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15/10/2020
di Caterina Varpi

Lockdown e motori di ricerca: cosa hanno cercato gli utenti online? La risposta di Pro Web Consulting

Riccardo Gaffuri ha parlato a Engage Conference deli impatti dell'emergenza sanitaria sulle SERP e sul comportamento dell'utente

Riccardo Gaffuri

Riccardo Gaffuri

Il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 ha portato cambiamenti sulla fruizione del digitale da parte degli utenti, con audience in crescita e un ricorso sempre maggiore al commercio elettronico, al consumo di contenuti in streaming, al ricorso alle attività locali e all'impiego di strumenti online per connettersi con gli altri.  

A confermarlo anche le ricerche effettuate su Google durante il periodo di chiusura, come ha raccontato a Engage Conference Riccardo Gaffuri, Head of SEO di Pro Web Consulting.

L'agenzia SEO ha analizzato il periodo da più punti di vista, partendo da come si sono mossi i motori di ricerca.

"Tra marzo e aprile 2020 c'è stato un momento di volatilità del ranking sul motore di ricerca, come succede di solito per un update di Goolge. Sono stati impattati per primi i siti dedicati a contenuti riguardanti la vita dell'utente, in particolare la salute. Per quanto riguarda le SERP, i motori di ricerca si sono adattati con pagine diverse rispetto al solito, aprendosi con una pagina di  panoramica con statistiche sull'espansione del Covid-19, nell'intento di dare informazioni agli utenti. E' stato ripresentato lo Sticky Menu, che permette alle persone una maggiore personalizzazione della ricerca. Questo potrebbe esere un vettore che potrebbe svilupparsi anche in futuro", ha spiegato Gaffuri.

Per quanto riguarda le audience, si è segnalato uno stravolgimento del comportamento degli utenti: "Le persone hanno cercato notizie sulla pandemia, con ricerche che si sono espanse in maniera esponenziale sia per quanto riguarda l'ambito medico, sia l'ambito istituzionale, sia quello economico. Gli utenti hanno cercato anche informazioni sui nuovi modi di connettersi con gli altri, sia per il lavoro sia per la sfera personale, con la ricerca di parole legate a piattaforme come Meet e Zoom. Per il tempo libero, se da un lato gli editori hanno fornito contenuti con spunti su come passare a casa il periodo di lockdwon, tra febbraio e maggio, c'è stato un boom di ricerche sui servizi Ott, che ora si è assestato intorno alla normalità". 

Ma ci sono stati anche altri ambiti protagonisti sui motori di ricerca durante la chiusura: "C'è stato un forte incremento di ricerche su tematiche legate alla cura di sè e degli altri, con ricerche che comprendevano le parole Come/Come fare, un trend che anche oggi è rimasto più alto rispetto al periodo pre-Covid. Si è segnata anche la crescita di ricerche su temi legati al rapporto tra online e offline, come, ad esempio, le consegne. In questo senso, è aumentata molto l'importanza delle schede di Google My Business e c'è stata un'accelerazione da parte di Google sulle funzionalità riservate alle attività locali". 

I brand hanno fatto fronte alla pandemia adattando le proprie piattaforme online alle esigenze degli utenti. Lo hanno fatto, ad esempio, dando informazioni a chi cercava news sui prodotti o sulle aperture e potenziando l'ecommerce, con un effetto positivo sulle vendite. Altri hanno scelto plug in, chat e supporti alle transazioni che hanno offerto agli utenti maggiori garanzie sui propri acquisti. Una strategia che ha funzionato sul B2B è stato il cambiamento del carrello minimo che ha portato a maggior sviluppo delle vendite.

Gli impatti della pandemia ci sono stati anche sugli annunci pubblicitari. Con il cambiamento delle ricerche, si è andati verso termini legati a un acquisto consapevole. C'è stato, inoltre, un impatto sulle metriche sulle campagne mentre alcuni inserzionisti pubblicitari hanno subito delle limitazioni sui prodotti che potevano essere promossi e sul targeting legato ad argomenti rigurdanti il Coronavirus.

E' stato differente l'impatto sulle conversioni per i diversi settori merceologici: "Sono andate bene realtà no-profit e charity, aziende farmaceutiche, finance, bellezza e cura personale, Spa e on demand media. Segno negativo per immobiliare, automotive, turismo, ristorazione ed edilizia", ha spiegato Gaffuri. 

C'è stato quindi un consolidamento del digital per le aziende che in precedenza non lo usavano o lo sfruttavano solo in parte e i brand hanno dovuto dare maggiore anttenzione ai punti di contatto con audience. E' cresciuta, inoltre, l'importanza del digital per le realtà locali.

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