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10/06/2015
di Francesca Marchese

Bob Fair (Teradata): «Più attenzione alle esigenze personali degli utenti»

Il co-presidente della multinazionale ci racconta il suo rapporto personale con la tecnologia e la sua visione del mercato digitale, sempre più all'insegna della personalizzazione

E’ il primo a sperimentare su di sé quello che vende. Nel mondo digitale e in quello tradizionale, nella doppia veste di produttore di soluzioni hi-tech e consumatore di tecnologia. E’ forse questo l’asso nella manica di Bob Fair, co-presidente della multinazionale Teradata che allo stadio Wembley di Londra ha chiamato a raccolta oltre mille partecipanti (e 29 speakers da tutto il mondo) per il Teradata Connect 2015, la due giorni dedicata alle nuove frontiere del marketing, il 9 e 10 giugno.

Con Engage parla a cuore aperto del proprio rapporto personale con la tecnologia e delle sue piattaforme preferite: «Non sapevo cosa fossero Snapchat e Instagram - racconta - finché non me li hanno segnalati i miei figli. Il modo in cui comunichi con i ragazzi di oggi è digitale e sono loro a spingermi verso le novità. La differenza è che loro hanno centinaia di app sul loro telefono, mentre io non voglio nulla che io stesso non usi e che non sia utile per me, niente che non aggiunga valore. Ecco perché, ad esempio, le app che uso di più sono quelle legate al volo ed alle compagnie aeree, perché per lavoro prendo molti aerei. Per me questo ha un valore enorme. Uso anche molte app legate allo sport».

Non a caso, la location del Teradata Connect è stato lo stadio di Wembley “dove gli americani giocano due volte ogni anno”, scherza lui stesso, e tra i successi della società è citato il miglioramento del servizio per la compagnia aerea australiana Qantas. Questo il punto chiave di Teradata Connect 2015: rendere tutto personale. «Nell’era digitale il nostro business produce soluzioni digitali che usiamo noi stessi. Questo ci fa comprendere personalmente i bisogni di ognuno», aggiunge. Ed i numeri gli danno ragione: su 1.506 esperti internazionali di marketing, il 90% chiede un servizio più attento alle esigenze personali. Due terzi chiede decisioni più veloci e più accurate, anche se solo la metà usa i dati per coinvolgere i propri clienti: «Bisogna, invece, avere chiare le strategie e le priorità», commenta Bob Fair. I quattro pilastri sono email, mobile, social e web. Ma non basta, perché i punti di contatto con i propri clienti devono essere sia tradizionali che digitali: «più sono in grado di gestire entrambi - aggiunge il guru filosofico di Teradata, John Timmerman a capo della sezione marketing - più riesco a rispondere ai bisogni dei miei clienti. Sarebbe facile se tutti loro avessero una laurea in interazione digitale: alcuni sono tradizionali e vogliono interagire con me personalmente. E in tempo reale. Quindi devo saper prendere decisioni quando i miei clienti me lo chiedono».

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