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13/11/2020

Simona Zanette: «La ricetta digital di Hearst: innovazione, talento e cura del cliente»

Simona Zanette

Simona Zanette

In un periodo particolarmente difficile per il mercato editoriale, i numeri sembrano premiare la strategia digitale di Hearst Italia: innovazione dei formati, valorizzazione dei talenti e servizio al cliente sono le tre parole chiave che stanno portando l'editore a realizzare una crescita di raccolta online nell'ordine del +30% nel secondo semestre e che sono alla base anche della riorganizzazione appena annunciata, che ne potenzia le aree-chiave con particolare attenzione a Elle, Cosmopolitan e video. Ne parliamo con Simona Zanette, Amministratore Delegato di Hearst Digital CH, l'hub cui fanno capo le attività digitali della società.

Simona, proiettate una crescita del 30% della raccolta digital nel secondo semestre. Come siete arrivati a questi risultati, in un periodo così difficile per il mercato?

In primo luogo, devo dire che avere una struttura digitale fatta di persone già molto skillate sui mezzi online ci ha aiutato molto. Non è stato un problema trasferirci su Zoom o Teams, anche durante il lockdown siamo riusciti a lavorare a ritmi serrati sia nelle produzioni editoriali sia in quelle per i clienti, tenendo sempre alta la qualità. Direi che i nostri risultati in questo periodo difficile sono figli proprio del fatto che l'Hub Digitale di Hearst è costruito sulla valorizzazione dei talenti del mondo digitale, anche molto giovani e dedicati all'innovazione, a loro agio su tutti i formati e le tecnologie.

A questa predisposizione all'innovazione e alla flessibilità, anche supportata da un Innovation Center nella casa madre di NYC che nulla ha da invidiare ai colossi del Tech, si somma la possibilità di mettere a fattor comune l'esperienza strategica nei progetti speciali, la cura del dettaglio, l'esperienza che abbiamo in casa come editori, e che mettiamo anche a servizio del cliente.

Come si inserisce in questo percorso la riorganizzazione appena annunciata?

Si tratta proprio di una mossa che va nella direzione della piena valorizzazione dei nostri migliori talenti, a cui stiamo dando maggior spazio e responsabilità verso quelli che riteniamo essere i nostri brand di punta, e che intendiamo sviluppare nell'ottica di una sempre maggiore integrazione e multimedialità. Penso a due giovani di talento come Alan Prada, a cui viene affidata anche la direzione digital di Elle oltre a Esquire e Harper's Bazar, e a Barbara Digiglio che è il suo braccio destro. Insieme dovranno traghettare il nostro comparto di Luxury & Fashion brand verso traguardi ancora più importanti. E a Paola Di Marcantonio, a cui si deve il successo di audience del sito e dei social media di Elle, e a cui è stata affidata la guida di Cosmopolitan Digital per portare il brand a un'ulteriore crescita sia qualitativa sia numerica. Infine c'è l'obiettivo di ampliare la produzione di video. Finora abbiamo svolto questo compito unendo le competenze editoriali e commerciale, ora sentivamo l'esigenza di creare un desk centrale dedicato solo alla parte editoriale che è stato affidato a un'altro talento, Valentina Ciannamea, che arriva dalla guida del sito di Cosmopolitan ed è abituata a trattare la materia visiva.

Complessivamente, questa riorganizzazione dell’area dei contenuti ci permette di essere più efficienti ed efficaci nell’affrontare le nuove sfide determinate dal continuo evolversi del mondo digitale. Oltre a rafforzare la nostra capacità di offrire non solo spazi pubblicitari, ma vera e propria consulenza, per costruire progetti di comunicazione su misura».

Hai accennato ai talenti: di quali talenti ha bisogno, a tuo modo di vedere, un editore oggi?

Per noi sono importanti soprattutto due aree: quella legata al mondo dei dati, nel senso che è importante avere a bordo persone che sono in grado di analizzare i tanti dati che le nostre piattaforme digitali ci forniscono, sia a livello editoriale che commerciale. L'altra è quella dell'innovazione editoriale, che per noi significa creatività unita a una certa flessibilità multimediale: servono professionalità eclettiche, capaci di essere creative tanto nel video quanto nella scrittura, nei social o nelle immagini, con quella “rotondità” che serve oggi agli editori per fare la differenza.

Su quali brand editoriali puntate di più?

Elle sicuramente è il nostro prodotto di punta, perché un sito femminile con un traffico molto importante e “ampio”, capace di raggiungere target diversi. L'altro è Cosmopolitan, la testata più “giovane” e dedicata a una generazione difficile da raggiungere. Abbracciamo la sfida grazie ai nostri talenti, che ci aiutano a capirla dall'interno.

A livello commerciale, cosa vi chiedono oggi i clienti?

Ci chiedono innovazione e creatività, ma “filtrate” da un processo di semplificazione. I clienti non vogliono essere investiti dalla parte “complicata” del lavoro, la sfida è proprio quella di costruire per loro progetti curati e allo stesso tempo in grado di portare ai risultati attesi. Credo la cura del cliente, la capacità di restituire output che appaiono “naturali” e “semplici” ai loro occhi partendo da esigenze anche molto complesse sia qualcosa che oggi fa la differenza, e i feedback che abbiamo dai nostri partner ce lo confermano.

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