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di Caterina Varpi

Google abbandona Privacy Sandbox e mantiene i cookie su Chrome. Utile a +46% nel Q1 del 2025

A trainare le performance di Alphabet la crescita della pubblicità sui motori di ricerca, con ricavi in aumento del 10% a 50,7 miliardi di dollari, e su YouTube (8,93 miliardi, +10,3%)

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Google ha annunciato un'importante novità per il settore della pubblicità digitale: BigG ha deciso di abbandonare Privacy Sandbox, la sua suite di strumenti per il targeting e la misurazione cookieless degli annunci pubblicitari, mantenendo i cookie di terze parti su Chrome. Intanto Alphabet, la holding che controlla Google, ha chiuso il primo trimestre del 2025 con risultati superiori alle aspettative del mercato, trainati dalla crescita della pubblicità sui motori di ricerca. 

Addio a Privacy Sandbox: su Chrome rimarranno i cookie di terze parti

Dopo quasi quattro anni di sviluppo, rinvii e critiche, Google ha deciso di abbandonare il progetto Privacy Sandbox, l'insieme di strumenti pensati per eliminare i cookie di terze parti su Chrome nel rispetto della privacy degli utenti. La scelta è arrivata dopo un lungo confronto con editori, sviluppatori e autorità regolatorie, che hanno espresso opinioni divergenti sull'utilizzo questa suite.

Fin dall’inizio, Privacy Sandbox ha incontrato diverse resistenze, tra cui quella del Movement for an Open Web, che aveva presentato una denuncia formale nel 2020, e dell'Electronic Frontier Foundation, che ha accusato Google di voler mantenere il tracciamento degli utenti sotto nuove forme.

Google quindi continuerà a supportare i cookie di terze parti su Chrome, rinunciando a quello che era stato annunciato come un cambiamento rivoluzionario per la tutela della privacy online. Resta da capire come il settore reagirà a questa scelta e quali strategie adotterà Google per rispondere alle crescenti pressioni in materia di protezione dei dati personali, in un contesto normativo sempre più rigoroso.

Utile a +46%. Bene la search

Nel primo trimestre del 2025, Alphabet ha registrato ricavi per 90 miliardi di dollari (+12%) e un utile netto di 34 miliardi di dollari, in crescita del 46% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A trainare i risultati è stata soprattutto la pubblicità Search, con ricavi in aumento del 10% a 50,7 miliardi di dollari, oltre le previsioni degli analisti (+8%).

Anche la divisione cloud ha mostrato una buona performance, con ricavi in crescita del 28% a 12,3 miliardi, mentre YouTube ha visto salire i ricavi pubblicitari a 8,93 miliardi di dollari, rispetto agli 8,09 miliardi dell'anno scorso (+10,3%).

Oltre ai risultati, Alphabet ha annunciato un piano di buyback da 70 miliardi di dollari e un incremento del dividendo trimestrale del 5%, portandolo a 21 centesimi per azione.

Commentando i numeri, Sundar Pichai, Ceo di Alphabet, ha sottolineato come “alla base della crescita della società ci sia il nostro approccio full-stack all’intelligenza artificiale”.

“Questo trimestre - prosegue Pichai - è stato estremamente positivo, con il lancio di Gemini 2.5, il nostro ultimo modello di intelligenza artificiale, che sta raggiungendo traguardi rivoluzionari in termini di prestazioni e rappresenta la base per la nostra innovazione futura. La ricerca ha registrato una crescita costante, sostenuta dal coinvolgimento riscontrato da funzionalità come le Panoramiche AI, che ora raggiungono 1,5 miliardi di utenti al mese. Grazie a YouTube e Google One, abbiamo superato i 270 milioni di abbonamenti a pagamento. Anche il cloud è cresciuto rapidamente, con una domanda significativa per le nostre soluzioni”.

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