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29/01/2021
di Teresa Nappi

Salvatore Ippolito e Marco Bardazzi lanciano l'agenzia Bea - Be a Media Company

La nuova realtà intende aiutare aziende e istituzioni a raccontarsi con gli strumenti delle media company. Già attive partnership strategiche con The Visual Agency, Dalk e Imille

Da sinistra: Salvatore Ippolito e Marco Bardazzi, fondatori e soci di Bea

Da sinistra: Salvatore Ippolito e Marco Bardazzi, fondatori e soci di Bea

Nuova avventura imprenditoriale per Salvatore Ippolito e Marco Bardazzi. Insieme i due nomi noti nel mondo della comunicazione, che vantano lunghe esperienze nei principali media e aziende italiane, lanciano Bea - Be a Media Company, nuova società che si posiziona come “la nuova casa della narrazione strategica d’impresa”.

Negli anni post-pandemia, quello che risulta determinante è sapersi raccontare e l’ecosistema digitale offre enormi opportunità di visibilità e crescita ad aziende, organizzazioni e istituzioni capaci di costruire un racconto strategico efficace con gli strumenti delle media company giornalistiche. A condizione di saper sfidare il caos della rete, interpretandone le opportunità.

Con questo concetto in mente, Bea intende proporsi come partner capace di accompagnare ogni realtà imprenditoriale a raccontarsi con gli strumenti più innovativi del brand journalism, le idee più avanzate del content marketing e soprattutto la passione per le grandi storie.

Ma Bea intende proporsi come “compagna di viaggio” anche alle media company tradizionali (gruppi editoriali, network tv e radio) - e per le loro concessionarie di pubblicità - per costruire nuove modalità di rapporto con le aziende, puntando al modello dei “brand studio” giornalistici.

I partner di Bea e la nascita di un nuovo network

Sotto la guida di Marco Bardazzi e Salvatore Ippolito, Bea - Be a Media Company è il catalizzatore di un pool di talenti. Bea comincia infatti il proprio cammino contando sulla partnership e gli accordi strategici con tre importanti realtà del mondo della comunicazione: The Visual Agency, Dalk e Imille.

The Visual agency è un’agenzia di data e information design che in dieci anni ha conquistato notorietà internazionale.

Dalk è, invece, un giovane e innovativo digital studio, specializzato nel branded content e nella produzione di longform e contenuti “data-driven”, grazie a competenze di data scouting, analysis e storytelling.

Imille, infine, è una società di consulenza strategica, studio di design e partner per l’innovazione. Collabora con grandi aziende italiane e multinazionali ai loro progetti di branding, product/service design, comunicazione e performance.

Bea, The Visual Agency, Dalk e Imille danno vita a un network che può contare anche su accordi con altre realtà italiane e internazionali del mondo della comunicazione, per rispondere a ogni esigenza di racconto e sviluppare qualsiasi strategia di narrazione.

Il sito web di Bea offre l’accesso a questa community di innovatori di talento che si è formata intorno a Bea, di cui Ippolito e Bardazzi saranno i registi, per offrire un approccio alla comunicazione che parta dalla narrazione strategica e si declini soprattutto sulla produzione di contenuti di qualità e sui più avanzati strumenti di data analysis, data science, misurazione delle audience, machine learning e AI.

L’approccio di Bea

Il datastorytelling di Bea rappresenta il punto di contatto tra l’approccio umanistico alla comunicazione e l’apertura a opportunità tecnologiche e soluzioni innovative. La rete di rapporti creata nel corso degli anni dai fondatori di Bea aprirà infatti le porte a idee che arrivano dai migliori brand studio e dai protagonisti della comunicazione di Usa, Regno Unito, Unione Europea e dagli avamposti tecnologici degli emirati del Golfo.

La doppia vocazione umanistica e tecnologica della nuova società è testimoniata anche dal suo nome: “Bea come le amiche avrebbero chiamato oggi Beatrice, musa di Dante e prima grande influencer della letteratura italiana. Bea come un tributo alla bellezza e alle potenzialità dell’Italia e del made in Italy, nell’anno delle celebrazioni dantesche. Bea come ponte tra italiano e inglese, lingua universale della comunicazione, per diventare call to action: Be a media company”, racconta la nota stampa che ufficializza la nascita della nuova agenzia.

Tra i temi che saranno al centro dell’attività di Bea, particolare attenzione sarà dedicata alla comunicazione della trasformazione energetica e digitale, alle opportunità di un mondo connesso in 5G, alla decarbonizzazione e allo sviluppo sostenibile.

“Bea aiuterà le aziende a costruire o ripensare la narrazione strategica, la mission, i bilanci di sostenibilità e l’intera identità corporate alla luce delle sfide dei prossimi decenni, prime tra tutte l’Agenda 2030 e le opportunità aperte da Next Generation Eu e Green Deal europeo”, spiega Salvatore Ippolito. “Un compagno di viaggio ideale per un tragitto a cui le aziende saranno chiamate, di enorme attualità e rilevanza”.

“La migliore pubblicità è sapersi raccontare”, aggiunge poi Marco Bardazzi. “Negli Anni Venti, vedremo fiorire opportunità per le aziende di disintermediare la comunicazione e avviare un dialogo nuovo con gli stakeholder. La narrazione strategica offre la possibilità di creare valore reputazionale sviluppando soprattutto le piattaforme ‘owned’. Ogni impresa può essere una media company e Bea, con il proprio network di talenti, è il partner ideale per individuare le audience a cui rivolgersi”.

Chi è Salvatore Ippolito

Salvatore Ippolito vanta alle spalle 30 anni di management, gestione team e progetti di comunicazione. È orientato allo sviluppo progettuale, all’innovazione, al digitale. Annovera esperienze in Nielsen, Microsoft, IOL. Country Manager in Twitter, Ceo in Agi (Eni).

Chi è Marco Bardazzi

Marco Bardazzi vanta un’esperienza lunga 30 anni di giornalismo in Italia e Usa (ANSA e La Stampa). È stato per sei anni Direttore della Comunicazione di Eni. È inoltre esperto di innovazione digitale nel giornalismo e nella comunicazione.

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