chiamerà da oggi DigitalBloom, un nome «che ha al suo cuore il concetto di “rifioritura”, a sottolineare lo “sbocciare” di nuove opportunità e di nuove occasioni».

Il nome DigitalBloom, sottolinea ancora Pianura, «non è una banale reazione alla crisi di questo periodo ma è figlia della profonda consapevolezza che è il momento di sparigliare le carte, ripensare il nostro ruolo di intermediari commerciali nel programmatic advertising assumendo una funzione non solo di mera monetizzazione, ma anche consulenziale e di puro servizio non finalizzato soltanto alla creazione di revenue nell’immediato».

«La logica con la quale si vuole lavorare al fianco degli editori e di altre concessionarie - dichiara ancora Pianura - non è incentrata sulla dimensione ma sulla qualità, sicuramente garantita dalle partnership tecnologiche instaurate negli ultimi anni da DigitalBloom».

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Molto più che un rebranding

In seguito alla presentazione fatta, si capisce che Digitalbloom è molto più che il rebranding di Prime Real Time: «È un cambio di approccio e di filosofia al Programmatic Selling con l’obiettivo e la consapevolezza che dobbiamo organizzare e pacchettizzare un’offerta sempre più qualitativa basata sulla convergenza di più tecnologie che non sono sempre accessibili al singolo editore.

Digitalbloom è figlia della lunga esperienza della Prime Real Time, ma anche della voglia di rilanciare e rinnovare il posizionamento da intermediario, più simile a quello di Ad tech Partner per gli editori», dice ancora Pianura.

Quello su cui DigitalBloom lavorerà strategicamente sarà la monetizzazione degli User-Lettori, mentre la mission dei prossimi 12-18 mesi della realtà «è evangelizzare i Publisher affinché mappino i propri utenti-lettori per identificare nuovi criteri di monetizzazione basati sui Dati e su indicatori di qualità del proprio traffico».

L’obiettivo è «Forgiare un Marketplace di Custom KPI user-based che da un lato segua l’evoluzione della domanda, ma dall’altro la anticipi con possibili nuove metriche e nuovi criteri di erogazione e filtering del traffico», spiega ancora il Ceo.

L’approccio di DigitalBloom

«Adottiamo un approccio multi-programma a seconda del grado di flessibilità con cui il Publisher vuole lavorare con noi. Si va da una configurazione Full in cui riusciamo a controllare tutti i KPI che ci interessa vendere, a una relazione di affiancamento alle strategie di monetizzazione già esistenti usate da Publisher sino ad un servizio di consulenza Ad Tech. Questo ci permette di lavorare con tutti, editori e concessionarie», dice la manager.

Pianura chiude specificando cosa è DigitalBloom: «è reseller esclusivo in Italia della soluzione Browsi, tecnologia israeliana che crea inventory aggiuntiva altamente viewable con un rilascio “dinamico” delle posizioni adv in punti statisticamente in view. Fornitore dell’outstream Video chiamato Viewmax, unico al mondo basato sulle analytics e non su un adserver. E primo partner in Italia di Liveramp con cui lavoreremo sul nuovo standard Universal ID, oltre che di Triton Digital per il programmatic audio».

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Tutto questo perché "The Game Changer del 2021" - tema dell'intervento di Cristina Pianura a Engage Conference - sarà disputato sul campo della cookieless, dei nuovi standard, tra cui appunto l'Universal ID, e il cambio dei KPI nei processi di Traffic Acquisition.

Infine, DigitalBloom certifica e costruisce indici di erogazione custom con Integral Ad Science e adotta l’adware Protector di Geoedge.

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