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22/05/2023
di Jelle Mul, Senior Marketing Manager EMEA di Patagonia

Get Real: perché il Metaverso mi fa rabbrividire

Jelle Mul, Senior Marketing Manager EMEA di Patagonia

Jelle Mul, Senior Marketing Manager EMEA di Patagonia

Nella sezione "opinioni", Engage ospita articoli di approfondimento sui temi caldi della pubblicità online scritti da importanti esponenti delle aziende e dell’industria dell'advertising. In questo contributo Jelle Mul, Senior Marketing Manager EMEA di Patagonia, ci fornisce il suo punto di vista sul Metaverso e sulle sue possibili implicazioni nel mondo odierno.


A quanto pare, nel metaverso non tutto va bene. Non molto tempo fa il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha presentato “Meta”, la sua nuova piattaforma. La sua missione? “Dare vita al metaverso e aiutare le persone a connettersi”. In un imbarazzante passo indietro, il figlio del manifesto della rivoluzione tecnologica della Silicon Valley ha recentemente confermato che 10.000 dipendenti di Meta saranno messi alla porta. Leggendo tra le righe, anche il metaverso passerà in secondo piano, mentre l’azienda si concentrerà sull’intelligenza artificiale.

Per me, le ultime notizie provenienti dal quartier generale di Meta rappresentano un gradito sollievo. La visione di Zuckerberg di un mondo virtuale interattivo e tridimensionale mi ha sempre messo a disagio. Però capisco perché i miei colleghi del marketing siano entusiasti. In caso di successo (nota: il messaggio di Meta è di cautela, non di annullamento), il metaverso potrebbe davvero cambiare le carte in tavola. E non solo per gli inserzionisti o i marketer: l’esperienza online di tutti promette di essere stravolta.

Ma è una cosa positiva? Datemi pure del contestatore, ma non ne sono convinto. In primo luogo, dubito che entrare in un ambiente virtuale più di quanto non lo siamo già sia la direzione che la società dovrebbe prendere. Zuckerberg sostiene che i prodotti di Meta - pensiamo a Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger e Meta Quest - abbiano lo scopo di creare “nuovi modi per far sentire le persone più vicine”. Questo è innegabile, in un certo senso: gli strumenti digitali di oggi consentono una comunicazione istantanea, ovunque e in qualsiasi momento.


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Tuttavia, i livelli di solitudine e di malattia mentale nella nostra epoca iper-interconnessa continuano ad aumentare, non a diminuire. Più siamo online, infatti, più sembra crescere il nostro senso di isolamento. Perché? Perché le relazioni non derivano dall’avere migliaia di “amici” su Facebook o dall’accesso istantaneo a una dozzina di chatbot. Come esseri umani, siamo esseri sociali e fisici. Per quanto possa sembrare un’idea antiquata, non c'è niente che connetta come un incontro faccia a faccia.

La prospettiva di aumentare ulteriormente la nostra realtà mi lascia profondamente inquieto. Lo dico da persona profondamente appassionata del mondo naturale, per la mia salute mentale e fisica non c’è niente di meglio che stare in mezzo alla natura. Con tutta la sua grafica e i suoi aggeggi, al confronto il metaverso non potrà mai sperare di replicare questo effetto sensoriale, è una landa desolata.

La perdita di questa disconnessione con il mondo circostante è incalcolabile, nel metaverso possiamo creare il mondo che vogliamo. Ma che ne è del mondo reale che abbiamo fuori di casa, del nostro unico pianeta, del luogo la cui salute determinerà il nostro futuro? Il metaverso ci invita attivamente a guardare altrove. Mi lascia perplesso il fatto che dovremmo seppellirci in un mondo virtuale di realtà aumentata/fantasia (possiamo dire che sia la stessa cosa?) in un momento in cui i nostri mari si stanno innalzando e i nostri spazi selvaggi stanno scomparendo. Nel migliore dei casi, sembra un’evasione; nel peggiore, un’abnegazione della nostra responsabilità nei confronti del pianeta.

Detto questo, il metaverso ci pone di fronte a un bivio importante. Continuiamo a percorrere una strada che ci porta sempre più lontano dalle comunità fisiche in cui viviamo e dal mondo naturale che ci sostiene? Oppure mettiamo “in pausa” e cerchiamo modi significativi per riallacciare i rapporti con i nostri ambienti sociali e naturali? 

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