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di Simone Freddi

La crescita del Commerce Media: due terzi dei retailer europei vogliono aumentare gli investimenti

Costi della tecnologia e mancanza di professionalità adeguate sono i principali freni alla crescita. Lo studio di PubMatic ed ExchangeWire

Credit foto: Pixabay

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E’ sicuramente uno tra i trend più innovativi del mercato pubblicitario: parliamo di Commerce Media, ossia la pubblicità venduta all'interno di property digitali che commercializzano anche prodotti o servizi (tipicamente siti web e app di retailer e marketplace online, ma non solo).

Si tratta di un settore in espansione, come testimonia un nuovo studio realizzato da PubMatic, società specializzata in ambito adtech, in collaborazione con ExchangeWire, secondo cui due terzi dei retailer europei già attivi nel commerce media intendono aumentare gli investimenti in quest’ambito.


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I risultati del report emergono da una survey a cui hanno partecipato i responsabili media di 112 aziende del settore commerce media in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Dalla ricerca emergono una serie di tendenze sui principali fattori che sostengono, oppure ostacolano, l’incremento degli investimenti in commerce media e il modo in cui i retailer collaborano con i partner tecnologici per capitalizzare le opportunità all’interno del settore.

Di seguito le principali evidenze dello studio, che può essere scaricato in versione integrale sul sito di PubMatic.

Il media selling diretto sarà utilizzato da tutti i retailer intervistati, ma anche il programmatic direct e il real-time bidding (RTB) sono già ampiamente diffusi nella regione europea.

  • Secondo i retailer intervistati, i commerce media rappresentano uno strumento per valorizzare le loro media property, espandere i canali pubblicitari proprietari, ottimizzare il targeting, personalizzare gli annunci e rafforzare la brand safety all’interno dei canali commerce media.
  • Nell’attuale clima economico, le preoccupazioni relative ai costi della tecnologia e all’assunzione di professionisti con le giuste competenze rappresentino le principali barriere agli investimenti nei commerce media in Europa. 
  • Per le loro attività di commerce media, ben l’80% dei retailer europei è aperto a collaborare con fornitori terzi, mentre il 20% degli intervistati ha dichiarato di avere già collaborazioni in essere.
  • La maggior parte è aperta a collaborare con provider tecnologici terzi, indicando come fattori chiave per la scelta del partner l’esigenza di ridurre i costi e di migliorare le modalità di attivazione dei dati.

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“Questo studio dimostra che nel mercato europeo esistono notevoli opportunità di crescita dei commerce media”, dichiara Babs Kehinde, Senior Director, Commerce Media di PubMatic. “I risultati rappresentano uno strumento per gli inserzionisti, gli editori e per il settore del digital advertising in generale, per pianificare le loro campagne pubblicitarie in maniera avanzata e creare esperienze ottimali per i consumatori. Emerge, inoltre, che indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, i commerce media rappresentano una priorità sia lato buy-side, che sell-side, e che la capacità di adattarsi alle esigenze della prossima generazione di media buyer sarà la chiave del successo per editori e aziende tecnologiche. Nel futuro prossimo, le agenzie che stanno già investendo in talenti ‘programmatic-first’ saranno in grado di guidare l’accelerazione del trading automatizzato data-driven”.

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