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21/05/2025
di Lorenzo Mosciatti

SAE compra Paese Sera: sarà la testata nazionale del gruppo

Il gruppo fondato e guidato da Alberto Leonardis acquisisce lo storico quotidiano italiano dall’imprenditore Massimiliano Picardi

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Nuova acquisizione per SAE, il gruppo fondato e guidato dal presidente e Ceo Alberto Leonardis, attivo nell’editoria e nel mercato della comunicazione. Sae ha comprato Paese Sera, lo storico quotidiano italiano, dall’imprenditore Massimiliano Picardi. 

L’intenzione del gruppo ora è puntare su un’edizione cartacea (la testata negli ultimi tempi era presente sono online con il sito www.paesesera.it) e varare un importante restyling proprio del portale di news.

Paese Sera diventerà la testata nazionale del gruppo (la redazione avrà due sedi, a Roma e Milano) e uscirà anche come dorso dei quotidiani locali acquisti da SAE negli ultimi anni: dal Tirreno alla Nuova Sardegna, dalle Gazzette di Reggio, Modena e Ferrara, alla Provincia Pavese. La raccolta pubblicitaria resta in gestione a Manzoni

Gruppo SAE opera nel mercato della pubblicità e della comunicazione con SAE Communication, la società fondata nel 2023 che oggi controlla Next Different, realtà nata dalla fusione di Different e Next14.

La storia di Paese Sera 

Paese Sera nacque il 6 dicembre 1949 come edizione pomeridiana de Il Paese, giornale romano vicino al PCI, con l’obiettivo di contrastare la stampa conservatrice della capitale. Diversamente dall'Unità, Paese Sera si distingueva per uno stile vivace, attento alla cronaca nera e rosa, con rubriche popolari come l’oroscopo e spazi dedicati ai fumetti, tra cui Sturmtruppen e i Peanuts. Nonostante fosse di proprietà comunista, mantenne una certa indipendenza editoriale, arrivando spesso a scontrarsi con la linea del partito. Negli anni Cinquanta vantava fino a sei edizioni quotidiane e ospitava firme illustri come Gianni Rodari, Norberto Bobbio ed Umberto Eco. Dopo il massimo splendore tra gli anni Sessanta e Settanta, il giornale iniziò a declinare, anche a causa della nascita di nuovi concorrenti (La Repubblica in primis) e del disinteresse del PCI. Chiuso e poi riaperto varie volte grazie al sostegno dei lettori, cessò definitivamente le pubblicazioni cartacee nel 1994. Seguirono ripetuti tentativi di rilancio negli anni Duemila, con poco successo però. 

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