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18/10/2021
di Simone Freddi

Massimo Costa lancia Epik, studio per lo storytelling di marca nell’era digitale

Dieci soci e partnership continuative con società esterne come Kantar, Caffeina, Restore e Indiana Productions per la nuova start-up dell’ex country manager di WPP Italia, che opererà tra contenuti e ecommerce

Il team di Epik

Il team di Epik

Si alzano i veli su Epik, la nuova iniziativa imprenditoriale di Massimo Costa: la società, di cui l’ex country manager di WPP è amministratore delegato, si configura come uno studio di professionisti della comunicazione che si propone ad aziende e istituzioni quale partner per una narrazione di marca basata sulla dimensione dell’intrattenimento, operando attraverso i contenuti (branded content e film), l’influencer marketing, la gestione della reputazione e l’ecommerce.

Epik - come è stato più volte ripetuto nel corso della presentazione alla stampa, organizzata nella sede milanese della società in via Olmetto - non si presenta sul mercato come un’agenzia e non intende, per esempio, prendere parte alle tradizionali gare. Nell’ottica di assicurare servizi end to end ai suoi clienti, Epik però ha già predisposto una serie di collaborazioni “su base costante” con una serie di società terze: di questo network di partner “preferiti” (con cui comunque non ci sono vincoli di esclusività) fanno parte la società di consulenza Long Term Partners/Occ Strategy, la casa di produzione Indiana Production, la digital native agency Caffeina, la data company Kantar e ReStore, leader in Italia nelle soluzioni ecommerce per il largo consumo.

Chi sono i soci di Epik

Anche a livello organizzativo, il modello di riferimento non è quello dell’agenzia di comunicazione ma piuttosto quello dello “studio associato” tra professionisti dall’elevata specializzazione: così, in Epik (che è una s.r.l.) Massimo Costa è affiancato da altri 9 soci operativi che arrivano da ambiti e carriere differenti. C’è innanzitutto, e già lo si sapeva, Nicola Lampugnani (qui sotto), già direttore creativo per importanti agenzie pubblicitarie italiane e specializzato anche in contenuti grazie all’esperienza maturata in Discovery. 

Poi ci sono Domenico Grandi, “playmaker” che gestirà le attività del gruppo e le relazioni con i partner esterni; Barbara Labate, imprenditrice di ReStore, che svilupperà con Epik nuovi progetti digitali e per l’ecommerce; Dan Wheeldon, un passato da digital strategist nei social media dalla natia Australia poi a Londra e Milano; Aurora Deidda, un focus sul fashion e i social media dopo un’esperienza di 10 anni negli Stati Uniti seguendo griffe come Armani, Versace e Adidas; Giorgia Crepaldi, da ultimo client development director Emea di Vice Media, specializzata su progetti editoriali e di intrattenimento per un pubblico giovane, e Francesca Sottilaro, un lungo corso nel giornalismo economico-finanziario e del marketing con il quotidiano ItaliaOggi. La compagine sociale di Epik si completa con Gianluigi Bonvini, dell’omonimo studio milanese, a cui è affidata la gestione finanziaria della società, e con Marco Costaguta, consigliere e presidente onorario, nonché partner della società di consulenza Long Term Partners/Occ Strategy (sotto, il team di soci al completo). In futuro non sono esclusi nuovi ingressi tra i soci.

Alla luce di una comunicazione che rischia di diventare un mero esercizio tecnologico, «noi vogliamo spostare l’asse sull’intrattenimento, per fare in modo che la narrazione torni protagonista della comunicazione di marca, una marca che dev’essere l’eroina di una storia rilevante e credibile. Il tramite è un team eterogeneo», ha spiegato Massimo Costa, a.d. di Epik. «Vogliamo parlare al tessuto produttivo del Paese e agli imprenditori per i quali ci attendiamo una grande iniezione di fiducia e una nuova propensione al cambiamento. Vogliamo giocare un ruolo rilevante in questa fase di rilancio per l’economia italiana e in quest’ottica il branded content, l’ecommerce, il digitale e la reputation sono le risposte fondamentali alla domanda del mercato». Epik, ha detto Costa, è già al lavoro con un nucleo di clienti che assicurano il break even per questo primo anno di attività, mentre a tendere l’obiettivo è quello di una elevata marginalità.

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