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04/03/2021
di Teresa Nappi

Podcastory studia Clubhouse e lancia un'offerta dedicata per i brand che ne vogliono cavalcare il successo

Esclusività e voce sono gli elementi che caratterizzano il nuovo fenomeno social. Davide Schioppa, founder della podcast factory: «Accoglieremo gli spender nelle stanze del Club»

Davide Schioppa e Fabiana Sera sono rispettivamente il Founder e la Coordinatrice Artistica di Podcastory

Davide Schioppa e Fabiana Sera sono rispettivamente il Founder e la Coordinatrice Artistica di Podcastory

Podcastory studia Clubhouse e lancia sul mercato un’offerta dedicata ai brand che vogliono comunicare attraverso il nuovo social network.

La podcast factory italiana ha approntato, nello specifico, una ricerca sul social (resa disponibile previa richiesta via mail all'indirizzo info@podcastory.it) per capirne le caratteristiche e opportunità, e, sulla base di questo, annuncia il lancio di un’offerta dedicata. 

A spiegarlo è Davide Schioppa, founder di Podcastory: «Dalle prime settimane di febbraio, una delle ricerche più frequenti online sembra sia proprio “Clubhouse”. È indubbio che una realtà come la nostra che punta tutto sulla voce non possa ignorare questo crescente interesse», dice il manager.

«È pur vero - continua - che i numeri degli utenti sono ancora esigui, soprattutto in Italia. Dall’altra parte tra gli utilizzatori più assidui c’è una folta schiera di comunicatori, pubblicitari e professionisti del marketing. Per tutti questi motivi, abbiamo ritenuto opportuno realizzare prima una ricerca approfondita sugli utilizzi e gli utilizzatori del social, poi un’offerta dedicata a tutti i brand che vorrebbero capire come fare per entrare, magari in punta di piedi, nelle stanze del “Club”. Noi, saremo lieti di accoglierli e farli sentire in un ambiente protetto e confortevole», dice ancora Schioppa.


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«Quella che abbiamo definito è un'offerta pensata per accompagnare i brand all'interno di Clubhouse offrendo innanzitutto sicurezza sugli ambienti di discussione, accorgimento necessario visto che parliamo di una piattaforma social. Andremo quindi a completare quelli che al momento sono i limiti di Clubhouse, compensandoli con le nostre attività nel podcasting», specifica il manager.

Sulla ricerca, Schioppa dichiara che si tratta di un lavoro "in progress": «Nelle prossime settimane rilasceremo degli aggiornamenti su quanto già analizzato e, le persone che ci hanno scritto per ricevere la prima parte della ricerca, oggi disponibile, riceveranno gratuitamente tutti gli updates».

La forza di Clubhouse è nell’esclusività e nella voce

Esclusività: questo l’elemento fondante del nuovo “unicorn” dei social media che, negli ultimi mesi, ha catalizzato l’attenzione mediatica.

Parliamo di Clubhouse, lanciato in America nel 2020, i cui fondatori Paul Davison e Rohan Seth sono noti agli esperti del settore per essere ex ingegneri di Pinterest e Google.


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Esclusività, dicevamo, che si estrinseca su tre livelli principali:

1) Sistema operativo: solo IOS. L’esclusione dell’android pare possa essere presto rimodulata, ma non vi sono notizie certe a riguardo.

2) Invito: per accedere al club non basta scaricare l’app e registrarsi, ma è necessario – a small world docet – ottenere un invito. In caso di accesso tramite altri social, è concesso agli utenti l’uso del solo profilo Twitter o Instagram. Facebook, pur con i suoi 2,7 miliardi di utenti, ne resta fuori.

3) Voce: l’esclusione di immagini, foto, video e i soli profili reali tengono alla larga sedicenti influencer senza nulla di interessante da dire.

La narrazione alla base, che affascina, è il senso di appartenenza a un club esclusivo e al tempo stesso intimo e reale. L’esclusione di tutto ciò che non è voce, come i podcast hanno fatto a loro tempo, permette un’adesione alle conversazioni caratterizzata da attenzione, interesse, e una fruizione hic et nunc, qualsiasi altra attività si stia svolgendo.


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«Finalmente un social che spegne le luci sulle immagini e le accende sui contenuti», dichiara Fabiana Sera, Coordinatrice Artistica per Podcastory. «Chi non ne ha, ha l’enorme privilegio di potersi arricchire ascoltando chi ne ha. Ascoltare, non interrompere, condividere: un po’ di attività di cui, forse, avevamo bisogno, per nutrire il nostro Ego sano».

Il fenomeno Clubhouse

Clubhouse è diventata popolare nei primi mesi della pandemia di Covid-19, specialmente dopo un investimento di 12 milioni di dollari nel maggio 2020 da parte della società di venture capital gestita da Andreessen Horowitz. A gennaio del 2021, ha ricevuto un ulteriore finanziamento, dalla stessa venture, di 100 milioni di dollari.

Oggi conta quasi 2 milioni di utenti e 180 investitori, invito dopo invito, grazie anche all’endorsement di celebrity statunitensi del calibro di Oprah Winfrey, Jared Leto e Elon Musk, la cui presenza in una room ha letteralmente mandato in tilt il social network, con la partecipazione di 5 mila follower. 

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