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27/04/2021
di Teresa Nappi

Podcastory compie un anno. Davide Schioppa: «Chiuso il primo bilancio a break even, ora si punta a crescere»

Il Ceo e fondatore della podcast factory rivela i traguardi raggiunti a un anno dal lancio dell'azienda. Allargamento del team, nuove produzioni e partnership al centro dei piani di sviluppo dell'azienda

Davide Schioppa, Ceo e founder di Podcastory

Davide Schioppa, Ceo e founder di Podcastory

Podcastory spegne la sua prima candelina. La Podcast Factory a servizio del settore della comunicazione di marketing è nata a fine 2019 dall’iniziativa di un gruppo di manager e professionisti del settore pubblicitario e dell’audio digitale, tra cui troviamo Davide Schioppa, Luca Morpurgo e Francesco Baschieri.


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Oggi la startup chiude il suo primo anno di attività «in maniera egregia», dichiara il Ceo Davide Schioppa a Engage. «Abbiamo prodotto più di 250 contenuti in un anno, abbiamo chiuso il primo bilancio a break even e abbiamo iniziato il 2021 in forte crescita», dice ancora il manager.

Il primo compleanno di Podcastory rappresenta dunque l’occasione per fare il punto sul quanto è stato fatto e su quali saranno le prossime mosse per sostenere l’ascesa dell'azienda nel prossimo futuro.

Davide, Podcastory compie un anno. Bel traguardo! Come festeggerete?

Ogni tanto nella squadra si fantastica su una convention da regalarci a fine semestre se raggiungeremo gli obiettivi. Manteniamo comunque i piedi per terra, e sebbene una pacca sulla spalla ce la scambieremo, sappiamo che abbiamo ancora tutto da costruire: siamo soltanto all’inizio della storia.

In 12 mesi cosa è cambiato?

Credo che il mondo intero sia cambiato. Ed è stato davvero sconvolgente. Paradossalmente, però, in ambito lavorativo, i cambiamenti per noi di Podcastory sono stati minimi. Essere nati alla fine del 2019, e vivere i primi mesi da startup mentre il mondo cambiava, è stato meno difficile e meno complesso per noi rispetto ad aziende con una complessità maggiore e con una storicità più radicata. Podcastory ha mosso i suoi primi passi nel peggiore momento storico dal dopoguerra e quindi ha imparato da subito come si vive sotto stress e la complessità è diventata la nostra normalità.

Come si è evoluto il business model di Podcastory?

Abbiamo imparato ad ascoltare i bisogni delle aziende. Il podcast non è ancora un media maturo, va compreso, va spiegato. Abbiamo capito che la strada migliore è un approccio soft, accompagnando per mano i clienti alla scoperta dell’audio. Per questo abbiamo attivato tre linee di prodotto: Publishing, per i clienti che vogliono avvicinarsi in punta di piedi; Originals, per i clienti che sono già più decisi; Tailor-made, per quelli estremamente consapevoli, che hanno già una storia da raccontare.

Quali obiettivi sono stati raggiunti nel corso di questo primo anno?

Da un punto di vista qualitativo, posso dire che la sperimentazione dell’8D sul podcasting ci ha fatto raggiungere livelli altissimi per la user experience degli ascoltatori; le voci che si sono aggiunte al nostro team hanno impreziosito le nostre storie; i quaranta autori che scrivono ci hanno permesso di sviluppare tantissimi modelli di proposte di estremo valore.


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A livello umano, abbiamo creato una squadra coesa, e questa è la sfida più difficile per una startup. Tanti dei nostri talenti hanno anche scelto di partecipare attivamente alla società e questo dimostra un grandissimo attaccamento al progetto che non può che inorgoglirmi.

A livello quantitativo, infine, abbiamo prodotto più di 250 contenuti in un anno, abbiamo raggiunto il punto di pareggio già al primo bilancio e registrato nei primi tre mesi del 2021 un tasso di crescita a tre cifre.

E ora a cosa puntate?

Puntiamo a chiudere il 2021 con una piccola ambizione: scrivere sette cifre nel nostro fatturato. Un obiettivo ambizioso? Sicuramente! Ma, come dice un vecchio adagio, che da sempre ho reso “mio”, punta alla luna, mal che vada cadi tra le stelle. Intanto ci concentriamo sul primo semestre, sul quale vogliamo stupire i nostri soci raggiungendo traguardi impensabili fino a qualche mese fa. Poi vorrei creare una produzione podcast di assoluto valore e senza fini commerciali, con l’unico obiettivo di fare qualcosa di utile per tutti (o almeno per tanti) e qualcosa di bello. Del resto “la bellezza salverà il mondo”.

Quali novità attendono Podcastory?

Attualmente, stiamo lavorando su molte produzioni e a breve ne lanceremo tante realizzate per i nostri clienti. Tra queste, ci saranno anche nuove produzioni internazionali, che abbiamo realizzato con i nostri partner di New York. E a proposito di partnership, dopo quella con Clear Channel che ci ha visto lanciare lo “Street Podcast”, stiamo lavorando a nuovi accordi strategici, in grado di sparigliare le carte. Chi l’ha detto che un buon contenuto audio debba vivere solo sulle piattaforme di podcasting?


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Prevedete anche di incrementare ulteriormente il team?

Nell’assetto societario non ci sono stati cambiamenti in questo primo trimestre. L’ultimo ampliamento è avvenuto a dicembre 2020, quando si è chiuso un round di investimenti che ha portato all’ingresso di nuovi soci, che stanno facendo davvero la differenza. Nel 2021 valuteremo la possibilità di crescere ancora di più. Accogliere nuovi soci sarà un’opzione da valutare e soppesare. Il discrimine ultimo sarà l’apporto di valore, inteso non (solo) come valore finanziario, ma di progettualità, energia e visione.

Per quanto riguarda invece la community degli stakeholder di Podcastory, tra collaboratori, dipendenti, liberi professionisti, soci, arriviamo a un centinaio di persone. Una community professionale in forte espansione: con orgoglio devo dire che abbiamo iniziato un piano di assunzioni di talenti di età differenti che partecipano al progetto in maniera diretta. Siamo molto attenti nello scegliere talenti purissimi. Anche grezzi, su cui lavorare e lavorare ancora. Del resto, ogni diamante va levigato e lavorato nella sua purezza. Si sta creando un mix molto interessante nel team di lavoro. Abbiamo persone nate alla fine degli anni ‘60 e alla fine degli anni ‘90, che non è un gap, ma una risorsa inestimabile. Non esistono profili e professioni già definite nel mondo del podcasting, solo opportunità da cogliere.

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