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10/02/2021
di Lorenzo Mosciatti

Roba da Donne lancia il progetto inclusivo Femminismo e Femminist*

Il nuovo spazio del magazine è curato dagli influencer attivisti Carlotta Vagnoli, Benedetta Lo Zito, Daphne Bohémien ed Elia Bonci

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Empowerment, diversity, parità di genere, identità LGBTQ+, in una parola inclusione: sono questi i temi di Femminismo e Femminist*, il nuovo progetto del magazine Roba da Donne affidato a quattro voci molto seguite dell’attivismo social.

“Spazio collettivo per narrazioni differenti” è il sottotitolo del progetto che, ispirato ai valori del femminismo intersezionale, riunisce gli influencer inclusivi Carlotta Vagnoli, Benedetta Lo Zito, Daphne Bohémien ed Elia Bonci.

Da tempo impegnata nella creazione di una cultura dell’inclusione, Roba da Donne sceglie la strada della sinergia per potenziare la mission della propria community.

Autrice e sex columnist, Carlotta Vagnoli è una delle personalità di riferimento del femminismo digitale che più sta contribuendo alla creazione di una nuova narrazione e rappresentazione oltre gli stereotipi dei corpi femminili e non binari. Sex positive e rape culture sono temi focali che Carlotta Vagnoli condivide con Benedetta Lo Zito, fondatrice del progetto “Suns | End rape culture”, che fornisce assistenza alle vittime di abusi sessuali ed educazione contro la cultura dello stupro.

Attivista LGBTQ+ e creatore del progetto Amore in movimento contro omofobia e transfobia, Elia Bonci racconta discriminazioni e diritti del mondo queer insieme a Daphne Bohémien, transfemminista intersezionale, content creator e drag che lavora con i social e la cultura pop per fare informazione e divulgazione.

“Fare inclusione, oggi più che mai, significa contribuire a creare un nuovo linguaggio giornalistico e non, in grado di raccontare e rappresentare tutte le persone, al di fuori dei vecchi stereotipi”, commenta Ilaria Maria Dondi, direttrice responsabile del magazine. “La capacità di Roba da Donne di coinvolgere personalità sempre più autorevoli del mondo digital è la conferma che, negli ultimi anni, la testata ha fatto un lavoro coerente con i propri valori e la volontà di garantire da una parte un’informazione verificata, libera da filtri e pregiudizi; dall’altra un intrattenimento di qualità realmente inclusivo e disruptive”.

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