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25/10/2024
di Teresa Nappi

L'AI influenza lo shopping beauty: il 45% degli italiani si informa attraverso motori di ricerca generativi

Lo dichiara uno studio di Find, secondo cui questa percentuale sale al 58% tra le donne. Il founder dell'agenzia Marco Loguecio: “Strumenti preziosi per gli utenti che aprono nuove e sostanziali sfide per le aziende”

Foto di <a href="https://unsplash.com/it/@manucmg?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Manu Camargo</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/set-di-pennelli-per-il-trucco-neri-BkaD07QEiJc?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Unsplash</a>

Foto di Manu Camargo su Unsplash

I nuovi motori di ricerca basati su intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT, Perplexity.ai, Copilot di Microsoft e Gemini di Google, stanno rivoluzionando il mondo dello shopping online, ridefinendo i processi di scoperta, scelta e acquisto soprattutto dei prodotti di bellezza.

Secondo la ricerca "Generative Search: l'evoluzione dello shopping beauty" condotta dall'agenzia di search marketing Find tra marzo e maggio 2024, il 45% degli italiani che ha acquistato prodotti cosmetici e di bellezza ha utilizzato informazioni fornite dai motori di ricerca generativi per orientarsi nella scelta. Questo dato sale al 58% tra le donne, con un'adozione trasversale che include anche la generazione over 50, segnalando un crescente e trasversale interesse verso questi strumenti tecnologici.

Risposte immeditate e personalizzate, ma soggette a errori

I motori di ricerca generativi non solo offrono risposte rapide, ma sono anche in grado di fornire consigli personalizzati e “azionabili”, semplificando notevolmente il processo d’acquisto. Tuttavia, emergono alcune preoccupazioni, come le cosiddette "allucinazioni", ovvero errori generati dalle AI, che possono condurre a informazioni sbagliate o obsolete. Nonostante ciò, i brand del settore beauty vedono un'opportunità unica: adattarsi a queste nuove piattaforme per sfruttare al meglio la visibilità e le potenzialità che offrono.

Marco Loguercio, fondatore di Find, ha sottolineato come strumenti come ChatGPT stiano diventando alleati preziosi per gli italiani: “Durante l'estate, molti utenti hanno utilizzato ChatGPT per trovare consigli su come proteggere la pelle in vacanza, e hanno anche confrontato prodotti non solo in base alle proprie esigenze, ma anche alle recensioni, il tutto in pochi minuti. Con un approccio tradizionale, questo avrebbe richiesto ore,” ha spiegato Loguercio.

Il nuovo scenario del marketing beauty

Questo cambiamento implica una profonda trasformazione per i brand del beauty, che non possono più limitarsi a comparire nei risultati dei motori di ricerca tradizionali. È essenziale che siano parte attiva delle conversazioni che gli utenti hanno con questi strumenti generativi.

Tra le sfide principali, come ha sottolineato Loguercio, c’è la difficoltà di tracciare con precisione i prompt inseriti dagli utenti e valutare la qualità delle risposte ricevute, spesso soggette a errori. "Non possiamo monitorare come, quando e dove vengono utilizzati questi strumenti, se non tramite sondaggi e interviste. Di conseguenza, non vedendo comparire questi strumenti nei dati delle piattaforme di digital analytics e li ignorano, trascurando il loro impatto sulle decisioni d’acquisto".

Dalla ricerca emerge inoltre che il 70% degli utenti utilizza la ricerca per immagini offerta da questi motori, e che il 55% degli acquirenti inizia la propria ricerca su Google, per poi passare a strumenti AI per ulteriori approfondimenti, dimostrando che i motori di ricerca tradizionali mantengono un ruolo chiave, ma sono sempre più affiancati da quelli basati su AI.

Le prospettive future

Ma non è finita: secondo lo studio, inoltre, il 95,2% di chi ha già utilizzato questi strumenti ha dichiarato che continuerà a farlo ancora di più in futuro, apprezzandone i benefici in termini di efficienza e personalizzazione.

Per le aziende, questo è dunque il momento di prendere coscienza di questa evidenza e adeguarsi: "È cruciale costruire un framework che misuri il reale impatto di questi nuovi motori di ricerca sulle scelte e sugli acquisti" ha dichiarato Loguercio. "La nostra ricerca ha fornito spunti concreti su come le aziende possono iniziare ad adattarsi già oggi, comprendendo meglio la portata del cambiamento silenzioso che sta avvenendo attorno a loro".

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