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30/11/2015
di Teresa Nappi

D'Ettorre, SHAA: «Focus su nuovi formati, progetti speciali e native adv»

La società sarà a IAB Forum con due workshop. «Per il futuro ci stiamo concentrando sul video-adv da mobile browser e su soluzioni second screen», dichiara lo Strategic Marketing Manager

Realtà dal profilo fortemente disruptive, SHAA ha varie specializzazioni che si muovono tutte sul filo dell’innovazione: l’azienda è proprietaria di un tool tecnologico esclusivo dedicato ai publisher per la gestione di video e foto in modalità interattiva, sviluppa formati pubblicitari e prodotti adv mobile-first e cross device ed è anche concessionaria per la delivery di campagne cliente attraverso soluzioni esclusive. «Per tutte queste linee di business il 2015 ha rappresentato un vero e proprio exploit in termini di qualità e di quantità», afferma Pietro D’Ettorre, Strategic Marketing Manager della struttura. Segno che la strada intrapresa è quella giusta.

Che anno è stato il 2015 per SHAA e come vi apprestate a chiuderlo in termini quantitativi e qualitativi?

Il 2015 è stato per noi un anno molto importante, che ci ha visti impegnati nello sviluppo dei prodotti e nel loro successivo posizionamento sul mercato. SHAA rappresenta un soggetto totalmente nuovo nel settore publishing&advertising: si presenta come azienda proprietaria di un tool tecnologico unico, dedicato ai publisher, per la gestione di video e foto soprattutto in modalità interactive, ma è anche developer di formati e prodotti mobile first e cross device esclusivi sul mercato ed è anche concessionaria per la delivery di campagne cliente attraverso le nostre esclusive soluzioni. Per tutte queste linee di business, sempre più integrate tra loro, il 2015 ha rappresentato un vero e proprio exploit in termini di qualità e di quantità, segno evidente che la strada intrapresa è quella giusta e che il mercato accoglie positivamente la presenza di un player con le nostre caratteristiche che opera mantenendo il proprio focus sull’innovazione di prodotto.

Video, immagini e Adv, tra i vostri progetti interattivi quali sono stati i più richiesti negli ultimi tempi?

I livelli di apprendimento di mercati con volumi importanti e con molteplici operatori, come quello dell’advertising, sono abbastanza lenti ed è richiesto più tempo perché vengano conosciuti e compresi nuovi prodotti, soprattutto se questi stravolgono i modelli già esistenti. SHAA lavora sull’interazione di immagini e video: sebbene gli utenti siano abituati da tempo a interagire in modalità touch screen, il nostro compito è stato comunicare al mercato il valore della fruizione interattiva degli elementi multimediali. La nostra offerta inizialmente ha previsto il posizionamento sul mercato del formato intro-page interattivo con il quale sono state erogate campagne innovative per clienti come Mercedes, Intimissimi, CheBanca e Ferrero. Ora ci troviamo nelle condizioni ideali per promuovere gli ulteriori formati interattivi, sviluppati sempre secondo una logica mobile-first: dalla mid-strip expandable ai nuovi formati 300x250 che dopo 20 anni si rinnovano con soluzioni carousel e contenuti interattivi o swipe, in una logica di micro-site integrato in pagina.

C’è una case history tra le vostre attività del 2015 che vi rappresenta particolarmente e volete raccontarci?

Ci rappresentano tutte le campagne erogate ed in corso di pubblicazione, basate sulla nostra tecnologia che permette di sfruttare formati standardizzati ma personalizzabili per contenuti e obiettivi in modo da renderle tutte uniche e differenti: dal form per la generazione di lead alla gallery per approfondire le caratteristiche di prodotto, dalla possibilità di download di un’app all’erogazione di video-nel-video. L’intro-page interattiva cross-device si adatta alle esigenze di comunicazione del cliente, alla velocità di realizzazione richiesta dall’agenzia, alla possibilità di essere veicolata anche via-programmatic come richiesto dai centri media per l’allargamento dei bacini e, aspetto ancora più importante, coinvolge gli utenti con tassi di interazione medi pari al 10%.

Dal punto di vista della vostra offerta, su quali novità vi state maggiormente concentrando?

Il nostro percorso di evoluzione non si limita al portafoglio prodotti citato prima. Per il 2016 sono già state studiate e sviluppate soluzioni di native-adv per interactive-gallery o video interattivi in grado di integrare veri e propri mini-siti. Inoltre è presto prevista la presentazione di un’importante novità per la fruizione di video-adv su mobile browser e lo sviluppo di soluzioni second screen funzionali alla copertura del segmento smart-tv.

Come vedete in futuro il business che coinvolge editoria digitale e media interattivi?

Alan Kay, famoso informatico statunitense, durante una riunione nel 1970 al Palo Alto Research Center di Xerox parlò così ai propri interlocutori: “Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro. Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo”. In contrasto con le parole di uno dei grandi protagonisti della prima era informatica, i player editoriali attuali sono molto attenti a quello che fanno gli altri operatori del mercato, dai loro competitor ai big player come Google, Apple, Facebook e Twitter, nella speranza che sia qualcun altro a trovare la chiave della soluzione alla crisi strutturale di questo settore. In realtà, come alcuni casi hanno dimostrato, chi si è servito sapientemente della tecnologia e ha utilizzato innovazione e creatività nel proprio business, è riuscito a creare delle case-study di grande interesse e valore. La cosa importante è che ognuno lavori sulle proprie specificità e peculiarità, senza seguire pedissequamente l’operato degli altri, in quanto potrebbe difficilmente adattarsi alla propria attività.

Parteciperete a IAB Forum: cosa vi aspettate dall’evento?

Allo IAB Forum siamo gli unici a focalizzare l’attenzione sulle evoluzioni di prodotto e non di processo, organizzando due sessioni dedicate di workshop suddivise sui due giorni di evento. Come sempre è avvenuto in ogni rivoluzione industriale, le innovazioni di processo hanno ottimizzato la catena produttiva senza generare effettivo valore (pensiamo alla rivoluzione taylorista o il modello Toyota nella produzione delle auto). Ma ciò che crea revenue aggiuntive sono i nuovi prodotti. Nel workshop di martedì 1 dicembre focalizzeremo l’attenzione sui nuovi formati di advertising mentre in quello del 2 dicembre estenderemo il focus al native e ai progetti speciali, che non si limitano solo a recommendation widget e mini-siti.

Recenti dati sembrano indicare una certa ripresa degli investimenti pubblicitari. Secondo voi la crisi è davvero finita?

Il settore sta affrontando una crisi strutturale più che congiunturale. Quindi, anche se i valori macro-economici migliorano, non è detto che questi fattori positivi si riversino sul nostro mercato. Per il momento non si può pensare di raggiungere i valori precedenti alla crisi né di tornare alle dimensioni del mercato advertising del 2008, anche perché i prezzi di ogni singolo mezzo sono costantemente scesi negli ultimi anni.

Dal native, al mobile, al programmatic, il digital è ricco di novità. Secondo voi il mercato italiano è davvero pronto a tutto questo?

Il mercato italiano, come i dati confermano da anni, è ancora concentrato sul mezzo televisivo e questo aspetto lo contraddistingue rispetto a tutti gli altri mercati europei. Questo è un limite perché sottrae risorse agli altri media e non permette, in particolare sul web, lo sviluppo di nuovi e innovativi player. E se il televisore domani fosse solo uno dei monitor che utilizziamo giornalmente nella nostra dieta mediatica, perfettamente integrato con tutti gli altri schermi? È questa la vera scommessa del nostro mercato.

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