22/10/2021
di Cristina Oliva

Giorgio Corradini di seedtag a Engage Conference 2021: «Il contextual advertising è un'alternativa efficace all'uso dei cookies di terza parte»

Il processo che porterà al tramonto dell'uso dei cookie di terze parti nella pubblicità digitale si sta avvicinando e gli operatori stanno sempre più insistentemente guardando ad alternative per annunci mirati ed efficaci. Uno di questi, è il contextual advertising, a centro del posizionamento e della strategia di sviluppo di seedtag: «Nell'ultimo periodo c'è un ritorno alla pubblicità contestuale perchè consente il targeting senza l'utilizzo di cookie di terza parte», ha raccontato a Engage Conference Giorgio Corradini, Italy Country Manager di seedtag. «In passato quello che veniva fatto era keyword targeting piuttosto che pianificazione sui siti verticali per applicare una metodologia contextual. Oggi la tecnologia ci consente di fare campagne data driven contextual, dove i dati analizzati non sono quelli dell'utente che fruisce il contenuto ma i dati presenti nel contenuto stesso». L'analisi del contesto effettuata grazie alla tecnologia «consente di scalare a livello di inventory su un'audience più ampia andando a marcare un contenuto preciso». 


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Che il contextual targeting sia un'alternativa valida all'uso dei cookie di terza parte lo dice anche la ricerca IAS "Contextual Effects": il 72% degli utenti, secondo lo studio, affermano che il contenuto della pagina può influenzare la percezione degli annunci presenti sulla pagina stessa. Il 60% degli utenti sono propensi a ricordare annunci contestualmente rilevanti, mentre al 74% delle persone piace vedere pubblicità coerenti con i contenut che stanno fruendo. 

Per consentire a brand e agenzie di sfruttare al massimo le potenzialità della tecnologia di seedtag e della pubblicità contestuale, seedtag, che ha recentemente raccolto 40 milioni di dollari da Oakley Capital per l'espansione internazionale, ha presentato il programma Seedtag Lab, che consente di «creare dei contextual universe verticali rispetto a quelli che sono i value o le caratteristiche di prodotto che gli investitori vogliono trasmettere ai loro clienti», racconta Corradini. «Accompagnamo i brand in un percorso che va dal targeting all'erogazione della campagna fino alla condivisione dei risultati, con insight utili per content strategy e pianificazione». 


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Tra gli ultimi sviluppi di seedtag, l'arrivo di una nuova funzionalità, che permette non solo di erogare annunci sulle immagini ma anche su altri placement, in particolare, in article e in screen
 

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