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di Lorenzo Mosciatti

GroupM: nel 2021 pubblicità in crescita del 13,8% in Italia, oltre i livelli del 2019

A livello internazionale il digitale chiuderà l'anno con una raccolta in aumento del 30,5% e con una quota di mercato pari al 64,4%

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Investimenti pubblicitari in forte crescita in Italia nel 2021. A confermarlo è GroupM, che ha reso pubblico oggi il suo forecast predittivo internazionale. 

Secondo il centro studi della holding media, la pubblicità crescerà quest’anno nel nostro paese del 13,8%, confermando dunque la previsione già anticipata in occasione dell'inaugurazione a Milano del campus Wpp.  Il comparto italiano recupererà così le perdite del 2020, con circa 1 miliardo di euro in più di raccolta pubblicitaria, ottenendo oltretutto un risultato migliore anche rispetto al periodo pre-Covid (+5% sul 2019).

“Questa tendenza positiva è frutto del buon momentum che ha vissuto l’Italia soprattutto fino all’inizio dell’autunno e che si rispecchia anche nei principali indicatori macro-economici”, spiega GroupM. “Merito dell’industria, con la spinta nelle esportazioni e dell’aumento dei consumi, mentre sul fronte dell’occupazione restano diverse criticità.  A livello globale ricomincia però a incombere la minaccia della nuova ondata pandemica e soprattutto lo ‘spauracchio’ dell’aumento dell’inflazione che potrebbe avvertirsi anche sul mercato pubblicitario nei primi mesi dell’anno prossimo”. Ciononostante, le stime di GroupM proiettano una crescita anche per il 2022 (+5%) che porterà il mercato italiano a superare la soglia degli 8,5 miliardi di euro. Un nuovo segno positivo in linea con le aspettative di crescita del PIL (tra il +4% e il +4,5%) e considerando anche che il 2022 sarà un altro anno ricco di eventi sportivi (con le Olimpiadi Invernali prima e i Mondiali di calcio poi). 

Il forecast globale di GroupM

A livello globale, GroupM prevede un mercato in aumento del 22,5% (escludendo dal computo la pubblicità elettorale degli Stati Uniti) con un'espansione dunque ancora più rapida rispetto a quanto precedentemente previsto, trainata principalmente dalla crescita negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Cina. A giugno GroupM aveva infatti ipotizzato un mercato a +19,2%. Stati Uniti, Regno Unito e Cina rappresentano insieme circa il 70% di tutta la crescita dell’industry nonostante rappresentino solo il 60% del mercato. Per il 2022 l’attesa è di una spesa in aumento del 9,7% contro il +8,8% previsto a giugno.

Analizzano le performance dei primi dieci mercati pubblicitari, nei prossimi cinque anni la crescita dovrebbe dimezzarsi o crescere a una sola cifra: Francia, Germania, Australia e Stati Uniti sono pronti a crescere mediamente in un range del +4-5% annuo, mentre per India, Regno Unito, Brasile, Canada, Giappone e Cina la società stima un incremento medio tra il +6% e il +8% sempre su base annuale. 

Le performance del digitale 

Guardando ai mezzi, il digitale continua a farla da padrone e chiuderà il 2021 con una raccolta in crescita del 30,5% (rispetto alla previsione di giugno del +26%). La quota del digitale nel media mix internazionale sale così al 64,4% contro il 60,5% del 2020. Alphabet, Meta (Facebook) e Amazon consolidano la loro leadership nella pubblicità digitale con una share compresa tra l’80 e il 90%

Per la televisione, nel 2021 GroupM prevede una crescita dell’11,7%, rispetto alla stima di giugno del+ 9,3%. Considerato il calo del 13,7% registrato nel 2020, il piccolo schermo non dovrebbe tornare ai livelli del 2019 prima del 2023 con investimenti attesi nei prossimi anni in aumento solo dell’1-2% all’anno fino al 2026. Le Connected TV+ rappresenterà circa il 10% della pubblicità televisiva totale nel 2022 (17 miliardi di dollari su un totale di 171 miliardi) e si prevede che raddoppierà il suo valore entro il 2026. Bene l’audio, dato in crescita del 15,6% nel 2021 e del 6,4% nel 2022, mentre l’OOH dovrebbe aumentare la sua racoclta del 17,1% nel 2021 e del 14,9% nel 2022.

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