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04/03/2021
di Simone Freddi

Il Ceo di Quantcast: «Il “no” di Google agli identificativi alternativi ai Cookie è una pessima notizia»

Secondo Konrad Feldman, le ultime mosse di Big G in materia di privacy confermano «la volontà di danneggiare la pubblicità nell’Open Internet»

Konrad Feldman

Konrad Feldman

La decisione di Google di non supportare le iniziative di identity del settore rappresenta per editori e creatori di contenuti «una pessima notizia» secondo Konrad Feldman, Co-founder e Ceo di Quantcast.

Secondo il co-fondatore della data-company americana, che negli scorsi giorni ha presentato al mercato la sua nuova soluzione di audience intelligence sviluppata per far fronte alle più moderne normative sull’utilizzo dei dati a fini pubblicitari, le ultime mosse di Google in materia di privacy confermano «la volontà di danneggiare la rilevanza della pubblicità nell’Open Internet».


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«Quasi 5 miliardi di persone si affidano all’Open Internet per accedere a informazioni, news, contenuti formativi e d’intrattenimento di qualità e affidabili. Google ancora una volta ha mostrato la volontà di danneggiare la rilevanza della pubblicità nell’Open Internet. Una mossa che andrà a completo beneficio delle miniere d’oro del motore di ricerca e di Youtube che non verranno per niente influenzati da questa operazione - attacca Konrad Feldman -. Siccome nell’Open Internet diventa ancora più difficile erogare una pubblicità efficace o addirittura effettuare una misurazione dell'efficacia, molti degli investimenti pubblicitari entreranno direttamente nelle casse dei giganti del tech a discapito di un internet libero e aperto».


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