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Dust off: il nuovo punto di vista del digital

A cura di Digital Dust

Uno spazio di approfondimento a cura di Digital Dust, dedicato alla social communication fortemente influenzata oggi dal modello TikTok che sta conquistando i marketer

22/04/2021
di Digital Dust

L'audio e i social network: Clubhouse può rappresentare un'insidia per le altre piattaforme?

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Nel 1980, con un titolo tutt’altro che provocatorio, la famosa canzone “Video killed the radio star” dei Buggles, annunciava al mondo che il video stava uccidendo le star delle radio. Un annuncio che di lì a poco, con la nascita di MTV, il primo canale televisivo interamente musicale, avrebbe effettivamente trovato conferma. Da quel momento, infatti, il video avrebbe assunto un ruolo centrale nelle strategie promozionali degli artisti e dei loro lavori, chiudendo un percorso avviato negli anni ’50 con quello che molti studiosi considerano il primo videoclip della storia, Dame si do bytu di Irena Karcirkova e Josef Bek, e soppiantando in un certo senso i “tradizionali” canali radiofonici. 

Con le dovute differenze, proviamo ora a dare uno sguardo a quanto sta accadendo nel variegato mondo dei social media. Qualche cifra. Più del 50% delle aziende ha migliorato il ritorno di investimento pubblicitario grazie ai video. Il 77% dei visitatori guarda i video fino alla fine. I video aumentano la cosiddetta brand awareness del 139%. E ancora. Se il messaggio viene veicolato da un video, i visitatori percepiscono il 95%. I blog post che contengono un video attraggono 3 volte di più rispetto a quelli senza. E infine, per dare un’idea di quale impatto possa avere l’uso del video, un’ultima impressionante cifra. Secondo un recente studio effettuato da Cisco, entro il 2022 l’82% di tutti i contenuti online sarà costituito da video. Basta e avanza per poter affermare che oggi il video sta letteralmente uccidendo i mezzi social più classici come i post.

A farla da padrone, le stories su Instagram e su Facebook, per non parlare dei video di Tik Tok o di Youtube, tornato in auge dopo un lungo periodo durante il quale era stato considerato “morto”. 

In uno scenario dominato dai video, anche gli Influencer stanno adattando la propria comunicazione utilizzando i video, sempre più ricercati e coinvolgenti, per trasmettere un messaggio o per fare pubblicità ad un prodotto. Del resto i video risultano essere indiscutibilmente più efficaci: guardare un video anche silenziato e magari breve mentre ci si sposta per andare a lavoro o si attende il proprio turno per un appuntamento è più allettante per i followers che leggere dei semplici post. 

Insomma, che si tratti di video in formato corto come quelli di TikTok, di stories o di contenuti tutorial, la strada del futuro a breve e medio termine dei social media appare tracciata. Ma sarà davvero così? A sparigliare le carte ci sta pensando l’ultimo arrivato: il social network Clubhouse.

Nato nella Silicon Valley e lanciato nel 2020 dalla Alpha Exploration Co., il nuovo social network con chat audio e ad invito sta vivendo un momento di fortissima ascesa. È organizzato in "stanze", nella quali gli utenti presenti possono scambiarsi messaggi vocali. Sì, avete capito bene: vocali. Quando la stanza viene chiusa, gli utenti non vengono registrati all’interno della piattaforma bensì scompaiono, come i loro messaggi inviati. Clubhouse è una app che fa della riservatezza uno dei suoi tratti peculiari. Infatti, non è possibile iscriversi liberamente ma si accede solo attraverso l’invito di un altro utente. Ogni chat room creata ha un admin (come visto nei gruppi privati di Facebook), che ha il compito di moderare gli invitati e i loro interventi vocali. I temi delle chiacchierate? Di tutto e di più: film, politica, tecnologia, musica, sport e molto altro in contemporanea a migliaia di utenti.

Inoltre, chi accede a Clubhouse deve farlo con il proprio nome e verificare l’identità. L’iscrizione è possibile solo al compimento dei 18 anni e nel divieto assoluto di "abusi, bullismo e molestie nei confronti di persone o gruppi". 

Oltre alla figura del moderatore che regola i partecipanti e il taglio della conversazione, la stanza è completata dagli speaker e dagli ascoltatori che hanno la facoltà di assistere e intervenire. Eventuali abusi possono essere segnalati da tutti i partecipanti. 

Per meglio capire la notorietà che Clubhouse sta via via acquisendo, proprio lo scorso 31 gennaio Elon Musk, popolarissimo imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense, è comparso sul social dove ha discusso delle sue aziende attirando oltre i 5 mila iscritti che stabiliscono il tetto di una stanza. 

Il valore aggiunto della piattaforma risiede nella possibilità di ottenere conversazioni con meno intermediazioni possibili e con una spiccata riservatezza. Ora, tutto questo può rappresentare un’insidia per i social network come Facebook, Twitter, Instagram e TiK Tok, all’interno dei quali i video hanno preso sempre più piede? Sarà il caso di pensare forse che il messaggio riportato all’inizio sulle note della famosa canzone “Video killed the radio star” non si possa a breve ribaltare, riportando in auge la parola a scapito dei video?

Staremo a vedere, per adesso non ci resta che stare a guardare l’evoluzione che avrà Clubhouse!

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